Leggi e ascolta poesia Tienimi quel posto Dio mio.

Carissimi amici la poesia di questa sera, molto dolce, parla di un rapporto confidenziale con Dio nel quale l’autore gli chiede di concedergli il posto nell’eternità.

Fosse anche l’ultimo posto, ma essere lì nell’eternità, non per i meriti ma per l’amore che ha donato, e per l’immensa misericordia di Dio.

tienimi quel posto dio
tienimi quel posto Dio

Leggetela con me

Tienimi quel posto Dio mio – Eric Pearlman*

Tienimi l’ultimo posto, Dio.


Quello che non dà troppo nell’occhio,
in fondo alla tavola,
più vicino ai camerieri che ai festeggiati.


Perché non so stare con le persone importanti.
Non so vincere.
Non sono capace a far festa come gli altri.


Tienimi l’ultimo posto, Dio.
Quello che nessuno chiede.


Giù, in fondo al bus sgangherato
che trasporta i pendolari della misericordia
ogni giorno dal peccato al perdono.


Tienimi l’ultimo posto, Dio.
Quello in fondo alla fila.


Aspetterò il mio turno
e non protesterò se qualche prepotente
mi passerà davanti.


Tienimi l’ultimo posto, Dio.
Per me sarà perfetto
perché sarai Tu a sceglierlo.


Sarò a mio agio
e non dovrò vergognarmi di tutti i miei errori.
Sarà il mio posto.


Sarà il posto di quelli come me.
Di quelli che arrivano ultimi,
e quasi sempre in ritardo,
ma arrivano,
cascasse il mondo.
Tienimi quel posto, Dio mio.

Cosa ne pensate? A me, è piaciuta tantissimo; in queste parole ho ritrovato quello che ogni sera, prima di dormire, chiedo a Dio. Di donarmi, per Sua misericordia, un posticino nell’Eternità, per poter godere della presenza del mio meraviglioso angelo.

Buonanotte

*Eric Pearlman nasce a Budapest il 22 aprile 1955 da padre tedesco e madre italiana.

A causa della repressione sovietica del 1955 la famiglia Pearlman fugge con un gruppo di profughi dapprima a Vienna, quindi a Venezia e infine a Torino.

Nel capoluogo piemontese i Pearlman trovano una certa stabilità. Eric inizia giovanissimo la sua formazione culturale ma non sarà mai iscritto a scuole pubbliche e private.

È la madre stessa a curarne la formazione accompagnando il figlio in biblioteca, a teatro e al cinema. All’età di 16 anni Eric si trasferisce a Monaco dai nonni paterni. Frequenta lezioni universitarie ma senza mai iscriversi. A Monaco trascorre anni ricchi di stimoli culturali.

Nel 1975 vive una profonda crisi esistenziale. Torna a Torino dai genitori e poi si aggrega ad un gruppo di Rom.

Degli anni “zingari” si hanno poche notizie e lo stesso Pearlman non ha mai voluto parlarne. Nel 1980 torna a Monaco e raccoglie in un antologia alcune poesie che non trovano la via della pubblicazione.

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