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Quem te ama, te alimenta! Evite relacionamentos tóxicos

Comentário ao Evangelho de 11 de junho de 2023

Santíssimo Corpo e Sangue de Cristo – ano A

Dt 8,2-3.14-16 Sl 147 1Cor 10,16-17 Jo 6,51-58

Prendete dunque e mangiate il corpo di Cristo […]; prendete e abbeveratevi col sangue di Cristo.
Para não vos separardes, comei o que vos une;
não se considere barato, beba seu preço

Agostinho,Em eu. Ev. tr.26, 6, 13
Chi ti ama, ti nutre!
Quem te ama, te alimenta! 3

educação alimentar

Il modo in cui mangiamo dice molto di noi: alcuni mangiano in modo vorace, cercando di accaparrarsi tutto quello che c’è, magari poi stanno male, ma non vogliono rinunciare a niente; altri, purtroppo, si rifiutano di mangiare, come se non volessero entrare in relazione con il mondo che sta fuori; ad altri ancora piace preparare da mangiare per altri, quasi un modo per entrare in contatto.

Existem muitas outras nuances, mas o fato de muitas histórias da literatura muitas vezes terem a ver com comida nos faz entender que em muitas culturas muitos outros aspectos da vida convergem em torno da alimentação.

La Bibbia ci parla tante volte del mangiare, fin dall’inizio: il primo peccato si consuma proprio afferrando un frutto che si presenta gradevole, ma che in realtà avvelena la vita.

È come se la Parola di Dio volesse in qualche modo educarci a discernere quello che ci nutre da quello che ci fa morire, fino a riconoscere che la vera fonte della vita è in Gesù Cristo.

Aprenda a se alimentar

La vita è difatti un percorso attraverso il quale impariamo a nutrirci, fin da quando siamo bambini, e durante il quale cambia il nostro modo di mangiare.

Ma la vita è anche un cammino durante il quale a volte siamo presi dalla paura di non trovare quello di cui desideriamo nutrirci: è questa infatti l’immagine del cammino di Israele attraverso il deserto, come leggiamo in questa domenica nel libro del Deuteronomio.

Un cammino che diventa emblematico per Israele come parabola della sua storia e soprattutto come immagine della relazione con Dio.

Mas a imagem deste caminho fala claramente de cada um de nós: todos temos medo de que nada nos fique, temos medo de ser excluídos do banquete da vida. E os medos muitas vezes tomam forma, tornando-se cobras que envenenam nossas mentes.

Receber comida

E proprio come per Israele, anche nel nostro cammino, Dio non esita a farci trovare ogni giorno quello che serve, è la nostra manna.

Non sempre è quello che vorremmo mangiare, ma per ora è quello che ci fa andare avanti. È un tempo nel quale siamo chiamati a fidarci: abbiamo solo quello che serve per oggi, per esercitarci ad avere fiducia nel Signore, che domani non farà mancare quello che serve!

Il cammino nel deserto ci educa anche ad accogliere la vita piuttosto che a illuderci di trovarla da soli: la manna è un dono, non è una conquista. Dio educa Israele, forse senza grande successo, a guardare la vita di ogni giorno come una benedizione e non con l’angoscia di dover affrontare l’aridità del deserto solo con le proprie forze.

Alimentando-se da palavra

Il cammino nel deserto è anche un esercizio di fiducia nella parola di Dio: l’uomo impara di cosa ha veramente bisogno (cf Dt 8,3), perché Dio manda sulla terra il suo messaggio (Sal 147,15), di cui la manna è l’immagine.

Non sempre infatti ci nutriamo delle parole di Dio: spesso divoriamo parole umane che ci avvelenano, parole seduttive, parole di rancore, parole di scoraggiamento. Questo però non è il cibo con cui Dio vuole nutrire la nostra anima.

Um caminho de libertação

Il cammino nel deserto è un cammino di liberazione: come Israele viene liberato dalla schiavitù dell’Egitto, così il nostro cammino nel deserto della vita è un itinerario di liberazione dalla nostra paura di morire. È il cammino lungo il quale sperimentiamo la presenza accudente di Dio.

In Cristo questa liberazione diventa piena e definitiva, come liberazione dalla morte.

Quel cammino di liberazione, che passa attraverso il Mar Rosso e poi per il deserto, si apre però ancora una volta con una cena, nella quale gli israeliti mangiano la carne dell’agnello e segnano con il sangue dell’animale gli stipiti delle loro porte.

Quel sangue è il segno della loro appartenenza a Dio e per questo saranno risparmiati al passaggio dell’angelo della morte.

Jesus é o cordeiro

Questa immagine è fondamentale per capire le parole di Gesù nel Vangelo: adesso è lui l’agnello nel cui sangue siamo liberati, è lui l’agnello la cui carne ci nutre.

Ma la carne e il sangue sono anche evidentemente immagine della persona: nutrirsi della carne e del sangue di Gesù vuol dire entrare in relazione con lui.

Nel capitolo 6 del Vangelo di Giovanni, prima di arrivare a parlare del suo sangue e della sua carne, Gesù ha nutrito le folle con il pane e ha anche cominciato a dire che è lui il pane che nutre, ma davanti all’incomprensione di chi lo ascoltava, Gesù si esprime in modo ancora più forte: egli non è solo colui che ci dà quello che ci serve per vivere, ma è la relazione con la sua persona che ci fa vivere!

Alimentamo-nos dele na medida em que nos dispomos a cultivar esta relação.

Comer juntos

Se ciascuno di noi coltivasse la relazione con Gesù inevitabilmente ci ritroveremmo in lui, perché gli apparteniamo.

Paolo, nella Prima lettera ai Corinzi che leggiamo questa domenica, insiste proprio su questa comunione che si realizza nella comune appartenenza a Gesù: da molti, diventiamo un solo corpo (1Cor 10,17).

Viviamo in maniera forte e reale questa comune appartenenza proprio nel gesto di nutrirci dell’eucarestia! È grave perciò quando questo gesto dice qualcosa che poi non viviamo: insieme ci nutriamo di Lui, ma poi dopo le nostre relazioni mostrano divisione!

Condividere il suo corpo e il suo sangue è anche una responsabilità che ricade sul modo in cui viviamo le relazioni tra noi: diciamo davvero una comune appartenenza nutrendoci insieme del corpo di Cristo?

Receba a vida

Gli interlocutori di Gesù si chiedono come sia possibile che Egli dia loro la sua carne da mangiare.

Forse qui il vero problema è l’idea di ricevere quello di cui abbiamo bisogno per vivere: preferiamo infatti procacciarci il cibo da soli, mostrare che siamo adulti e capaci, non vogliamo essere in debito con nessuno.

Nesse sentido, os pobres nos ensinam o que significa ter a humildade de receber a vida. Também nós somos pobres, porque o que realmente alimenta a nossa vida não podemos encontrar sozinhos.

Mangiare il corpo e il sangue di Cristo significa allora vivere la relazione con lui, nutrirci di questa relazione e rimanere in questa relazione: «Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue rimane in me e io in lui» (Gv 6,56).

leia por dentro

  • Do que estou alimentando minha vida?
  • Como, a partir da Eucaristia, procuro permanecer em relação com Cristo?

Cortesia © ♥ Padre Gaetano Piccolo SJ

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Eugenio Ruberto
Eugenio Ruberto
Quem te ama, te alimenta!
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