Tempo di lettura: 11 minuti

Przeczytaj historię San Gennaro

“… Come questo sangue che ribolle a ogni festa, così la fede del popolo di Napoli possa ribollire, rifiorire e affermarsi…” (Paolo VI, discorso ai pellegrini partenopei, 1966)

Nato a Napoli, o forse a Benevento, nella seconda metà del III secolo, Gennaro a trent’anni è già vescovo della città sannita, dove è amato dai fedeli e rispettato dai pagani per le opere di carità nei confronti dei poveri tra i quali non fa distinzione.

Siamo nel primo periodo dell’impero di Diocleziano, quando ai cristiani è concessa una certa libertà di culto ed è perfino permesso ambire ad alte cariche civili. Ma poi, nel 303, tutto cambia e i cristiani diventano il nemico da estirpare.

Męczennik wiary

L’episodio che porta al martirio di Gennaro avviene all’inizio del IV secolo, con la ripresa delle persecuzioni contro i cristiani.

Da tempo Gennaro è grande amico di Sossio, diacono della città di Miseno. Un giorno, mentre questi legge il Vangelo in chiesa, Gennaro ha una visione: una fiamma sopra la sua testa.

Riconosciuto il simbolo del futuro martirio, Gennaro rende grazie al Signore e chiede di poter avere lo stesso destino. Il vescovo, dunque, invita Sossio alla visita pastorale che ha in programma a Pozzuoli, per parlare di fede; il diacono si mette in cammino, ma durante il viaggio è raggiunto dalle guardie inviate da Dragonzio, governatore della Campania, e viene imprigionato.

In carcere riceve la visita di Gennaro che si fa accompagnare dal diacono Festo e dal lettore Desiderio: i tre cercano di intercedere per la liberazione di Sossio, ma in risposta ottengono tutti la condanna a essere sbranati dagli orsi.

La notizia della loro pubblica morte, però, non è ben accolta dal popolo e così, temendo una rivolta, il governatore la commuta in una più discreta decapitazione, lontano dagli occhi della gente. Seguirà anche il martirio di Procolo, diacono della chiesa di Pozzuoli, e dei fedeli Eutiche e Acuzio che avevano pubblicamente criticato l’esecuzione.

Inna wersja męczeństwa

Poiché fonti tanto antiche non sono tutte concordi sul martirio di San Gennaro, ecco un’altra di ipotesi di quello che verosimilmente possa essere accaduto.

Gennaro si sta recando a Nola: qui il perfido giudice Timoteo lo imprigiona con l’accusa di proselitismo che viola gli editti imperiali. Le torture inflitte al Santo, però, non ne scalfiscono né il fisico né tantomeno la fede; perciò Timoteo lo fa rinchiudere in una fornace da cui, ancora una volta, Gennaro esce illeso. Alla fine viene condannato alla decapitazione in una località vicino alla cosiddetta Solfatara.

Podczas przeniesienia spotyka żebraka, który prosi go o kawałek jego szaty, aby mógł go zatrzymać jako relikwię: święty odpowiada, że ​​może zatrzymać całą chusteczkę, którą zawiąże sobie na szyi przed egzekucją. Przed końcem jednak Gennaro przykłada palec do gardła, które jest przecięte ostrzem wraz z chusteczką i również zakonserwowane jako relikt.

Cud upłynnienia krwi

Com’era uso in occasione dell’esecuzione dei martiri, alla morte di Gennaro arriva una donna, Eusebia, che raccoglie in due ampolle il sangue versato dal vescovo già in odore di santità.

Przekaże je biskupowi Neapolu, który zleci wybudowanie dwóch kaplic ku czci świętego transportu: S. Gennariello al Vomero i S. Gennaro ad Antignano. Natomiast ciało pochowane na wsi Marciano zostało po raz pierwszy przetłumaczone w V wieku, kiedy kult świętego był już powszechny. Gennaro został później kanonizowany przez Sykstusa V w 1586 roku.

Jeśli chodzi o relikt krew, questa viene esposta per la prima volta nel 1305, ma il miracolo per cui questo sembra quasi bollire e torna allo stato liquido in cui resta per l’ottava successiva, avviene per la prima volta il 17 agosto del 1389, dopo una grave carestia.

Oggi il miracolo si ripete tre volte l’anno: il primo sabato di maggio in ricordo della prima traslazione; il 19 settembre, memoria liturgica del Santo e data del martirio; il 16 dicembre per commemorare la disastrosa eruzione del Vesuvio del 1631, bloccata dopo l’invocazione del Santo.

Obie ampułki przechowywane są w srebrnej kapliczce zamówionej przez Roberto d'Angiò, w Kaplicy Skarbów S. Gennaro w katedrze w Neapolu.

źródło © Wiadomości z Watykanu – Dykasteria ds. Komunikacji


Patron Neapolu

Gennaro jest głównym patronem Neapolu i w ostatnich latach pontyfikatu św. Jana Pawła II (Karol Józef Wojtyła, 1978-2005) powrócił do bycia patronem obu Sycylii, czyli południowych Włoch .

Sulla sua vita non si hanno notizie storicamente documentate. Nato a Napoli nella seconda metà del III secolo, la sua storia è stata tramandata da opere agiografiche dove la realtà e la leggenda spesso si intrecciano e mescolano in un unico racconto, i cui elementi storici non sempre sono facilmente distinguibili. 

Wydarzenie, które doprowadziło do konsekracji Gennaro, miało miejsce na początku IV wieku, podczas prześladowań chrześcijan przez cesarza Dioklecjana.

Benevento

Gennaro era il vescovo di Benevento e si recò insieme al lettore Desiderio ed al diacono Festo in visita ai fedeli a Pozzuoli. Il diacono di Miseno, Sossio – già amico di Gennaro che era venuto a trovarlo in passato a Miseno per discutere di fede e leggi divine -, volendo recarsi ad assistere alla visita pastorale, fu invece arrestato lungo la strada per ordine del persecutore Dragonzio, governatore della Campania.

Gennaro, insieme a Festo e Desiderio, si recarono allora in visita dal prigioniero, ma, avendo intercesso per la sua liberazione, ed avendo fatto professione di fede cristiana, furono anch’essi arrestati e condannati da Dragonzio ad essere sbranati dagli orsi nell’anfiteatro di Pozzuoli. Il giorno dopo, tuttavia, per l’assenza del governatore stesso, impegnato altrove, il supplizio fu sospeso.

Następnie Dragonzio rozkazał odciąć Gennaro i jego towarzyszy. Prowadzono w pobliżuForum Wulkanów(obecna Solfatara z Pozzuoli) zostali ścięci w roku 305; Ciało Gennaro zostało pochowane w Agro Marciano (Fuorigrotta?).

Secondo la tradizione, subito dopo la decapitazione sarebbe stato conservato del sangue, come era abitudine a quel tempo, raccolto da una pia donna di nome Eusebia che lo racchiuse in due ampolle; esse sono divenute un attributo iconografico tipico di S. Gennaro. Il racconto della pia donna è tuttavia recente e compare pubblicato per la prima volta solo nel 1579, nel volume del canonico napoletano Paolo Regio su “Le vite de’ sette Santi Protettori di Napoli”.

Bardzo starożytne dokumenty liturgiczne, takie jak kalendarz kartagiński (spisany wkrótce po 505 r.) i Martyrologium Hieronimijskie z V w., przypisują datę męczeństwa Gennaro i jego towarzyszy na 19 września; zamiast tego wskazują 13 kwietnia jako datę pierwszego tłumaczenia szczątków świętego. Również w innym martyrologium datowanym na VIII w., spisanym przez angielskiego mnicha Bedę, jako datę męczeństwa wskazany jest dzień 19 września.

W marmurowym kalendarzu Neapolu data 19 września jest oznaczona jako„umiera Boże Narodzenie”S. Gennaro. Wszystkie te źródła, a także wiele innych, poświadczają, że kult świętego ma bardzo starożytne korzenie, sięgające czasów jego męczeństwa lub najpóźniej pierwszego przeniesienia jego szczątków, które miało miejsce w V w. wiek.

Le reliquie del santo furono trasportate dal re Giovanni I di Napoli nelle catacombe napoletane a Capodimonte che presero il nome del Santo, e qui furono centro di vivissimo culto. Di là il principe di Benevento Sicone, assediando la città di Napoli, nell’ 831, ne approfittò per impossessarsi dei resti mortali che riportò nella sua città, sede episcopale.

Le sante reliquie furono deposte nella Cattedrale – che allora si chiamava Santa Maria di Gerusalemme – ove restarono fino al 1154. In quell’anno, infatti, considerando che la città di Benevento non era più sicura, il re di Sicilia Guglielmo I, detto il Malo (1120-1166), provvide affinché esse venissero traslate nell’Abbazia di Montevergine.

A Montevergine, però, la devozione dei pellegrini che vi si recavano era rivolta soprattutto a S. Guglielmo ed alla popolarissima icona bizantina della Madonna chiamata „Mama Schiavona”,tak że wkrótce zaginęła pamięć o S. Gennaro, a nawet wiedza o miejscu jego pochówku. W Neapolu kult pozostał jednak bardzo żywy, także ze względu na obecność innych jego relikwii: głowy i fiolek z jego krwią.

Carlo II d’Angiò, detto lo zoppo (1248-1309), – re di Napoli (1285-1309) e di Sicilia (1285-1302) – dopo aver fatto eseguire dai maestri orafi francesi Stefano Godefroy, Guglielmo di Verdelay e Milet d’Auxerre un preziosissimo busto-reliquiario in argento dorato per contenere la testa e le ampolle col sangue del santo, espose per la prima volta la reliquia alla pubblica venerazione nel 1305. Suo figlio Roberto d’Angiò, detto il Saggio (1277 – 20 gennaio 1343), invece, fece realizzare la teca d’argento che custodisce le due ampolle del sangue.

Jednakże o upłynnieniu krwi nie poświadczono wcześniej niż 17 sierpnia 1389 r., kiedy to cud miał miejsce podczas uroczystej procesji podjętej w związku z poważnym głodem.

Quando a Montevergine, per merito del cardinale Giovanni di Aragona, furono ritrovate le ossa di S. Gennaro, collocate al di sotto dell’altare maggiore, la potente famiglia dei Carafa si impegnò, grazie soprattutto all’interessamento del cardinale Oliviero e con il sostegno di suo fratello l’arcivescovo napoletano Alessandro Carafa, affinché le reliquie tornassero a Napoli: la cosa avvenne nel 1497, non senza l’opposizione da parte dei monaci di Montevergine.

Jako godne miejsce do ich gościnia, kardynał Oliviero Carafa kazał wybudować w katedrze w Neapolu, pod głównym ołtarzem, wyjątkową kryptę w czystym stylu renesansowym:Kaplica Succorpo.

A seguito di una terribile pestilenza che imperversò a Napoli fra il 1526 ed il 1529, i napoletani fecero voto a S. Gennaro di edificargli una nuova cappella all’interno del Duomo. Benché i lavori fossero iniziati solo nel 1608 e siano durati quasi quarant’anni, la sfolgorante e ricca Kaplica Skarbu S. Gennaro venne infine consacrata nel 1646.

Nad wspaniałą bramą, stworzoną przez Cosimo Fanzago, znajduje się napis“Divo Ianuario e fame bello peste ac Vesaevi igne miri ope sanguinis erepta Neapolis civi patr. Vindici” (“A San Gennaro, al cittadino salvatore della patria, Napoli, salvata dalla fame, dalla guerra, dalla peste e dal fuoco del Vesuvio, per virtù del suo sangue miracoloso, consacra”).

W dniu 25 lutego 1964 roku kardynał arcybiskup Alfonso Castaldo dokonał uznania kanonicznego czczonych relikwii:„Stwierdzono, że kości są dobrze zachowane, w jajowatej olla z wygrawerowanym kaligraficznym napisem Corpus Sancti Jannuarii Ben. PE”.

Una ricognizione scientifica eseguita il 7 marzo 1965 dal professore G. Lambertini stabilì che il personaggio a cui appartengono le ossa è da individuarsi in un uomo di età giovane (35 anni) di statura molto alta (m.1,90).

Secondo la leggenda, il sangue di S. Gennaro si sarebbe liquefatto per la prima volta ai tempi di Costantino, quando il vescovo S. Severo (secondo altri fu il vescovo Cosimo) trasferì le spoglie del santo dall’Agro Marciano, dove era stato sepolto, a Napoli.

W podróży spotkałby pielęgniarkę Euzebię z fiolkami z krwią Świętego: w obecności głowy krew w fiolkach rozpuściłaby się.

Dziś dwie ampułki, umieszczone w małej okrągłej obudowie z dużą srebrną ramką i zaopatrzonej w uchwyt, przechowywane są w katedrze w Neapolu. Z dwóch ampułek jedna jest pełna w 3/4, druga, wyższa, jest w połowie pusta, gdyż część jej zawartości została skradziona przez króla Karola III Burbonów, który zabrał ją ze sobą do Hiszpanii.

Trzy razy w roku:

1. w pierwszą sobotę maja i przez osiem następnych dni, na pamiątkę pierwszego transferu z Pozzuoli do Neapolu;

2. 19 września i przez całą ósmą rocznicę ścięcia;

3. 16 grudnia «święto patronatu św. Gennaro», na pamiątkę katastrofalnej erupcji Wezuwiusza w 1631 r., zablokowane po wezwaniach do świętego.

podczas uroczystej ceremonii religijnej prowadzonej przez arcybiskupa, wierna trzoda będąca świadkami „cud upłynnienia krwi św. Gennaro”.

Il popolo napoletano nei secoli ha voluto vedere nella velocità del prodigio, un auspicio positivo per il futuro della città, mentre una sua assenza o un prolungato ritardo è visto come fatto negativo per possibili calamità da venire. La catechesi costante degli ultimi arcivescovi di Napoli ha convinto la maggioranza dei fedeli, che, anche la mancanza del prodigio o il ritardo vanno vissuti con serenità e intensificazione, semmai, di una vita più cristiana.

Upłynnienie krwi jest niezaprzeczalne i jak dotąd nie znaleziono żadnego naukowego wyjaśnienia, gdyż wszelkie przeciwne hipotezy formułowane na przestrzeni wieków nigdy nie zostały udowodnione. Jest rzeczą osobliwą, że w Pozzuoli, w tym samym czasie, co cud, który miał miejsce w Neapolu, kamień zachowany w kościele S. Gennaro (w pobliżu Solfatary), uważany jest za kikut, na którym męczennik oparł głowę zostać ścięty, staje się bardziej czerwony.

Twój sługa, który przygotował tę hagiograficzną kompozycję, przez sześć lat, będąc seminarzystą, w latach 50. i 60. w Seminarium Arcybiskupim w Neapolu/Capodimonte, był świadkiem z bliska różnych upłynnień krwi św. Gennaro, które miały miejsce , „naturalnie, tylko i wyłącznie dzięki żarliwym i często uporczywym modlitwom „PasterzaNeapolu i jego „trzody”.(gpm)

W celu uzyskania dalszych informacji: Katedra w Neapolu

miracolo di San Gennaro
cud San Gennaro

źródło © ewangelia dnia.org


Przekaż swoje 5x1000 na rzecz naszego stowarzyszenia
Ciebie to nic nie kosztuje, dla nas to wiele warte!
Pomóż nam pomóc małym chorym na raka
ty piszesz:93118920615

Czytać:

zostaw komentarz

Ostatnie artykuły

Nella notte è tutto scuro
4 Maggio 2024
Trovare rifugio
tanti volti nel mondo, pace
4 Maggio 2024
La Parola del 4 maggio 2024
mano che porge il cuore
3 maja 2024 r
Preghierina del 3 maggio 2024
amicizia, mano nella mano
3 maja 2024 r
Ho bisogno di sentimenti
Eugenio e Anna Pasquariello, amici per sempre
3 maja 2024 r
Wygrać lub przegrać

Nadchodzące wydarzenia

×