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Leggi e ascolta la preghierina del 8 marzo 2024

Unità di misura

commento al Vangelo di oggi di Mc 12,28b-34


Le donne fanno il mondo più bello, lo proteggono e lo tengono vivo. Portano la grazia del rinnovamento, l’abbraccio dell’inclusione e il coraggio di donare sé stesse. La pace, allora, nasce dalle donne, sorge e si riaccende dalla tenerezza delle madri.

Papa Francesco, oggi per la Giornata Internazionale della Donna 2024

Entro nel testo (Mc 12,28b-34)

In quel tempo, si avvicinò a Gesù uno degli scribi e gli domandò: «Qual è il primo di tutti i comandamenti?».

Gesù rispose: «Il primo è: “Ascolta, Israele! Il Signore nostro Dio è lʼunico Signore; amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore e con tutta la tua anima, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza”.

Il secondo è questo: “Amerai il tuo prossimo come te stesso”.

Non cʼè altro comandamento più grande di questi».

Lo scriba gli disse: «Hai detto bene, Maestro, e secondo verità, che Egli è unico e non vi è altri all’infuori di lui; amarlo con tutto il cuore, con tutta l’intelligenza e con tutta la forza e amare il prossimo come se stesso vale più di tutti gli olocausti e i sacrifici».

Vedendo che egli aveva risposto saggiamente, Gesù gli disse: «Non sei lontano dal regno di Dio».

E nessuno aveva più il coraggio di interrogarlo.

Mi lascio ispirare

Relazionarsi con Uno restituisce unità, misura di dove siamo, come siamo, chi siamo.

Relazionarsi con gli altri, secondo questa unità di misura, permette l’alterità, consente di non essere più lontani e di avvicinarsi, di poter domandare e trovare conferma, compiacersi vicendevolmente per quello che è, per quello che siamo.

Si conclude così il tempo di chiedere chiarimenti interni, per ascoltare, riconoscere, amare.

Mounira Abdelhamid Serra

Rifletto sulle domande

Quando ti sei sentito fuori dallʼunitá, diviso?

In quale luogo della tua vita la relazione con lʼaltro ti restituisce a te stesso?

Cosa desidereresti ascoltare, oggi?

fonte © GET UP AND WALK


Preghiere per il mese di marzo

8 marzo – San Giovanni di Dio

Il Portogallo fu la terra fortunata che diede i natali a questo glorioso campione della carità cristiana.

Nato nel 1495 da poveri ma piissimi genitori, trascorse una giovinezza innocente, piena di semplicità. Aveva però grande smania di viaggiare; e a questo fine abbandonò casa e patria.

Caduto in estrema miseria, fu costretto a mettersi a servizio del conte d’Oropesa (Castiglia), dal quale fu arruolato nella fanteria.

Nella vita militare perdette l’innocenza e la semplicità della vita.

Nel 1536, mentre era in Ungheria a combattere contro í Turchi, la compagnia di Giovanni fu congedata ed egli, ritornato nell’Andalusia, si mise a servizio di una ricca signora in qualità di pastore.

Nella pace di questa nuova occupazione l’attendeva Iddio per farlo rientrare in se stesso. La sua mente, nella quiete della campagna, ritornò sulla vita trascorsa: pianse i suoi peccati e si diede ad una vita di austera penitenza.

Sentendo il bisogno di soddisfare la divina giustizia, propose in cuor suo di dedicarsi totalmente al servizio degli infelici.

Su questa strada, guidato e illuminato da Dio, giunse a eroismo di carità e di abnegazione.

In Granata, dove aveva fondato il primo ospedale, trovò i primi benefattori, che largheggiando di mezzi materiali, gli dettero possibilità di svolgere la sua azione di bene.

Molti attirati dalla santità della sua vita, si proposero di seguirlo e di ubbidirlo. In questo modo egli si trovò padre d’una comunità, che dopo la sua morte si pose sotto una regola stabile e professò i voti religiosi. Sorsero così i « Fatebenefratelli ».

Le opere a cui pose mano il Santo sono innumerevoli. Ebbe vasto campo di apostolato. Operò moltissime conversioni, anche fra quelle giovani che per penuria di mezzi si erano date ad una vita peccaminosa. Soprattutto però incontrarono la generosità del suo cuore i poveri derelitti e gli ammalati.

Consunto dalle eroiche fatiche e colpito da grave malattia, fu soccorso da una ricca signora affinché potesse avere tutti i rimedi della scienza e della medicina, ma dopo inutili tentativi se ne volava pieno di meriti al cielo.

Favorito da Dio del dono dei miracoli, nell’incendio del suo ospedale potè salvare tutti i ricoverati, passando incolume attraverso le fiamme.

Dal Papa Alessandro VIII fu canonizzato nel 1690.

Preghiamo

Per quell’eroismo con cui Voi o glorioso San Giovanni faceste vostra delizia il faticare continuamente in soccorso dei poveri e degli infermi, il perdonare i torti più gravi ai vostri più indegni persecutori, impetrate a noi tutti la grazia di soffrire con cristiana rassegnazione le persecuzioni e le traversie con ci piacesse al Signore di provare la nostra fedeltà.

Gloria.

Per quella fede vivissima con cui Voi, o glorioso San Giovanni, vi lanciaste in mezzo alle fiamme onde salvare i poveri infermi nell’ospedale di Granata e per quella Protezione particolare che ebbe di Voi in Cielo, conservandovi illeso nel mezzo dell’incendio, impetrate a noi tutti la grazia di affrontare generosamente qualunque pericolo per procurare soccorso ai nostri bisognosi fratelli onde impegnare l’altissimo a favorirci continuamente colla sua speciale assistenza.

Gloria


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