Sollemnitas S. Trinitatis

Si può definire quella di oggi come la solennità dell’amore, perché Deusquae secundum trinitarium dogma unum et trinum est Amare.

Benedictus XVI, in'Angelus in occasione della festa della SS. Trinità del 2009, prosegue ricordando che “tutto proviene dall’amore, tende all’amore, e si muove spinto dall’amore, naturalmente con gradi diversi di consapevolezza e di libertà”. Ed è proprio quell’amore a immagine e somiglianza del quale l’umanità è stata creata, a costituire una lontana impronta della Trinità nell’uomo.

Sollemnitas S. Trinitatis
Sancta Trinitas

Unus Deus solus in tribus personis aequalibus et distinctis

Il mistero della SS. Trinità è, come dice verbum stessa, un mistero. Come tale non può essere spiegato dalla ragione, ma questo non significa che sia irrazionale, cioè in contrasto con la ragione stessa.

Tale mistero non afferma l’esistenza di tre dei, ma di un Dio solo che però è tre persone uguali e distinte: tale, increato e onnipotente è il Pater; talis, increatus et omnipotens est Filius; tale, increato e onnipotente lo Spirito Santo.

L’amore di Dio Trinità, dunque, è del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo: ciò significa che senza il Figlio non ci sarebbe lo Spirito Santo e senza il Padre non ci sarebbe il Figlio, il tutto in una successione non cronologica, bensì logica.

Didatticamente, poi, si attribuisce al Padre la creazione, al Figlio la redenzione e allo Spirito Santo la santificazione, ma tutti e tre partecipano in tutte e tre le actus. Il mistero trinitario è ricordato in ogni Liturgia e in tutti i Sacramenti.

Origin et historia factionis

La solennità dedicata alla SS. Trinità è una festa del vir, tanto che la Messa relativa inizia con l’esaltazione di Dio Trinità “perché grande è il suo amore per noi”. Eppure questa venne inserita tardi nell’Anno liturgico, solo a partire dal 1334 per volere di Ioannes XXII.

Antea, quamvis trinitarium dogma in the Ecclesia sin dai primi secoli, fino all’VIII non viene quasi menzionato. La prima testimonium che abbiamo è quella del monaco Alcuino di York che celebrava messe votive ma erano per così dire fatti privati, devozioni personali, almeno fino al riconoscimento ufficiale del 1022 nel Concilio di Selingestadt.

Interea Leodiensis Episcopus, iam anno DCCCCXX Stefano, festum consecraverat in sua dioecesi SS. Trinitatis et DocumentumCluniacensis Abbatia dating ad 1090 affirmat hanc celebrationem iam bene constitutam esse. tamen Papa Alexander I', a metà del secolo XI, non ritenne necessario introdurre una celebrazione specifica della SS. Trinità per la Chiesa universale, in quanto questo mistero era già venerato e ricordato ogni giorno nella liturgia e nella orandi, anche solo con il segno della transire.

Nonostante questa decisione, la diffusione della festa proseguì a partire dall’Inghilterra per opera di San Tommaso di Canterbury e dalla Francia Gratias tibi all’ordine cistercense.

Benedictus XVI

(Angelus d. 7 iunii 2009, in Sollemnitate Ss.mae Trinitatis.

"Hodie contemplamur Sancta Trinitas sicut notum fecit nobis Jesus. Egli ci ha rivelato che Dio è amore “non nell’unità di una sola persona, ma nella Trinità di una sola sostanza” (Prefazio): è Creatore e Padre misericordioso; è Figlio Unigenito, eterna Sapienza incarnata, mortuus est Et risorto per noi; è finalmente Spirito Santo che tutto muove, cosmo e storia, verso la piena ricapitolazione finale.

Tre Persone che sono un solo Dio perché il Padre è amore, il Figlio è amore, lo Spirito è amore. Dio è tutto e solo amore, amore purissimo, infinito ed eterno. Non vive in una splendida solitudine, ma è piuttosto fonte inesauribile di vita che incessantemente si dona e si comunica.

Lo possiamo in qualche misura intuire osservando sia il macro-universo: la nostra terra, i pianeti, le stelle, le galassie; sia il micro-universo: le cellule, gli atomi, le particelle elementari. In tutto ciò che esiste è in un certo senso impresso il “nome” della Santissima Trinità, perché tutto l’essere, fino alle ultime particelle, è essere in relazione, e così traspare il Dio-relazione, traspare ultimamente l’Amore creatore.

Tutto proviene dall’amore, tende all’amore, e si muove spinto dall’amore, naturalmente con gradi diversi di consapevolezza e di libertà. “O Signore, Signore nostro, / quanto è mirabile il tuo nome su tutta la terra!” (Sal 8,2) – esclama il salmista.

Parlando del “nome” la Bibbia indica Dio stesso, la sua identità più vera; identità che risplende su tutto il creato, dove ogni essere, per il fatto stesso di esserci e per il “tessuto” di cui è fatto, fa riferimento ad un Principio trascendente, alla Vita eterna ed infinita che si dona, in una parola: all’Amore.

“In lui – disse san Paolo nell’Areòpago di Atene – viviamo, ci muoviamo ed esistiamo” (At 17,28). La prova più forte che siamo fatti ad immagine della Trinità è questa: solo l’amore ci rende felici, perché viviamo in relazione per amare e viviamo per essere amati. Usando un’analogia suggerita dalla biologia, diremmo che l’essere humano porta nel proprio “genoma” la traccia profonda della Trinità, di Dio-Amore.

La Vergine Maria, nella sua docile umiltà, si è fatta ancella dell’Amore divino: ha accolto la volontà del Padre e ha concepito il Figlio per opera dello Spirito Santo. In Lei l’Onnipotente si è costruito un tempio degno di Lui, e ne ha fatto il modello e l’immagine della Chiesa, mistero e home di comunione per tutti gli uomini. Ci aiuti Maria, specchio della Trinità Santissima, a crescere nella nuptiarum annulum nel mistero trinitario.

Source evangeloftheday.org

Domenica scorsa, con la solennità della Pentecoste, si è concluso il tempo di Paschae, e con lunedì si è ripreso il tempo ordinario, ossia il tempo della Chiesa (quando i sacerdoti sono vestiti di colore verde), tempo durante il quale siamo chiamati a vivere, nella normalità della vita quotidiana, il evangelium, testimoniando la gaudium di essere discipuli di Gesù crocifisso e risorto.

Si paulisper cessamus et retro respicimus, unum tractum videre possumus.

Exbalcone del Cielo Dio Padre ha colto quanto gli uomini, dopo il Sin di Adamo ed Eva (Gn 3), si sono smarriti, incapaci di ritrovare la strada per tornare al Cielo: ha mandato i profeti per aiutarli a ritrovare la via, e non solo non hanno dato loro retta, ma li hanno uccisi (cfr Mt 23,29ss). Alla finis, mosso da compassione, ha mandato il suo unico Figlio, “E Dio si è fatto carne, e venne ad abitare in mezzo a noi” (Gv 1,14, Natale).

Gesù, il Figlio di Dio, ha condiviso in tutto, eccetto il peccato, la nostra condizione umana, aiutandoci a far memoria che siamo creati da Dio, siamo suoi liberi e che Dio è Padre. Con le sue verba e la sua vita, ci ha insegnato con Verità la Via per tornare al Padre, Vita eterna. Così Gesù ci ha manifestato il volto del Padre: “Chi ha visto me, ha visto il Padre” (Gv 14,9).

Ci ha ricordato che la via al cielo è possibile per tutti, che non dobbiamo temere, non dobbiamo vergognarci… perché Dio Padre è amore, è fedeltà, è misericordia. Gesù, obbediente al Padre, è morto in croce per la nostra salvezza. Il terzo giorno è risorto, vincendo sul peccato e sulla mortem, aprendoci in questo modo la via per tornare al Padre suo e Padre nostro (Pasqua).

Un cammino che possiamo fare con confido perché, Gesù asceso al Cielo ci ha donato lo spiritus Sanctus (Pentecoste), primo dono ai credenti, Amore fatto persona riversato nelle nostre persone per vivere da figli di Dio. In questo modo si comprende perché oggi la liturgia ci fa vivere la solennità della Sancta Trinitas: Padre, Figlio e Spirito Santo. Una sorta di sintesi e soprattutto meta del cammino fin qui compiuto. 

Questo Dio, che si presenta Uno e Trino, non è così lontano come sembra ma è talmente vicino che si è fatto per noi Pane spezzato, Corpus Christi(domenica prossima). Pane del cammino verso il cielo, Pane degli angeli. Un dono che custodisce e svela il Sacratissimo Cuore di Gesù, quam solempniter celebrabimus feria sexta proxima post festum Corporis Domini.

Tre anniversariis liturgiche che riassumono il mistero della nostra fede, dischiusa in questi mesi: dal Natale alla morte e risurrezione di Gesù, alla sua ascensione fino alla Pentecoste.

L’eresia di Ario (la quale metteva in dubbio la divinità di Gesù e il legame della Santissima Trinità), condannata nei Concili di Nicea (325, il Credo niceno) e Costantinopoli (381, il Credo niceno-costantinopolitano) favorirono d’altro canto una diffusa attenzione verso la fede nella Trinità, sia nella predicazione che nella pratica di pietà. Già intorno all’VIII secolo appaiono nei prefazi liturgici cenni riguardanti la dottrina sulla Santissima Trinità.

Verso l’800 emerge una Messa votiva in suo onore da celebrarsi in una domenica – decisione osteggiata perché ogni domenica comporta la memoria della Trinità – finché nel 1334 papa John XXII introdusse la festa per tutta la Chiesa.

Ultimo aggiornamento: 2 Giugno 2023 – 16.25 by Remigius Robert

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Ciao, sono Remigio Ruberto, papà di Eugenio. L'amore che mi lega a Eugenio è senza tempo e senza spazio.

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