Leggi e ascolta il Vangelo e La Parola del 1 ottobre 2023
Supplica alla Madonna de Pompei
XXVI Domenica del Tempo Ordinario
- S. Teresa di Gesù Bambino O.C. Dr. della Chiesa (1873-1897)
- S. Romano il Melode diacono (ca. 490 – post 555)
Perché si chiamano “Remigini”… leggi ancora
Prima Lettura
Dal libro del profeta Ezechièle
Ez 18,25-28
Così dice il Signore:
«Voi dite: “Non è retto il modo di agire del Signore”. Ascolta dunque, casa d’Israele: Non è retta la mia condotta o piuttosto non è retta la vostra?
Se il giusto si allontana dalla giustizia e commette il male e a causa di questo muore, egli muore appunto per il male che ha commesso.
E se il malvagio si converte dalla sua malvagità che ha commesso e compie ciò che è retto e giusto, egli fa vivere se stesso. Ha riflettuto, si è allontanato da tutte le colpe commesse: egli certo vivrà e non morirà».
Seconda Lettura
Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Filippési
Fil 2,1-11
Fratelli, se c’è qualche consolazione in Cristo, se c’è qualche conforto, frutto della carità, se c’è qualche comunione di spirito, se ci sono sentimenti di amore e di compassione, rendete piena la mia gioia con un medesimo sentire e con la stessa carità, rimanendo unanimi e concordi.
Non fate nulla per rivalità o vanagloria, ma ciascuno di voi, con tutta umiltà, consideri gli altri superiori a se stesso. Ciascuno non cerchi l’interesse proprio, ma anche quello degli altri.
Abbiate in voi gli stessi sentimenti di Cristo Gesù:
egli, pur essendo nella condizione di Dio,
non ritenne un privilegio
l’essere come Dio,
ma svuotò se stesso
assumendo una condizione di servo,
diventando simile agli uomini.
Dall’aspetto riconosciuto come uomo,
umiliò se stesso
facendosi obbediente fino alla morte
e a una morte di croce.
Per questo Dio lo esaltò
e gli donò il nome
che è al di sopra di ogni nome,
perché nel nome di Gesù
ogni ginocchio si pieghi
nei cieli, sulla terra e sotto terra,
e ogni lingua proclami:
«Gesù Cristo è Signore!»,
a gloria di Dio Padre.
VANGELO DEL GIORNO
Pentitosi andò. I pubblicani e le prostitute vi passano avanti nel regno di Dio.
Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 21,28-32
In quel tempo, Gesù disse ai capi dei sacerdoti e agli anziani del popolo:
«Che ve ne pare? Un uomo aveva due figli. Si rivolse al primo e disse: Figlio, oggi va’ a lavorare nella vigna. Ed egli rispose: Non ne ho voglia. Ma poi si pentì e vi andò. Si rivolse al secondo e disse lo stesso. Ed egli rispose: “Sì, signore”. Ma non vi andò. Chi dei due ha compiuto la volontà del padre?».
Risposero: «Il primo».
E Gesù disse loro: «In verità io vi dico: i pubblicani e le prostitute vi passano avanti nel regno di Dio. Giovanni infatti venne a voi sulla via della giustizia, e non gli avete creduto; i pubblicani e le prostitute invece gli hanno creduto. Voi, al contrario, avete visto queste cose, ma poi non vi siete nemmeno pentiti così da credergli».
San Clemente d’Alessandria (150-ca 215)
teologo
Omelia « Quale ricco si salverà? », 39-40 (trad. cb© evangelizo)
« I pubblicani e le prostitute vi passano avanti nel regno di Dio »
A chiunque di vero cuore si converta a Dio sono aperte le porte, e il Padre col cuore pieno di gioia accoglie il figlio, purché sia veramente pentito.
La vera penitenza poi non è solo non ricadere di nuovo nelle stesse colpe, ma strappare del tutto dall’anima le radici dei peccati mortali. Tolti questi, Dio abiterà di nuovo in te. Cristo dice infatti che in cielo, quando un peccatore si converte e fa penitenza, per il Padre e gli angeli è sommo e incomparabile gaudio (Lc 15,10).
Per questo proclama: « Voglio l’amore e non il sacrificio » (Os 6,6; Mt 9,13). « Io non godo della morte dell’empio, ma che l’empio desista dalla sua condotta e viva » (Ez 33,11). «Anche se i vostri peccati fossero come scarlatto diventeranno bianchi come neve, se fossero rossi come porpora diventeranno come lana » (Is 1,18).
Solo Dio può cancellare i peccati e non imputare i delitti, e pure il Signore Gesù ci comanda di perdonare ogni giorno ai fratelli pentiti. Che se noi, pur essendo cattivi sappiamo fare del bene (Mt 7,11), quanto più lo farà « il Padre delle misericordie » (2Co 1,3)!
Il Padre buono da cui viene ogni consolazione, pieno di misericordia e molto benigno, sa usare un’estrema pazienza aspettando chi si converte. Convertirsi sinceramente significa smettere di peccare, e non voltarsi più indietro. (…)
Proviamo dolore dei peccati commessi e preghiamo il Padre che li dimentichi. Lui solo può, per la sua misericordia, distruggere il passato come non fosse avvenuto, e cancellare con la grazia dello Spirito il male della vita passata.
PAROLE DEL SANTO PADRE
Questa affermazione non deve indurre a pensare che fanno bene quanti non seguono i comandamenti di Dio, quelli che non seguono la morale, e dicono: «Tanto, quelli che vanno in Chiesa sono peggio di noi!».
No, non è questo l’insegnamento di Gesù. Gesù non addita i pubblicani e le prostitute come modelli di vita, ma come “privilegiati della Grazia”.
Una grazia che Dio offre a chiunque si apre e si converte a Lui. Infatti queste persone, ascoltando la sua predicazione, si sono pentite e hanno cambiato vita. Nel Vangelo di oggi, chi fa la migliore figura è il primo fratello, non perché ha detto «no» a suo padre, ma perché dopo il “no” si è convertito al “sì”, si è pentito.
Dio è paziente con ognuno di noi: non si stanca, non desiste; ci lascia liberi anche di allontanarci da Lui e di sbagliare. Pensare alla pazienza di Dio è meraviglioso! Come il Signore ci aspetta sempre; sempre accanto a noi per aiutarci; ma rispetta la nostra libertà.
E attende trepidante il nostro “sì”, per accoglierci nuovamente tra le sue braccia paterne e colmarci della sua misericordia senza limiti. (Angelus, 27 settembre 2020)
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