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Il nostro incontro con Papa Francesco: giornata di grazie

Un vero amico è chi ti prende per la mano e ti tocca il cuore.

Gabriel García Márquez

Ieri sera, alle 18.30 ci sentiamo telefonicamente con Alessandro Gisotti: gli comunico che siamo parcheggiati con il nostro amato camper Pio al Park Vaticano che è in via delle Fornaci al numero 24.

Entusiasta, Alessandro mi dice che abita vicino, molto vicino, cosicché al mattino successivo, mattino di una importanza storica e sentimentale da tutti i punti di vista, avremmo potuto far colazione insieme.

Sprizzo gioia e affetto da tutti i pori: continuo a ripetergli: “grazie Alessandro, grazie di tutto quello che hai fatto, e sicuramente quello che farai“. E lui, amichevolmente ed affettuosamente continua a ripetermi: “è frutto della nostra amicizia, del nostro affetto per Eugenio!

Che dire: quando tace la bocca, parla il cuore!

Inizia la giornata

Così alle prime luci dell’alba, esco con Lussy per farle fare il solito giretto mattutino dedicato ai bisognini.

La giornata è splendida, l’aria è frizzante e nessuna nube offusca il nostro cammino verso il nostro amato Santo Padre Francesco.

L’appuntamento con Alessandro è all’incrocio Fornaci-Cavalleggeri alle 7.30

Carramba! che incontro

In barba alle normative sulle restrizioni ci siamo abbracciati: non potevamo farne a meno! Un abbraccio caldo, forte, denso di emozioni, denso di quella sincerità che viene solo dal profondo del cuore.

Un unico filo ci unisce: Eugenio!

Cornetto, caffè, cappuccino e via: direzione Vaticano.

Papa Francesco, stiamo arrivando!

Con Alessandro e il suo pass Vaticano entriamo da Porta del Perugino, transitato da capi di stato e personalità di alto livello.

Beh, ci sentiamo proprio così in questo momento: non personalità di alto livello, ma speciali, perché siamo illuminati dalla luce di Dio.

Ed è un altro mondo, fatto di pace, di serenità, di silenzio. E nel silenzio parla il cuore.

Pochi passi e davanti ai nostri occhi esce lui, il nostro amato Pontefice. Esce da Santa Marta, accompagnato dai suoi collaboratori più stretti, e sta per entrare nella sua 500 nera per dirigersi verso la Basilica di San Pietro per la celebrazione della Santa Messa.

E’ una visione che riempie il cuore, riempie la vista, riempie lo sguardo di infinita bontà, riempie di gratitudine il breve tratto di sampietrini che divide il nostro cuore dal Suo.

Gli facciamo un semplice ma ossequioso “ciao ciao” con la manina.

Da dietro al finestrino della sua auto lo vediamo che risponde: “ciao ciao” con la sua mano vestita di bianco.

Un brivido lungo la schiena ci percorre.

Dopo qualche attimo di estasi, riprendiamo il cammino verso l’Aula Paolo VI

Alessandro ci consegna i pass per l’ingresso.

Ci congediamo da Alessandro con un bel selfie: e ce voleva!

Entriamo in Aula Paolo VI

Immensa, luminosa, ampia, spaziosa, luce, tanta luce.

I cardinali parlano ognuno nella propria lingua, ma solo una vibra nel cuore: la Parola di Dio.

Tutto è Dio qui dentro!

Gli ammalati in carrozzina; i bimbi con la testa calva, pazienti della dottoressa Cacchione, provenienti dalla Polonia; le migliaia di persone assiepate dietro la transenna in attesa di un piccolo sorriso del Santo Padre.

L’Aula Paolo VI ha una capienza di circa 6.300 posti a sedere, ma qualora questi nei diversi settori vengano eliminati, trasformandoli in spazi in piedi, la capienza aumenta progressivamente fino a raggiungere la capacità di circa 12.000 persone.

fonte Cathopedia

Noi siamo 4 delle 6mila persone: c’è Eugenio, c’è Francesca, c’è Giuseppina e ci sono io.

Mando un messaggio ad Alessandro per rassicurarlo sulla nostra posizione e sulla nostra serenità in attesa del Pontefice.

Dopo qualche minuto un cerimoniere chiede di me, chiede di noi, e sottovoce e con passo felpato ci fa spostare in una posizione “più strategica”

Ci dice, sussurrando: “il Santo Padre vuole intrattenersi qualche minuto con voi!

Ci guardiamo attoniti, cercando di capire dai nostri sguardi se il nostro cuore continua a battere, oppure ha avuto un attimo di stop dovuto al sussulto! Siamo vivi, sereni, di una serenità paradisiaca!

Ci spostiamo sull’estremo lato della terza fila, giusto sotto la scalinata che porta al Santo Padre.

Alla nostra destra non c’è nessuno, siamo vicino al corridoio; alla nostra sinistra, abbastanza distanti, ci sono due persone. Praticamente siamo isolati. Potremo stringerci attorno al nostro Francesco.

Ascoltiamo con trasporto, con serenità angelica e cuore puro le parole pronunciate dai cardinali di tutti i paesi del mondo, e come dono finale le parole del Santo Padre, come miele per il nostro cuore.

Terminata l’udienza, il Santo Padre scende gli scalini sorretto al braccio destro dal Mons. Leonardo Sapienza.

Mons. Leonardo Sapienza (Cassano delle Murge, 18 novembre 1952) è un presbitero e scrittore italiano, protonotario apostolico di numero. Compito dei protonotari apostolici è quello di redigere gli atti più importanti ed i documenti che annunciano i dogmi, le canonizzazioni, le incoronazioni, le intronizzazioni ed i decessi dei papi. Per di più sovrintendono alla regolare chiusura ed apertura dei conclave e seguono il protocollo dei concistori. I protonotari apostolici effettivi sono inquadrati nella prima sezione della Segreteria di Stato e vengono indicati come Protonotarii Apostolici de numero.

Tempo qualche minuto, mentre il Santo Padre è ancora impegnato a salutare ammalati, laici e presbiteri delle prime file, si avvicina a noi proprio Mons. Leonardo Sapienza.

Leonardo Sapienza ci parla

Sempre sottovoce, ma con piglio di un amicone di vecchia data, di una persona di famiglia con il quale dividiamo pranzo e cena di tutti i giorni, ci dice: “Voi siete i genitori di Eugenio?” e noi, timidamente: “si!

Continua, Mons. Leonardo Sapienza, deciso: “Il Santo Padre si ricorda sempre di Eugenio, è sempre nei suoi pensieri!

Ci guardiamo l’uno con l’altro, cercando ancora una volta di capire se tutto questo stia accadendo veramente, oppure se è un déjà vu con ricordi di una vita che è stata o che sarà!

Sorridiamo: sta accadendo a noi, proprio a noi. Giuseppina sorride, dietro una mascherina anti covid semi abbassata.

Sapienza, compiaciuto, ricambia il sorriso e le dice: “bene, fa bene sorridere!

Ci accomodiamo di nuovo, in attesa di Papa Francesco.

Eccolo, si avvicina. Sono pronto, siamo pronti. Anestetizzati, freddi ma caldi, senza respiro ma con una calma addosso di cui non ne capiamo la provenienza.

Mi armo del mio smartphone: il mio braccio sinistro è pietrificato, prenda quel che prenda, ma io mi tuffo fra le braccia del Santo Padre, del nostro Santo Padre, del nostro Padre Francesco.

Mons. Sapienza sussurra nell’orecchio di Papa Francesco: “sono il papà e la mamma di Eugenio!

Ci stringiamo al Santo Padre Francesco

Lo accarezziamo, come si fa con una persona di famiglia.

Ci accarezza: Francesca è estasiata!

Papa Francesco ci dice, sollevando il libro che gli porge Francesca: “Eugenio è venuto!

Lo ha sentito con noi, in mezzo a noi: in quel momento eravamo uniti nello stesso cuore, noi 4 noi “fantastici 4” e il nostro amato Santo Padre Francesco.

La Sua carezza ci resterà sempre impressa nel cuore; la Sua voce candida come la Sua veste sarà sempre la musica che accompagnerà le nostre preghiere.

La Sua mano ci stringerà ancora, e sempre saremo uniti, nel cuore di Eugenio e fra le braccia del Signore.

Sua Santità si sofferma a sfogliare il libro, il libro di Eugenio .

Il Suo volto è contrito, quasi emozionato.

Si sofferma a gustare alcune foto, e il disegno di Francesca.

E’ compiaciuto, soddisfatto, sicuramente in contatto con Eugenio, come solo lui sa fare.

Si volta con fare serafico, indica al suo collaboratore di consegnarci dei doni.

Due corone bianche madreperlate per le donne, e l’altra in nero per me.

La croce è simile a quella del pastorale del Santo Padre.

La medaglia del Rosario è quella del mosaico Maria Mater Ecclesiae accompagnato dal lemma Totus Tuus

Mi soffermo ad ammirarlo qualche altro secondo, ammaliato dal suo procedere lento e pacifico.

Sollecitano la nostra uscite le guardie e la sicurezza. A malincuore usciamo.

Usciamo dall’aula Paolo VI

Siamo pieni, pieni di grazie. Grazie. “Grazie Santo Padre!” le parole che sono riuscito a pronunciare.

Il sole splende, il nostro cuore anche.

Piazza San Pietro diventa per qualche minuto la nostra casa, la nostra dimora, il nostro giaciglio.

Scambiamo qualche messaggio con Alessandro e Benedetta Capelli. Ci aspettano presso Vatican media.

La sede di Vatican Media è a pochi passi da piazza San Pietro: con Alessandro ci diamo appuntamento all’inizio di Viale della Conciliazione. La percorriamo con animo tanto leggero che i nostri piedi sembrano essere staccati dal suolo.

Ci ritroviamo con Alessandro Gisotti

Alessandro è visibilmente compiaciuto con noi, sorride della nostra gioia, come solo un amico può fare.

Lo sentiamo vicino, lo sentiamo nel nostro cuore. E’ amicizia vera quella che scorre nelle nostre vene. E’ amore sincero per Eugenio quello che ci accomuna. Lo sentiamo sulla pelle.

Vatican Media

Raggiungiamo Piazza Pia 3, sede di Vatican Media, che comprende Radio Vaticana e l’Osservatore Romano.

Alessandro Gisotti è vicedirettore editoriale del Dicastero per la Comunicazione della Santa Sede.

Ci sentiamo subito a casa, anche qui. Il Vaticano è la nostra casa, non saprei dirvi se prima o seconda casa, ma casa è sicuro!

Veniamo accolti come principi e regine, nel loro regno, da Benedetta Capelli, giornalista di Vatican News ed amica di cuore, sorella di tante interviste ed articoli pubblicati appunto dal portale del Vaticano.

Veniamo abbracciati dal calore immenso e gratificante della sorella di Benedetta, Tiziana, con cui abbiamo condiviso in toto l’amore di Eugenio e per Eugenio.

Mentre Francesca, Benedetta e Tiziana come sorelle escono nella bella Roma illuminate dal sole tiepido di fine novembre, Alessandro da ottimo padrone di casa ci illustra ed accompagna della grande sala riunioni principale della Radio Vaticana, che ospita i microfoni storici usati dai Papi negli ultimi anni durante i loro discorsi ufficiali.

Incontriamo, con nostro sommo piacere, il direttore editoriale del Dicastero per la comunicazione della Santa Sede, Andrea Tornielli.

La cosa che più ci lascia stupefatti, piacevolmente meravigliati e colpiti, è sentirci dire: “grazie, grazie di esserci venuti a trovare!

A noi, che di rado sentiamo un saluto anche dal più intimo dei parenti o degli amici; a noi che quasi elemosiniamo il buongiorno quotidiano, continuano a dirci: “grazie!

E che dire dell’affettuosità, della simpatia, della generosità d’animo e dell’accoglienza di Sergio Centofanti.

Ridiamo insieme, di pancia, come vecchi amici, della sua nuova mega scrivania: lui, abituato a martellare tasti su una pesante e ruggente Olivetti adagiata come un pachiderma su una mini scrivania, ora si trova a digitare bottoncini su una piattaforma simile ad una portaerei. Giornalisti d’altri tempi!

Attoniti e compiaciuti, ci gongoliamo nei selfie con Castel Sant’Angelo giusto fuori della terrazza di Vatican News.

Amici? Macchè amici! I brividi sulla pelle non sono di amicizia: sono di affetto, sincero affetto e quel filo d’amore che ci unisce nel nome di Eugenio!

Benedetto Eugenio! Benedetto!

Sono affascinato dalla loro sala regia, ovviamente:

Giriamo per casa, come se vivessimo tutti i giorni con loro, nei loro articoli, nelle loro interviste, nelle loro pubblicazioni.

E la parola che ci risuona sempre, da destra e da sinistra, è sempre: “grazie, grazie della vostra visita!

Anche qui, come in Vaticano, si respira aria di santità, di verità, di candore, di sincerità. Che è raro trovare altrove!

Finalmente entriamo nella mega sala redazione dove ogni giorno, incessantemente ed alacremente Benedetta Capelli pigia i tasti ormai usurati della sua tastiera e scrive meravigliosi ed interessanti articoli su Vatican News.

Ed anche qui troviamo amiche, di sempre, dell’infanzia, dei pannolini: Gabriella Ceraso, appena conosciuta, ma immediatamente i nostri fili si sono intrecciati, a matassa, come se veramente ci conoscessimo da una vita.

Queste sono le meraviglie della fede: affidarsi totalmente a Dio e alle sue opere. E qui abbiamo trovato tante sue opere, meravigliose opere.

E finalmente possiamo abbracciare la fantastica, dolcissima e carissima Marina Tomarro.

E’ così anche con Marina: conosciuta telefonicamente tramite un’intervista su Vatican News, qualche messaggio spot qui e la, e subito la scintilla della condivisione, dell’affetto, dello scambio sereno di sentimenti elevati è scoccata!

Ci fermiamo qualche minuto a chiacchierare anche con Massimiliano Menichetti, responsabile della testata Radio Vaticana – Vatican News, e con Luca Collodi, capo redattore: ed anche con lui, con loro, è affetto a prima vista. Anche Massimiliano ci ringrazia per la nostra visita: stupore, il nostro è stupore, meraviglia, gratificazione e affetto.

Che giornata, che incontri, che affetto! Incisi indelebilmente nel cuore, nei nostri 4 cuori!

E sicuramente nel cuore di tutte le meravigliose persone che abbiamo incontrato oggi.

Scendiamo nella hall per i saluti finali.

A malincuore salutiamo con un “arrivederci a presto, prestissimo” Alessandro Gisotti e la redazione tutta di Vatican Media, che spalancandoci le proprie porte ci ha anche spalancato le porte del cuore del Vaticano.

E nel cuore del Vaticano e del Santo Padre noi ci sentiamo a casa.

Pranzo con le sorelle Capelli

Siamo a pranzo con le sorelle Capelli, Benedetta e Tiziana. L’aria è frizzante, ma il loro calore scalda il nostro guscio, e la condivisione del pranzo diventa momento di comunione. Ci confidiamo, ridiamo, scherziamo, a tratti ci rattristiamo per qualche ricordo che riaffiora, ma il buonumore rallegra la nostra tavola.

E quando il cuore è sincero e grande, trova sempre l’occasione per donarsi e donare.

Benedetta e Tiziana Capelli, dal loro grande e sincero cuore, portano doni per Francesca.

L’amore non è di sangue o del sangue: è nell’aria, vibra come corde tese, da cuore a cuore.
E nel silenzio del proprio cuore impari ad ascoltare l’amore.

A presto!” poche sillabe ci dividono, ma non si separano.

Siamo uniti, sempre, sotto lo stesso cuore di Eugenio.

Roma

Una luce speciale illumina Roma: ne siamo abbagliati, estasiati, sazi.

Sazi di grazie, sazi di grazia.

Conosciuto via Twitter, Padre Marco Piaia è un sacerdote gesuita, che con slancio, passione e sguardo amorevole ha saputo cogliere il mio invito a testimoniare la nostra presentazione del libro di Eugenio il 22 agosto 2021

Ci scambiamo qualche messaggio e ci diamo appuntamento presso la sua chiesa del Gesù in Piazza Argentina.

Percorriamo diversi chilometri a piedi: Francesca è stanchissima, anche noi lo siamo a dire il vero, ma il piacere è così tanto che la fatica viene messa da parte, e la brezza fresca della sera accarezza ancora la nostra pelle rendendola più vigorosa di fronte al lungo tragitto.

Sant’Ignazio di Loyola

Alle 17 circa siamo in Via degli Astalli 16, nella splendida Chiesa del Gesù, la Chiesa di Sant’Ignazio di Loyola

Che meraviglia!

Finalmente ci conosciamo di persona, e l’abbraccio è obbligatorio!

Padre Marco ci aiuta a scoprire Sant’Ignazio e la sua Chiesa, i suoi mille tesori artistici il suo cuore pulsante nel cuore e nella vita di Gesù. Ne rimaniamo ammaliati, affascinati, trasportati.

Con affetto, con infinito affetto ci salutiamo e lasciamo al chip dello smartphone incidere indelebilmente il nostro affetto.

Riprendiamo il nostro cammino romano, e su consiglio dello stesso Padre Marco raggiungiamo la chiesa di San Marcello al Corso dove è custodito il Crocifisso miracoloso.

Fontana di Trevi

Illuminati dal bagliore della luna, raggiungiamo Fontana di Trevi

Francesca lancia la monetina nella Fontana di Trevi

Sazi di amore, pieni di grazie, satolli di affetto e carezze, torniamo in autobus al nostro amato camper Pio, dove pochi attimi dopo aver aperto la porta, crolliamo dal sonno.

Dormiamo insieme, noi 4, in compagnia della nostra cagnolina beagle Lussy, abbracciati dall’amore di Dio, dall’affetto dei nostri amici romani e dalle carezze del Santo Padre.

Buona notte Roma. ♥


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