Leggi e ascolta il Vangelo e La Parola del 8 luglio 2023
Sabato della XIII settimana delle ferie del Tempo Ordinario
- SS. Aquila e Priscilla esempio di coppia cristiana
- B. Pierre (Pietro) Vigne «missionario itinerante» († 1740)
Prima Lettura
Giacobbe soppiantò il fratello e carpì la benedizione che spettava a lui.
Dal libro della Gènesi
Gn 27,1-5.15-29
Isacco era vecchio e gli occhi gli si erano così indeboliti che non ci vedeva più. Chiamò il figlio maggiore, Esaù, e gli disse: «Figlio mio». Gli rispose: «Eccomi».
Riprese: «Vedi, io sono vecchio e ignoro il giorno della mia morte. Ebbene, prendi le tue armi, la tua farètra e il tuo arco, va’ in campagna e caccia per me della selvaggina. Poi preparami un piatto di mio gusto e portamelo; io lo mangerò affinché possa benedirti prima di morire».
Ora Rebecca ascoltava, mentre Isacco parlava al figlio Esaù. Andò dunque Esaù in campagna a caccia di selvaggina da portare a casa.
Rebecca prese i vestiti più belli del figlio maggiore, Esaù, che erano in casa presso di lei, e li fece indossare al figlio minore, Giacobbe; con le pelli dei capretti rivestì le sue braccia e la parte liscia del collo. Poi mise in mano a suo figlio Giacobbe il piatto e il pane che aveva preparato.
Così egli venne dal padre e disse: «Padre mio». Rispose: «Eccomi; chi sei tu, figlio mio?». Giacobbe rispose al padre: «Io sono Esaù, il tuo primogenito. Ho fatto come tu mi hai ordinato. Àlzati dunque, siediti e mangia la mia selvaggina, perché tu mi benedica».
Isacco disse al figlio: «Come hai fatto presto a trovarla, figlio mio!». Rispose: «Il Signore tuo Dio me l’ha fatta capitare davanti». Ma Isacco gli disse: «Avvicìnati e lascia che ti tocchi, figlio mio, per sapere se tu sei proprio il mio figlio Esaù o no».
Giacobbe si avvicinò a Isacco suo padre, il quale lo toccò e disse: «La voce è la voce di Giacobbe, ma le braccia sono le braccia di Esaù». Così non lo riconobbe, perché le sue braccia erano pelose come le braccia di suo fratello Esaù, e lo benedisse.
Gli disse ancora: «Tu sei proprio il mio figlio Esaù?». Rispose: «Lo sono». Allora disse: «Servimi, perché possa mangiare della selvaggina di mio figlio, e ti benedica». Gliene servì ed egli mangiò, gli portò il vino ed egli bevve.
Poi suo padre Isacco gli disse: «Avvicìnati e baciami, figlio mio!». Gli si avvicinò e lo baciò. Isacco aspirò l’odore degli abiti di lui e lo benedisse:
«Ecco, l’odore del mio figlio
come l’odore di un campo
che il Signore ha benedetto.
Dio ti conceda rugiada dal cielo,
terre grasse, frumento
e mosto in abbondanza.
Popoli ti servano
e genti si prostrino davanti a te.
Sii il signore dei tuoi fratelli
e si prostrino davanti a te i figli di tua madre.
Chi ti maledice sia maledetto
e chi ti benedice sia benedetto!».
Parola di Dio.
Salmo Responsoriale
Dal Sal 134 (135)
R. Lodate il Signore, perché il Signore è buono.
Lodate il nome del Signore,
lodatelo, servi del Signore,
voi che state nella casa del Signore,
negli atri della casa del nostro Dio. R.
Lodate il Signore, perché il Signore è buono;
cantate inni al suo nome, perché è amabile.
Il Signore si è scelto Giacobbe,
Israele come sua proprietà. R.
Sì, riconosco che il Signore è grande,
il Signore nostro più di tutti gli dèi.
Tutto ciò che vuole
il Signore lo compie in cielo e sulla terra,
nei mari e in tutti gli abissi. R.
Acclamazione al Vangelo
Alleluia, alleluia.
Le mie pecore ascoltano la mia voce, dice il Signore,
e io le conosco ed esse mi seguono. (Gv 10,27)
Alleluia.
Il Vangelo del 8 luglio 2023
Possono forse gli invitati a nozze essere in lutto finché lo sposo è con loro?
Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 9,14-17
In quel tempo, si avvicinarono a Gesù i discepoli di Giovanni e gli dissero: «Perché noi e i farisei digiuniamo molte volte, mentre i tuoi discepoli non digiunano?».
E Gesù disse loro: «Possono forse gli invitati a nozze essere in lutto finché lo sposo è con loro? Ma verranno giorni quando lo sposo sarà loro tolto, e allora digiuneranno. Nessuno mette un pezzo di stoffa grezza su un vestito vecchio, perché il rattoppo porta via qualcosa dal vestito e lo strappo diventa peggiore. Né si versa vino nuovo in otri vecchi, altrimenti si spaccano gli otri e il vino si spande e gli otri vanno perduti. Ma si versa vino nuovo in otri nuovi, e così l’uno e gli altri si conservano».
Parola del Signore.
San Giovanni della Croce (1542-1591)
carmelitano, dottore della Chiesa
Fiamma d’amore viva, str. 3, 6 (trad. cb© evangelizo)
« Lo sposo è con loro »
Quando uno ama e fa del bene a un altro, lo ama e gli fa del bene secondo la propria condizione e le proprie capacità.
Così fa il tuo Sposo, dimorando in te da onnipotente: ti ama e ti concede grazie secondo la sua onnipotenza. Infinitamente sapiente, ti fa del bene e ti ama con infinita sapienza; infinitamente buono, ti ama con infinita bontà; infinitamente santo, ti ama ed elargisce grazie con santità infinita.
Infintamente giusto, ti ama e ti concede grazie secondo la sua infinita giustizia; infintamente misericordioso, pietoso e clemente, ti fa provare la sua misericordia, pietà e clemenza.
Forte, sublime e delicato, ti ama in modo forte, sublime e delicato. Infintamente limpido e puro ti ama in modo limpido e puro. Superlativamente vero, ti ama secondo la sua infinita verità. Infinitamente generoso, ti ama e ti colma di grazie secondo la sua infinita generosità, senza nessun interesse, solo per farti del bene.
Poiché infine Egli è la virtù della somma umiltà, ti ama con bontà e stima superlative. Ti rende uguale a lui, mostrandosi a te con gioia e con il volto pieno di grazia attraverso i sentieri delle conoscenze che ti dona. E lo senti dire: «Io sono tuo e per te, e ho piacere di essere quale sono per darmi a te e poter essere tuo per sempre ».
O anima fortunata, chi potrà dire ciò che senti sapendoti così amata ed elevata con sì grande stima?
PAROLE DEL SANTO PADRE
“A vini nuovi, otri nuovi. La novità del Vangelo. Cosa ci porta il Vangelo? Gioia e novità.
Questi dottori della legge erano rinchiusi nei loro comandamenti, nelle loro prescrizioni. (…) “Qualcuno di voi può dirmi: ‘Ma, Padre, i cristiani non hanno legge?’; Sì! Gesù ha detto: ‘Io non vengo a chiudere la legge, ma a portarla alla sua pienezza’.
E la pienezza della legge, per esempio, sono le Beatitudini, la legge dell’amore, l’amore totale, come Lui – Gesù – ci ha amato. (…) E per questo la Chiesa ci chiede, a tutti noi, alcuni cambiamenti.
Ci chiede di lasciare da parte le strutture caduche: non servono! E prendere otri nuovi, quelli del Vangelo. Non si può capire la mentalità – per esempio – di questi dottori della legge, di questi teologi farisei: non si può capire la mentalità loro con lo spirito del Vangelo.
Sono cose diverse. Lo stile del Vangelo è uno stile diverso, che porta alla pienezza la legge.
Sì! Ma in un modo nuovo: è il vino nuovo, in otri nuovi”. (Omelia da Santa Marta, 5 settembre 2014)
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