Leggi e ascolta il Vangelo e La Parola del 16 febbraio 2024
Venerdì dopo le Ceneri
- B. Giuseppe Allamano sacerdote e fondatore (1851-1926)
- B. Mariano Arciero sac. “La biblioteca di Dio” (1707-1788)
Prima Lettura
È forse questo il digiuno che bramo?
Dal libro del profeta Isaìa
Is 58,1-9a
Così dice il Signore:
«Grida a squarciagola, non avere riguardo;
alza la voce come il corno,
dichiara al mio popolo i suoi delitti,
alla casa di Giacobbe i suoi peccati.
Mi cercano ogni giorno,
bramano di conoscere le mie vie,
come un popolo che pratichi la giustizia
e non abbia abbandonato il diritto del suo Dio;
mi chiedono giudizi giusti,
bramano la vicinanza di Dio:
“Perché digiunare, se tu non lo vedi,
mortificarci, se tu non lo sai?”.
Ecco, nel giorno del vostro digiuno curate i vostri affari,
angariate tutti i vostri operai.
Ecco, voi digiunate fra litigi e alterchi
e colpendo con pugni iniqui.
Non digiunate più come fate oggi,
così da fare udire in alto il vostro chiasso.
È forse come questo il digiuno che bramo,
il giorno in cui l’uomo si mortifica?
Piegare come un giunco il proprio capo,
usare sacco e cenere per letto,
forse questo vorresti chiamare digiuno
e giorno gradito al Signore?
Non è piuttosto questo il digiuno che voglio:
sciogliere le catene inique,
togliere i legami del giogo,
rimandare liberi gli oppressi
e spezzare ogni giogo?
Non consiste forse nel dividere il pane con l’affamato,
nell’introdurre in casa i miseri, senza tetto,
nel vestire uno che vedi nudo,
senza trascurare i tuoi parenti?
Allora la tua luce sorgerà come l’aurora,
la tua ferita si rimarginerà presto.
Davanti a te camminerà la tua giustizia,
la gloria del Signore ti seguirà.
Allora invocherai e il Signore ti risponderà,
implorerai aiuto ed egli dirà: “Eccomi!”».
Parola di Dio.
Salmo Responsoriale
Dal Sal 50 (51)
R. Tu non disprezzi, o Dio, un cuore contrito e affranto.
Pietà di me, o Dio, nel tuo amore;
nella tua grande misericordia
cancella la mia iniquità.
Lavami tutto dalla mia colpa,
dal mio peccato rendimi puro. R.
Sì, le mie iniquità io le riconosco,
il mio peccato mi sta sempre dinanzi.
Contro di te, contro te solo ho peccato,
quello che è male ai tuoi occhi, io l’ho fatto. R.
Tu non gradisci il sacrificio;
se offro olocàusti, tu non li accetti.
Uno spirito contrito è sacrificio a Dio;
un cuore contrito e affranto tu, o Dio, non disprezzi. R.
Acclamazione al Vangelo
Lode a te, o Cristo, re di eterna gloria!
Cercate il bene e non il male, se volete vivere,
e il Signore sarà con voi. (Cf. Am 5,14)
Lode a te, o Cristo, re di eterna gloria!
Il Vangelo del 16 febbraio 2024
Quando lo sposo sarà loro tolto, allora digiuneranno.
Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 9,14-15
In quel tempo, si avvicinarono a Gesù i discepoli di Giovanni e gli dissero: «Perché noi e i farisei digiuniamo molte volte, mentre i tuoi discepoli non digiunano?».
E Gesù disse loro: «Possono forse gli invitati a nozze essere in lutto finché lo sposo è con loro? Ma verranno giorni quando lo sposo sarà loro tolto, e allora digiuneranno».
Parola del Signore.
San Massimo di Torino (? – ca 420)
vescovo
Discorso 28, PL 57, 587-590; CC Discorso 35, 136-139 (trad. cb© evangelizo)
All’origine della Quaresima: accompagnare i catecumeni fino al Battesimo, nella notte di Pasqua
Trascorso questo tempo consacrato all’osservanza del digiuno, l’anima, purificata e spossata, giunge al battesimo. Riprende le forze immergendosi nelle acque dello Spirito; ciò che era stato bruciato dalle fiamme delle malattie, ora rinasce dalla rugiada della grazia celeste. Lasciando la corruzione dell’uomo vecchio, il neofita acquista una giovinezza nuova…
Per mezzo di una nuova nascita, rinasce altra persona, nonostante sia lo stesso che aveva peccato prima. Elia, con un digiuno ininterrotto di quaranta giorni e quaranta notti, ha meritato di porre fine, grazie all’acqua del cielo, ad una siccità prolungata sulla terra intera (1 R 19,8 ; 18, 41); ha spento la sete bruciante del suolo, portandogli una pioggia abbondante.
Questo successe per darci un esempio, affinché meritassimo, dopo un digiuno di quaranta giorni, la pioggia benedetta del battesimo, e l’acqua del cielo annaffiasse tutta la terra, arida da lungo tempo presso i nostri fratelli del mondo intero. Il battesimo, come una rugiada di salvezza, porrà fine alla lunga sterilità del mondo pagano. Infatti, chiunque non è stato immerso nella grazia del battesimo soffre la siccità e l’aridità spirituali.
Con uno stesso digiuno di quaranta giorni e quaranta notti, il santo Mosè ha meritato di parlare con Dio, di stare con lui, di dimorare con lui, di ricevere dalle sue mani i precetti della Legge (Es 24, 18)… Anche noi, fratelli carissimi, digiuniamo con fervore lungo tutto questo periodo affinché…anche per noi si aprano i cieli e si chiudano gli inferi.
PAROLE DEL SANTO PADRE
La salvezza, il Signore la dà dentro un popolo, nell’appartenenza a un popolo.
Quello è il digiuno che vuole il Signore! Digiuno che si preoccupa della vita del fratello, che non si vergogna – lo dice Isaia stesso – della carne del fratello. La nostra perfezione, la nostra santità va avanti con il nostro popolo, nel quale noi siamo eletti e inseriti. Il nostro atto di santità più grande è proprio nella carne del fratello e nella carne di Gesù Cristo.
(…) È andare a dividere il pane con l’affamato, a curare gli ammalati, gli anziani, quelli che non possono darci niente in contraccambio: quello è non vergognarsi della carne!
(…) Quando io do un’elemosina, guardo negli occhi di mio fratello, di mia sorella? Quando io so che una persona è ammalata, vado a trovarla? La saluto con tenerezza? C’è un segno che forse ci aiuterà, è una domanda: so carezzare gli ammalati, gli anziani, i bambini o ho perso il senso della carezza?
Questi ipocriti non sapevano carezzare! Se ne erano dimenticati… Non vergognarsi della carne di nostro fratello: è la nostra carne! Come noi facciamo con questo fratello, con questa sorella, saremo giudicati. (Omelia da Santa Marta, 7 marzo 2014)
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