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Grazie Virtus Roma basket

L'ospedale non è solo cura, dolore, medicine e terapie.

Può diventare luogo dove nascono dei rapporti di stima, delle amicizie sincere e profonde, si intrecciano conoscenze, si condividono passioni.

In questi mesi, nei vari ospedali che abbiamo girato, la nostra storia si è intrecciata con quella di tante altre persone.

Bambini, adulti, che forse proprio per la condizione di vulnerabilità in cui tutti eravamo (e ancora siamo) si sono raccontate e conosciute. Oggi, in particolare, condividiamo con voi la storia di Pompea.

Una dolcissima signora, di Atina (FR), conosciuta alla Neuromed.

Io avevo accompagnato Eugenio a fare la tac di controllo dopo il primo intervento, lei era in attesa di fare lo stesso esame. Convenevoli di rito, poi iniziamo a raccontarci i dettagli di quella degenza. Lei, dopo una serie di diagnosi errate e cure "inconcludenti" era approdata a Pozzilli dove l'avrebbero dovuta operare per un tumore quasi analogo a quello di Eugenio.

Una donna già segnata da altri interventi e cure varie, spaventata da quanto avrebbe dovuto affrontare. Era impaurita, titubante al punto che non aveva ancora firmato il "consenso informato". E l'intervento era il giorno dopo!

Ascolto la sua storia, la rincuoro, e le racconto di Eugenio, dei suoi 13 anni, dell'intervento subíto e di quello da fare. Il suo stupore iniziale si trasforma in partecipazione profonda; Eugenio esce dalla sala tac, si guardano, non parlano ma si stringono forte la mano.

"Eugenio mi hai convinto, firmo! Se tu a 13 anni stai mostrando tanto coraggio, non posso essere io codarda a 60 anni."

Bene: Pompea firmò, si operò il giorno dopo e, con l'aiuto di Dio, tutto sta andando per il meglio.

Durante la degenza, abbiamo conosciuto il marito Tonino, artigiano vetraio, un uomo schietto e simpatico che si è preso a cuore la nostra storia. Gli abbiamo raccontato della passione di Eugenio per il basket, e lui si è messo in movimento, come solo i veri amici sanno fare, per fargli un grande regalo.

La faccio breve: Tonino ha un amico, Lucio, che è giudice sportivo nelle partite di basket, e lo coinvolge subito per far arrivare ad Eugenio un messaggio di incoraggiamento e una prova tangibile di partecipazione. Lucio si impegna ed ecco qui la sorpresa!

Oggi ci vengono a trovare, Tonino e Lucio e consegnano ad Eugenio la maglia della Virtus Roma (serie A) autografata da tutti i cestisti.

Che dire. Di fronte a queste manifestazioni di affetto, noi ci sentiamo sempre molto piccoli e indegni. Pompea, che è rimasta a casa, telefona e mentre la ringrazio, mi interrompe e mi dice: "io ringrazio Eugenio, è lui che mi ha dato coraggio e forza, ricordalo. È lui quello speciale!"

Grazie Pompea, grazie Tonino, grazie Lucio e grazie Virtus Roma basket?

La palla a spicchi crea grandi emozioni, sempre!

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