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18 giugno, giorno di esami

Quante prove in questo giorno!

Oggi iniziano gli esami di maturità, esami di Stato. Esami attesi e temuti da migliaia di ragazzi.

Tra loro, i tuoi amici, i tuoi compagni di classe. A tutti, ieri sera ho augurato “buona fortuna”. Si, perché un pizzico di fortuna a questo esame (come a tutti) non guasta.

Sono sicura che anche tu oggi sarai seduto al tuo banco celeste e sosterrai la tua prova di “maturità”. Quella che il Signore saprà riconoscere e per la quale ti premierà.

E sono anche certa che questa notte hai confortato le ansie di tutti i tuoi “fra” “sister” e “bro” e adesso sei al banco con loro, e li stai confortando e sussurrando all’orecchio di stare tranquilli, sereni, che tutto andrà per il verso giusto.

Ma il mio pensiero corre ad un altro 18 giugno, quello di cinque anni fa. L’esame di terza media. Quell’esame che avevi voluto sostenere con tutte le tue forze; quella “tesina” preparata con passione, dedizione, verso un argomento a te caro: gli Stati Uniti d’America. A ripensarci oggi, che lavoro titanico! Eravamo in pieno Covid, noi venivamo da giorni frenetici vissuti a Roma per iniziare una terapia sperimentale che ci dava speranze…

Quella mattina ti sei alzato sereno ed a tratti euforico, hai voluto indossare la tua camicia a fiori, e ti sei seduto al tavolo con il pc aperto, in attesa del collegamento. C’erano i tuoi professori, la Ds, anche la tua prof. celeste , sono stati dolcissimi e delicati nel farti parlare di te, di come stavi, come ti sentivi. Non hanno chiesto regole o date, ma hanno premiato la tua esperienza di vita.

Quell’esame ti ha dato grande gioia; ti ha fatto sentire “uguale” a tutti gli altri, quell’anno di sofferenze, di ospedale, di terapie, non esistevano. Per quella mezz’ora sei stato solo un alunno di terza media che sosteneva il suo esame. Quanta serenità abbiamo vissuto! E quanta forza ci ha dato!

Oggi, mi ritorna in mente anche il mio esame di maturità; iniziato proprio il 18 giugno. L’anno era il 1988 (un secolo fa!).

E mi ritorna alla mente la mia classe, i miei mitici amici e compagni di mille avventure. Lo sai, di tanto in tanto, riusciamo a vederci, a sentirci… Con alcune, l’amicizia si è rinforzata dopo gli esami e ancora oggi ci teniamo aggiornate quasi quotidianamente.

Proprio ieri, nel gruppo Whatsapp dei mitici, è arrivata la notizia che Lorella aveva smesso di soffrire e, aveva raggiunto l’eternità.

Si, Lorella. La più brava della classe; quella ragazza che sin da allora si era mostrata decisa, caparbia, dolce e sensibile.

Lorella, che abbiamo avuto come “compagna di ospedale” a Pozzilli, i cui familiari ci hanno ospitato nella casa che avevano affittato lì per starle vicino, che si è battuta come una leonessa per sconfiggere il tuo stesso nemico… ieri ha detto basta, non ne posso più di lottare, voglio gioire in eterno, voglio muovermi senza più carrozzina, voglio ridere e parlare, senza più limiti e voglio godere e avere cura del giardino celeste come ho curato le piante e i fiori terreni.

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Per noi è stato difficile, vederla inerme ieri sera. E’ stato difficile salutare Antonio, Anna, Valentina… in quegli sguardi c’era il nostro dolore, c’erano i ricordi che sono riaffiorati. C’era la delicatezza e la preziosità di un rapporto che, in questi anni, a distanza, diceva a ciascuno di noi “forza, non mollare!”

Tu, Eugenio, l’avrai riconosciuta e l’avrai accolta. Si, me lo immagino il vostro incontro. Bellissimi, nella luce di Dio!

Non serve che ti chieda nulla. Tu sai come aiutarla a prendere confidenza con il posto!

E non posso non chiederti di essere vicino, e di sostenere, di guidare (come già fai), Francesca, che a giorni sosterrà la prova orale dell’esame di terza media. E lei, che ha mostrato già tanta maturità e tanta forza, ora ha bisogno di vivere solo le ansie giuste della sua età. Tu sai.

E sai quanto ti amo.

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