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Preghierina del 2 ottobre 2022

Leggi e ascolta la nostra preghierina del 2 ottobre 2022

La natura non fa nulla d'inutile.

Aristotele

Dove c’è amore c’è famiglia, dove c'è famiglia c'è amore.

Hai quella malinconia del giorno in cui tutto è sembrato un'ora, un minuto, un immagine che non se andrà mai dal tuo cuore.

Quell' immagine del 19 agosto 2019 rimarrà sempre la stessa foto a colori come la nostra vita se tu la vuoi colorare con la felicità.

tutti i Ruberto's a Treviso
tutti i Ruberto's a Treviso

La felicità che puoi avere solo quando sei con le persone che ami, che ti vogliono bene come i nostri zii e cugini terreni e angioletti come Eugenio, Nonno Eugenio e zio Mimmo...

L'amore che non ha limiti di felicità.

Speriamo che questa sera ti possiamo trovare come nella foto, sorridente come sempre.

Entro nel testo (Lc 17,5-10)

In quel tempo, gli apostoli dissero al Signore: «Accresci in noi la fede!». Il Signore rispose: «Se aveste fede quanto un granello di senape, potreste dire a questo gelso: “Sràdicati e vai a piantarti nel mare”, ed esso vi obbedirebbe. Chi di voi, se ha un servo ad arare o a pascolare il gregge, gli dirà, quando rientra dal campo: “Vieni subito e mettiti a tavola”? Non gli dirà piuttosto: “Prepara da mangiare, stríngiti le vesti ai fianchi e sérvimi, finché avrò mangiato e bevuto, e dopo mangerai e berrai tu”? Avrà forse gratitudine verso quel servo, perché ha eseguito gli ordini ricevuti? Così anche voi, quando avrete fatto tutto quello che vi è stato ordinato, dite: “Siamo servi inutili. Abbiamo fatto quanto dovevamo fare”».

Mi lascio ispirare

Perché Gesù risponde in questo modo di fronte alla domanda degli apostoli di accrescere la loro fede? Cosa c’entra?
L’immagine del granello di senape e del gelso è chiara: possiamo facilmente comprendere che la questione non può essere posta in termini quantitativi. Non si tratta di avere più fede: ne basta una quantità infinitesima per generare una conseguenza enorme.

Il secondo racconto è meno intuitivo. Oggi suonerebbe più o meno così: se avessi un figlio o una figlia che torna a casa da scuola entusiasta perché ha preso un bel voto, avresti il coraggio di dirgli/le: “hai fatto solo il tuo dovere”? In effetti, nel passato questo tipo di risposta era frequente e il più delle volte gli adulti se la ricordano bene e non certo come qualcosa di bello! L’essere umano ha bisogno di essere valorizzato per quanto riesce a compiere. E’ in questa dinamica del porre un’azione e dell’essere autenticamente apprezzati che nel periodo dello sviluppo la persona può crescere in autostima e assertività. E’ così che viene liberata tutta la sua potenzialità d’amore.

Gesù sta provocando i suoi apostoli invitandoli a registrare la contraddizione che si genera interiormente di fronte a questo racconto. Lo possiamo verificare anche dentro di noi. Da un lato non possiamo fare a meno di riconoscere che il Dio in cui crediamo ha formalmente ragione a non mostrare gratitudine per un gesto dovuto, che è nostro dovere. Dall’altro, non possiamo non registrare un senso di rammarico e ingiustizia nel riconoscerci servi inutili. Solo dentro questa contraddizione può essere custodita quella speranza che fa dire: si è vero, ma come sarebbe bello se fosse un Dio diverso…

Tale speranza viene confermata quando nella passione è Gesù stesso che prepara un banchetto per i suoi e si mette a lavare loro i piedi. In quell’occasione smentirà clamorosamente il racconto che ha appena fatto. E in quella sconvolgente sorpresa, la fede in un Dio che si comporta così nasce spontanea, frutto di meraviglia e non conseguenza di un timore reverenziale. Ecco allora svelato il perché Gesù risponde in quel modo ai suoi apostoli: non sta dando loro una risposta intellettuale, sta preparando le condizioni perché la loro e la nostra fede possa genuinamente sgorgare dal cuore. Quando questo accade, diventiamo capaci di imprese meravigliose…

Flavio Emanuele Bottaro SJ

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