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Leggi e ascolta la preghierina del 2 novembre 2023

Solo l’amore rimane

commento al Vangelo di oggi di Mt 25,31-46, a cura di Flavio Emanuele Bottaro SJ

Preghierina del 2 novembre 2023
Preghierina del 2 novembre 2023 9

Chi è amato non conosce morte, perché l’amore è immortalità, o meglio, è sostanza divina.

Emily Dickinson

Entro nel testo (Mt 25,31-46)

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Quando il Figlio dell’uomo verrà nella sua gloria, e tutti gli angeli con lui, siederà sul trono della sua gloria.

Davanti a lui verranno radunati tutti i popoli. Egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dalle capre, e porrà le pecore alla sua destra e le capre alla sinistra.

Allora il re dirà a quelli che saranno alla sua destra: “Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla creazione del mondo, perché ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere, ero straniero e mi avete accolto, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, ero in carcere e siete venuti a trovarmi”.

Allora i giusti gli risponderanno: “Signore, quando ti abbiamo visto affamato e ti abbiamo dato da mangiare, o assetato e ti abbiamo dato da bere? Quando mai ti abbiamo visto straniero e ti abbiamo accolto, o nudo e ti abbiamo vestito? Quando mai ti abbiamo visto malato o in carcere e siamo venuti a visitarti?”.

E il re risponderà loro: “In verità io vi dico: tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me”. Poi dirà anche a quelli che saranno alla sinistra: “Via, lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli, perché ho avuto fame e non mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e non mi avete dato da bere, ero straniero e non mi avete accolto, nudo e non mi avete vestito, malato e in carcere e non mi avete visitato”.

Anch’essi allora risponderanno: “Signore, quando ti abbiamo visto affamato o assetato o straniero o nudo o malato o in carcere, e non ti abbiamo servito?”. Allora egli risponderà loro: “In verità io vi dico: tutto quello che non avete fatto a uno solo di questi più piccoli, non l’avete fatto a me”. E se ne andranno: questi al supplizio eterno, i giusti invece alla vita eterna».

Mi lascio ispirare

Il criterio per la vita eterna è chiaro: prendersi cura dell’altro. Quando recuperiamo la consapevolezza che l’essere umano dispiega sé stesso nella relazione con i suoi simili, con i suoi pari, lì accade la pienezza. L’essere umano diventa se stesso riconoscendo gli altri come esseri umani. Quando, per qualsiasi motivo, ci sottraiamo a questo riconoscimento reciproco, perdiamo umanità. Non è solo questione di essere cristiani: è questione di essere umani!

Nel giorno in cui commemoriamo i nostri cari defunti, possiamo ricordare i loro volti, i loro sorrisi, il bene che ci hanno voluto, il bene che ci hanno fatto, magari senza neanche saperlo. Nel ricordarli, forse anche con una lacrima sul viso, implicitamente o esplicitamente riconosciamo quanto importante sia stata quella relazione per la nostra vita. Ovvero, quanto quella relazione abbia contribuito a far fiorire la nostra umanità. Nella relazione con quella persona cara, che ora non c’è più, la sua umanità è divenuta parte della mia, il suo modo di amare ha plasmato il mio modo di amare. È la sua eredità per noi.

È così che i nostri cari vengono assunti nella luce del Risorto e vivono nella pienezza: perché custoditi dalla nostra umanità. Ogni volta che lasciamo che questa umanità ci abiti, consolidiamo la loro posizione di salvati perché stiamo riconoscendo che la loro vita non è stata spesa invano. E noi siamo i testimoni viventi del bene che hanno potuto compiere. È così che procediamo di generazione in generazione, salvando e lasciandoci salvare.

Flavio Emanuele Bottaro SJ

Immagino

Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.

Rifletto sulle domande

Quali sono le persone defunte che ti hanno amato e che ricordi con tenerezza?
In che modo il loro modo di volerti bene è divenuto il tuo modo di voler bene?
Quali persone stai amando come sei stato amato tu?

Ringrazio

Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi…
Recito un “Padre nostro” per congedarmi e uscire dalla preghiera.

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