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Leggi e ascolta la preghierina del 1 giugno 2023

La grazia di vedere meglio

commento al Vangelo di oggi di Marco 10,46-52, a cura di Federico Parise SJ

Ora che ho perso la vista ci vedo di più.

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Entro nel testo (Mc 10,46-52)

In quel tempo, mentre Gesù partiva da Gèrico insieme ai suoi discepoli e a molta folla, il figlio di Timèo, Bartimèo, che era cieco, sedeva lungo la strada a mendicare.

Sentendo che era Gesù Nazareno, cominciò a gridare e a dire: «Figlio di Davide, Gesù, abbi pietà di me!». Molti lo rimproveravano perché tacesse, ma egli gridava ancora più forte: «Figlio di Davide, abbi pietà di me!».

Gesù si fermò e disse: «Chiamatelo!».

Chiamarono il cieco, dicendogli: «Coraggio! Àlzati, ti chiama!».

Egli, gettato via il suo mantello, balzò in piedi e venne da Gesù. Allora Gesù gli disse: «Che cosa vuoi che io faccia per te?».

E il cieco gli rispose: «Rabbunì, che io veda di nuovo!». E Gesù gli disse: «Va’, la tua fede ti ha salvato». E subito vide di nuovo e lo seguiva lungo la strada.

preghierina del 1 giugno 2023
Preghierina del 1 giugno 2023 4

Mi lascio ispirare

L’incontro con Bartimeo conclude il viaggio di Gesù verso Gerusalemme nel Vangelo di Marco; viaggio che è anche l’occasione per i discepoli di stare assieme a Gesù, osservare il suo modo di fare, penetrarne i criteri e il cuore.

Non fanno una gran figura: Gesù tenta in tutti i modi di inculcare loro un’idea precisa di che cosa vuol dire essere discepolo, e cioè servire, ma questo non entra nel loro modo di vedere le cose. Pietro rimprovera Gesù di mettersi nei guai, discutono fra loro su chi sia il migliore – le gare di vanità ci sono anche nella Bibbia… Possiamo dire che sono ciechi, non vedono realmente Gesù per quello che è ma per chi vorrebbero che sia: uno di cui poter, un giorno, condividere rispetto e fama.

Il contrasto con Bartimeo è stridente: è lui l’unico che capisce di essere cieco, eppure non si fa vincere da questo: grida, getta via il suo mantello, simbolo di tutte le sicurezze che si è costruito per proteggersi dal dolore, e scatta in piedi. In tutto questo si rivela più acuto dei discepoli: capisce Gesù prima di tutto è il Salvatore, colui che guarisce dalle cecità.

Questo sembra essere il primo passo per essere discepoli e poter affrontare le Gerusalemme della nostra vita: non contrapporre la forza alla fatica del viaggio, ma chiedere la grazia di vedere meglio.

Federico Parise SJ


Rifletto sulle domande

In questo momento qual è la Gerusalemme della tua vita?

Che cosa vorresti condividere dello stile di Gesù?

Quale tuo “mantello” a volte ti risulta ormai vecchio o scomodo?


Atto di Consacrazione al Sacro Cuore di Gesù

Affidiamo a Gesù il nostro cuore e le nostre azioni del mese di giugno

Il tuo Cuore, o Gesù, è asilo di pace, il soave rifugio nelle prove della vita, il pegno sicuro della mia salvezza. A Te mi consacro interamente, senza riserve, per sempre.

Prendi possesso, o Gesù, del mio cuore, della mia mente, del mio corpo, dell’anima mia, di tutto me stesso. I miei sensi, le mie facoltà, i miei pensieri ed affetti sono tuoi. Tutto ti dono e ti offro; tutto appartiene a te.

Signore, voglio amarti sempre più, voglio vivere e morire di amore. Fa o Gesù, che ogni mia azione, ogni mia parola, ogni palpito del mio cuore siano una protesta di amore; che l’ultimo respiro sia un atto di ardentissimo e purissimo amore per te.

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