Martedì della XXXI settimana delle ferie del Tempo Ordinario
- S. Carlo Borromeo cardinale a Milano (1538-1584)
- B. Teresa Manganiello terziaria francescana (1849-1876)
- Santo del giorno
Prima Lettura
Siamo membra gli uni degli altri.
Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani
Rm 12,5-16a
Fratelli, noi, pur essendo molti, siamo un solo corpo in Cristo e, ciascuno per la sua parte, siamo membra gli uni degli altri.
Abbiamo doni diversi secondo la grazia data a ciascuno di noi: chi ha il dono della profezia la eserciti secondo ciò che detta la fede; chi ha un ministero attenda al ministero; chi insegna si dedichi all’insegnamento; chi esorta si dedichi all’esortazione. Chi dona, lo faccia con semplicità; chi presiede, presieda con diligenza; chi fa opere di misericordia, le compia con gioia.
La carità non sia ipocrita: detestate il male, attaccatevi al bene; amatevi gli uni gli altri con affetto fraterno, gareggiate nello stimarvi a vicenda. Non siate pigri nel fare il bene, siate invece ferventi nello spirito; servite il Signore. Siate lieti nella speranza, costanti nella tribolazione, perseveranti nella preghiera. Condividete le necessità dei santi; siate premurosi nell’ospitalità.
Benedite coloro che vi perseguitano, benedite e non maledite. Rallegratevi con quelli che sono nella gioia; piangete con quelli che sono nel pianto. Abbiate i medesimi sentimenti gli uni verso gli altri; non nutrite desideri di grandezza; volgetevi piuttosto a ciò che è umile.
Parola di Dio.
Salmo Responsoriale
Sal 130 (131)
R. Custodiscimi, Signore, nella pace.
Signore, non si esalta il mio cuore
né i miei occhi guardano in alto;
non vado cercando cose grandi
né meraviglie più alte di me. R.
Io invece resto quieto e sereno:
come un bimbo svezzato in braccio a sua madre,
come un bimbo svezzato è in me l’anima mia. R.
Israele attenda il Signore,
da ora e per sempre. R.
Acclamazione al Vangelo
Alleluia, alleluia.
Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi,
e io vi darò ristoro, dice il Signore. (Mt 11,28)
Alleluia.
Il Vangelo di oggi 4 novembre 2025
Esci per le strade e lungo le siepi e costringili ad entrare, perché la mia casa si riempia.
Dal Vangelo secondo Luca
Lc 14,15-24
In quel tempo, uno dei commensali, avendo udito questo, disse a Gesù: «Beato chi prenderà cibo nel regno di Dio!».
Gli rispose: «Un uomo diede una grande cena e fece molti inviti. All’ora della cena, mandò il suo servo a dire agli invitati: “Venite, è pronto”. Ma tutti, uno dopo l’altro, cominciarono a scusarsi. Il primo gli disse: “Ho comprato un campo e devo andare a vederlo; ti prego di scusarmi”. Un altro disse: “Ho comprato cinque paia di buoi e vado a provarli; ti prego di scusarmi”. Un altro disse: “Mi sono appena sposato e perciò non posso venire”.
Al suo ritorno il servo riferì tutto questo al suo padrone. Allora il padrone di casa, adirato, disse al servo: “Esci subito per le piazze e per le vie della città e conduci qui i poveri, gli storpi, i ciechi e gli zoppi”.
Il servo disse: “Signore, è stato fatto come hai ordinato, ma c’è ancora posto”. Il padrone allora disse al servo: “Esci per le strade e lungo le siepi e costringili ad entrare, perché la mia casa si riempia. Perché io vi dico: nessuno di quelli che erano stati invitati gusterà la mia cena”».
Parola del Signore.

Sant’Ambrogio (ca 340-397)
vescovo di Milano e dottore della Chiesa
Sul Vangelo di Luca, 7, 202-203 ; SC 52, 84 (trad. cb@evangelizo)
“Spingili a entrare, perché la mia casa si riempia”
Gli invitati si scusano, mentre il Regno non è chiuso per nessuno, eccetto per colui che si autoesclude con la sua parola. Nella sua clemenza, il Signore invita tutti, ma è la nostra vigliaccheria o il nostro smarrimento che ci tiene fuori. Colui che preferisce comprare un campo, è estraneo al Regno; nel tempo di Noè, quelli che compravano e vendevano sono stati inghiottiti dal diluvio (Lc 17,28)… Lo stesso dicasi per colui che si scusa perché prende moglie; infatti sta scritto: “Se uno viene a me e non odia suo padre, sua madre, la moglie, non può essere mio discepolo” (Lc 14,26). (…) Perciò, dopo il disdegno superbo dei ricchi, Cristo si rivolge ai pagani; fa entrare i buoni e i cattivi, per far crescere i buoni, per migliorare le disposizioni dei cattivi. (…) Invita i poveri, gli infermi, i ciechi, il che ci mostra che l’infermità fisica non esclude nessuno dal Regno, piuttosto che l’infermità dei peccati viene guarita dalla misericordia del Signore. (…) Egli manda dunque a cercare per le strade, perché “la sapienza grida per le strade” (Pr 1,20). Manda per le piazze, perché ha detto ai peccatori di lasciare le vie spaziose per raggiungere la porta stretta che conduce alla vita (Mt 7,13). Manda per le vie e lungo le siepi, perché sono capaci di giungere al regno dei cieli coloro che, senza essere trattenuti dai beni presenti, si affrettano verso i beni a venire, incamminati sulla via della buona volontà e coloro che sanno distinguere il bene dal male, opponendo il baluardo della fede alle tentazioni del peccato, così come i campi sono delimitati dalla siepe.
Le Parole dei Papi
Il cristiano è quello che è invitato a una festa; alla gioia: alla gioia di essere salvato, alla gioia di essere redento, alla gioia di partecipare alla vita con Gesù. Questa è la gioia. E una festa è un raduno di persone che parlano, ridono, festeggiano, sono felici. Io fra le persone mentalmente normali non ho mai visto uno che faccia festa da solo: sarebbe un po’ noioso aprire la bottiglia del vino, questo non è festa, è un’altra cosa. Si fa festa con gli altri, si fa festa in famiglia, si fa festa con gli amici. Si fa festa con le persone che sono state invitate, come io sono stato invitato. (…) La Chiesa è per tutti, incominciando da questi che ho detto: i più emarginati. La Chiesa è di tutti. Il Signore è molto generoso, il Signore apre tutte le porte. Il Signore capisce anche quello che gli dice: “No, Signore, non voglio andare da te.” Capisce e lo aspetta, perché è misericordioso. Ma al Signore non piace quell’uomo che dice di sì e fa di no. Che fa finta di ringraziarlo, tante cose belle, ma nella verità va per la sua strada; che ha delle buone maniere, ma fa la propria volontà, non quella del Signore. (Papa Francesco – Omelia Santa Marta, 5 novembre 2013)





