Leggi e ascolta il Vangelo e la Parola del 19 aprile 2025
Sabato Santo : Veglia Pasquale nella Notte Santa
Lettura del Giorno
Le letture di oggi, Sabato Santo, sono tratte dalla Liturgia delle Ore (Ufficio delle Letture)
Dalla lettera agli Ebrei
4, 1-16
Dobbiamo dunque temere che, mentre ancora rimane in vigore la promessa di entrare nel suo riposo, qualcuno di voi ne sia giudicato escluso. Poiché anche a noi, al pari di quelli, è stata annunziata una buona novella: purtroppo però ad essi la parola udita non giovò in nulla, non essendo rimasti uniti nella fede a quelli che avevano ascoltato. Infatti noi che abbiamo creduto possiamo entrare in quel riposo, secondo ciò che egli ha detto:
Sicché ho giurato nella mia ira:
Non entreranno nel mio riposo!
Questo, benché le sue opere fossero compiute fin dalla fondazione del mondo. Si dice infatti in qualche luogo a proposito del settimo giorno: E Dio si riposò nel settimo giorno da tutte le opere sue. E ancora in questo passo: Non entreranno nel mio riposo! Poiché dunque risulta che alcuni debbono ancora entrare in quel riposo e quelli che per primi ricevettero la buona novella non entrarono a causa della loro disobbedienza, egli fissa di nuovo un giorno, oggi, dicendo in Davide dopo tanto tempo:
Oggi, se udite la sua voce,
non indurite i vostri cuori!
Se Giosuè infatti li avesse introdotti in quel riposo, Dio non avrebbe parlato, in seguito, di un altro giorno. È dunque riservato ancora un riposo sabatico per il popolo di Dio. Chi è entrato infatti nel suo riposo, riposa anch'egli dalle sue opere, come Dio dalle proprie.
Affrettiamoci dunque ad entrare in quel riposo, perché nessuno cada nello stesso tipo di disobbedienza.
Infatti la parola di Dio è viva, efficace e più tagliente di ogni spada a doppio taglio; essa penetra fino al punto di divisione dell'anima e dello spirito, delle giunture e delle midolla e scruta i sentimenti e i pensieri del cuore. Non v'è creatura che possa nascondersi davanti a lui, ma tutto è nudo e scoperto agli occhi suoi e a lui noi dobbiamo rendere conto.
Poiché dunque abbiamo un grande sommo sacerdote, che ha attraversato i cieli, Gesù, Figlio di Dio, manteniamo ferma la professione della nostra fede. Infatti non abbiamo un sommo sacerdote che non sappia compatire le nostre infermità, essendo stato lui stesso provato in ogni cosa, a somiglianza di noi, escluso il peccato. Accostiamoci dunque con piena fiducia al trono della grazia, per ricevere misericordia e trovare grazia ed essere aiutati al momento opportuno.
Il Vangelo di oggi 19 aprile 2025

Dal Vangelo secondo Matteo (citato nel Responsorio dell’Ufficio delle Letture)
Mt 27, 62-66
Il giorno seguente, quello dopo la Parasceve, si riunirono presso Pilato i sommi sacerdoti e i farisei, dicendo: «Signore, ci siamo ricordati che quell'impostore disse mentre era vivo: Dopo tre giorni risorgerò. Ordina dunque che sia vigilato il sepolcro fino al terzo giorno, perché non vengano i suoi discepoli, lo rubino e poi dicano al popolo: È risuscitato dai morti. Così quest'ultima impostura sarebbe peggiore della prima!». Pilato disse loro: «Avete la vostra guardia, andate e assicuratevi come credete». Ed essi andarono e assicurarono il sepolcro, sigillando la pietra e mettendovi la guardia.

Eusebio Gallicano (5° sec.)
monaco, poi vescovo
Omelia 12 A; CCL 101, 145 (trad. cb© evangelizo)
"Tu fai risplendere questa notte santissima con la gloria della risurrezione del Signore"
"Gioiscano i cieli, esulti la terra!" (Sal 96,11) Questo giorno ha brillato per noi per lo splendore della tomba, più che per i raggi del sole. Acclamino gli inferi, poiché ormai hanno un'uscita; si rallegrino poiché è per essi il giorno della visita; esultino, poiché hanno visto, dopo secoli e secoli, una luce che non conoscevano ed hanno finalmente respirato nell'oscurità della loro notte profonda! O bella luce che si è vista sorgere dalla sommità del cielo che si rischiara..., hai rivestito di immediata chiarezza "coloro che erano nelle tenebre e nell'ombra della morte" (Lc 1,79). Poiché alla discesa di Cristo l'eterna notte degli inferi si è subito rischiarata ed hanno cessato i lamenti degli afflitti; si sono sciolti e sono caduti i lacci dei condannati; lo stupore ha preso gli spiriti dei malpensanti, come colpiti da un tuono... Appena Cristo discende, gli oscuri portieri, ciechi nel loro nero silenzio e con la schiena curva per la paura, mormorano fra loro: "Chi è questo fenomeno abbagliante di splendore? Mai il nostro inferno ha visto cosa simile; mai il mondo ha gettato cosa simile nel nostro abisso... Se fosse colpevole, non avrebbe questa audacia. Se lo macchiasse un delitto, non potrebbe mai dissipare le nostre tenebre col suo splendore. Ma se è Dio, cosa fa nella tomba? Se è uomo, come osa? Se è Dio, perché viene quaggiù? Se è uomo, come può liberare i prigionieri? ... Oh, questa croce che manda all'aria ciò che ci piace e provoca la nostra disgrazia! Il legno ci aveva arricchito, il legno ci rovina. E' morta questa grande potenza, sempre temuta dai popoli!"
Parole del Santo Padre
Il Sabato santo è il giorno del silenzio di Dio. Deve essere un giorno di silenzio, e noi dobbiamo fare di tutto perché per noi sia proprio una giornata di silenzio, come è stato in quel tempo: il giorno del silenzio di Dio. Gesù deposto nel sepolcro condivide con tutta l’umanità il dramma della morte. È un silenzio che parla ed esprime l’amore come solidarietà con gli abbandonati da sempre, che il Figlio di Dio raggiunge colmando il vuoto che solo la misericordia infinita del Padre Dio può riempire. Dio tace, ma per amore. In questo giorno l’amore – quell’amore silenzioso – diventa attesa della vita nella risurrezione. Pensiamo, il Sabato Santo: ci farà bene pensare al silenzio della Madonna, “la Credente”, che in silenzio era in attesa della Resurrezione. La Madonna dovrà essere l’icona, per noi, di quel Sabato Santo. Pensare tanto come la Madonna ha vissuto quel Sabato Santo; in attesa. È l’amore che non dubita, ma che spera nella parola del Signore, perché diventi manifesta e splendente il giorno di Pasqua. (Udienza generale, 23 marzo 2016)