Leggi e ascolta il Vangelo e La Parola del 14 luglio 2023
Venerdì della XIV settimana delle ferie del Tempo Ordinario
- S. Camillo de Lellis sacerdote e fondatore (1550-1614)
- S. Francisco Solano di Lima sacerdote O.F.M. (1549-1610)
Prima Lettura
Posso anche morire, dopo aver visto la tua faccia.
Dal libro della Gènesi
Gn 46,1-7.28-30
In quei giorni, Israele levò le tende con quanto possedeva e arrivò a Bersabea, dove offrì sacrifici al Dio di suo padre Isacco.
Dio disse a Israele in una visione nella notte: «Giacobbe, Giacobbe!». Rispose: «Eccomi!». Riprese: «Io sono Dio, il Dio di tuo padre. Non temere di scendere in Egitto, perché laggiù io farò di te una grande nazione. Io scenderò con te in Egitto e io certo ti farò tornare.
Giuseppe ti chiuderà gli occhi con le sue mani».
Giacobbe partì da Bersabea e i figli d’Israele fecero salire il loro padre Giacobbe, i loro bambini e le loro donne sui carri che il faraone aveva mandato per trasportarlo. Presero il loro bestiame e tutti i beni che avevano acquistato nella terra di Canaan e vennero in Egitto, Giacobbe e con lui tutti i suoi discendenti. Egli condusse con sé in Egitto i suoi figli e i nipoti, le sue figlie e le nipoti, tutti i suoi discendenti.
Egli aveva mandato Giuda davanti a sé da Giuseppe, perché questi desse istruzioni in Gosen prima del suo arrivo. Arrivarono quindi alla terra di Gosen. Allora Giuseppe fece attaccare il suo carro e salì incontro a Israele, suo padre, in Gosen.
Appena se lo vide davanti, gli si gettò al collo e pianse a lungo, stretto al suo collo. Israele disse a Giuseppe: «Posso anche morire, questa volta, dopo aver visto la tua faccia, perché sei ancora vivo».
Parola di Dio.
Salmo Responsoriale
Dal Sal 36 (37)
R. La salvezza dei giusti viene dal Signore.
Confida nel Signore e fa’ il bene:
abiterai la terra e vi pascolerai con sicurezza.
Cerca la gioia nel Signore:
esaudirà i desideri del tuo cuore. R.
Il Signore conosce i giorni degli uomini integri:
la loro eredità durerà per sempre.
Non si vergogneranno nel tempo della sventura
e nei giorni di carestia saranno saziati. R.
Sta’ lontano dal male e fa’ il bene
e avrai sempre una casa.
Perché il Signore ama il diritto
e non abbandona i suoi fedeli. R.
La salvezza dei giusti viene dal Signore:
nel tempo dell’angoscia è loro fortezza.
Il Signore li aiuta e li libera,
li libera dai malvagi e li salva,
perché in lui si sono rifugiati. R.
Acclamazione al Vangelo
Alleluia, alleluia.
Quando verrà lo Spirito della verità,
vi guiderà a tutta la verità,
e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto. (Gv 16,13a;14,26d)
Alleluia.
Il Vangelo del 14 luglio 2023
Non siete voi a parlare, ma è lo Spirito del Padre vostro.
Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 10,16-23
In quel tempo, disse Gesù ai suoi apostoli:
«Ecco: io vi mando come pecore in mezzo a lupi; siate dunque prudenti come i serpenti e semplici come le colombe.
Guardatevi dagli uomini, perché vi consegneranno ai tribunali e vi flagelleranno nelle loro sinagoghe; e sarete condotti davanti a governatori e re per causa mia, per dare testimonianza a loro e ai pagani. Ma, quando vi consegneranno, non preoccupatevi di come o di che cosa direte, perché vi sarà dato in quell’ora ciò che dovrete dire: infatti non siete voi a parlare, ma è lo Spirito del Padre vostro che parla in voi.
Il fratello farà morire il fratello e il padre il figlio, e i figli si alzeranno ad accusare i genitori e li uccideranno. Sarete odiati da tutti a causa del mio nome. Ma chi avrà perseverato fino alla fine sarà salvato.
Quando sarete perseguitati in una città, fuggite in un’altra; in verità io vi dico: non avrete finito di percorrere le città d’Israele, prima che venga il Figlio dell’uomo».
Parola del Signore.
San Giovanni Maria Vianney (1786-1859)
sacerdote, curato d’Ars
Omelia per la seconda domenica dopo Pasqua (trad. cb© evangelizo)
“Chi persevererà sino alla fine sarà salvato” (Mt 10,22)
“Chi persevererà sino alla fine sarà salvato” (Mt 10,22). Ci dice il Salvatore del mondo che chi combatterà e persevererà fino alla fine dei suoi giorni, senza esser stato vinto, o che, dopo esser caduto si è rialzato e persevera, sarà incoronato, cioè salvato: fratelli, sono parole che dovrebbero farci tremare e colmare di paura, se consideriamo da una parte i pericoli ai quali siamo esposti, e dall’altra la nostra debolezza e il numero dei nemici che ci circondano. (…)
Ma, mi direte, cosa è perseverare? Ecco, amico mio! E’ essere pronti a sacrificare tutto: i propri beni, la volontà, la libertà e la vita stessa, piuttosto che dispiacere a Dio. Mi direte ancora: cosa è non perseverare? Ecco!
E’ ricadere nei peccati che abbiamo già confessati, seguire le cattive compagnie che ci hanno portati al peccato che è il più grande di tutti i mali, perché ci fa perdere Dio. (…) Ahimè! Fratelli miei, se tutti i santi hanno tremato l’intera vita per paura di non perseverare, che sarà di noi, senza virtù, quasi senza fiducia in Dio, per natura carichi di peccati, se non stiamo attenti a non lasciarci irretire dal demonio; noi che camminiamo come ciechi in mezzo ai più grandi pericoli e dormiamo tranquillamente in mezzo ai nemici più accaniti a farvi perdere!
Ma, mi direte, che occorre dunque fare per non soccombere? Amico mio, ecco: occorre fuggire le occasioni che ci hanno fatto cadere altre volte; ricorrere senza smettere mai alla preghiera, e infine, frequentare spesso e degnamente i sacramenti; se fate così, se seguite questa via, siete certi di perseverare; ma se non prendete queste precauzioni, invano farete e prenderete le vostre misure, non eviterete di perdervi!
PAROLE DEL SANTO PADRE
«Io vi mando come pecore in mezzo a lupi» (v. 16). Non ci chiede di saper affrontare i lupi, cioè di essere capaci di argomentare, controbattere e difenderci: no.
Noi penseremmo così: diventiamo rilevanti, numerosi, prestigiosi e il mondo ci ascolterà e ci rispetterà e vinceremo i lupi: no, non è così. No, vi mando come pecore, come agnelli – questo è l’importante. Se tu non vuoi essere pecora, non ti difenderà il Signore dai lupi.
Arrangiati come puoi. Ma se tu sei pecora, stai sicuro che il Signore ti difenderà dai lupi. Essere umili. Ci chiede di essere così, di essere miti e con la voglia di essere innocenti, essere disposti al sacrificio. […] E Lui, il Pastore, riconoscerà i suoi agnelli e li proteggerà dai lupi. Invece, gli agnelli travestiti da lupi vengono smascherati e sbranati.
Un Padre della Chiesa scriveva: «Finché saremo agnelli, vinceremo e, anche se saremo circondati da numerosi lupi, riusciremo a superarli. Ma se diventeremo lupi saremo sconfitti, perché saremo privi dell’aiuto del pastore.
Egli non pasce lupi, ma agnelli» (S. Giovanni Crisostomo, Omelia 33 sul Vangelo di Matteo). (Udienza generale, 15 febbraio 2023)
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