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La natura è la casa di Dio

Leggi "La natura è la casa di Dio" sul nostro incontro con San Pio

Sono le 16.30 del 28 giugno 2020, sono al mio notebook immerso nella natura di San Giovanni Rotondo (FG), a casa di San Pio da Pietrelcina, dove dal 28 luglio 1916 è diventata la sua seconda dimora terrena.

Dopo una serena cena con mio fratello Gilberto e mia cognata Mariant, che ha donato una meravigliosa pianta a Giuseppina per il suo compleanno, ci avviamo in camper per trascorrere la notte.

La nottata è trascorsa tranquilla: via Loffredo si è dimostrata più tranquilla e meno chiassosa di quello che pensavo. Eugenio ha dormito pacifico nel suo lettino al primo piano del castello, Giuseppina al piano terra del castello, io e Francesca nel matrimoniale in mansarda.

Caldo si, ma non eccessivo, visto che abbiamo tenuto aperto ogni possibile finestrino dotato di zanzariera.

Alle 8.30 siamo già tutti svegli, meno che Francesca che sonnecchia ancora un pò. Lavati e vestiti di tutto punto, raggiungiamo nonna Rosaria per porgerle il nostro saluto, il nostro arrivederci, così si sentirà meno sola in questo periodo in cui speriamo di viaggiare un pò.

Alle 10 Eugenio prende le miracolose pilloline di Ponatinib. Arriviamo anche al cimitero di Foggia dove riposa in pace il mio papà, Eugenio Lucio.

Ci avviamo per San Giovanni Rotondo, dove ci attende San Pio. Eugenio è frizzante al mio fianco a farmi da copilota. Ammira il panorama, incantato e con gli occhi strabuzzanti di felicità.

Alle 11.40 parcheggiamo il camper al parking "Lo Chalet", ampio parcheggio dotato di tutti i comfort del caso.

Giusto il tempo di sistemare un po' il camper ed annessi, prendiamo al volo l'ottimo servizio di navetta gratuito fornito dallo stesso "Lo Chalet" che ci porta fin su alla chiesa nuova.

Scendiamo giù sotto alla tomba di San Pio, coperta da un drappo. Ma l'intensità del luogo è talmente viva e pregnante che nessun velo o drappo riescono a scalfire l'ardore della nostra fede in San Pio.

Qualche foto turistica, come di buona norma, per dare un tocco di vita terrena alla sacralità del luogo.

Alle 13.50 decidiamo di tornare al camper, perchè Eugenio segnala i primi cedimenti, la temperatura di alza oltre i 35° e non vogliamo assolutamente forzare la mano.

Una fresca a frizzante CocaCola, l'ottimo gateau di patate impacchettato e fornitoci da nonna Rosaria, una fresca e nutriente insalatona di pomodori, tonno e mais, ritemprano il corpicino stanco di Eugenio, e anche il nostro affamato.

Adesso sono le 17.15, Eugenio dorme ancora ed io continuo a godermi la pace e la natura di questo posto, che profuma di Santità.

Un uccellino

Un uccellino cerca di parlarci.

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