Dedicato a te, angelo mio giovane.
Ho visto le tue ali di ragazzo piegarsi al volere della vita, ho sentito il battito del tuo cuore fermarsi per dare spazio ad un altro fiore di crescere, e tu sei volato via, dove la tua vita eterna potesse sprigionare il suo vigore, la sua energia pura e splendente.
Ho visto padri tenere per mano figli, accompagnarli per tanti viaggi, e stringerli fino all'ultimo, quell'ultimo viaggio che li ha resi liberi.
Ma ho conosciuto un uomo, una roccia di uomo, candido nella sua pura umiltà, con lo sguardo amorevole accompagnare viaggi su viaggi il suo figlio, amato da mamma e coccolato da papà.
I nostri sguardi, il nostro ultimo sguardo che ci siamo scambiati è stato proprio il giorno in cui ci comunicarono la "sentenza": 6 mesi.
Fu un lampo, un guizzo, un flash in cui le nostre pupille si fermarono giusto il tempo per parlarci a cuore aperto, ma con la bocca chiusa dal dolore.
Gianni accompagnava Tommaso in uno dei suoi tanti viaggi della speranza.
Io e Giuseppina eravamo soli davanti alla scienza, che deponeva le armi davanti al mostro, all'assassino implacabile che non guarda in faccia all'adolescenza, alla maturità, ma neanche davanti al passeggino che porta quel bimbo inerme, collegato alla cannula della chemio. Assassino sfrontato, arrogante e presuntuoso, che ogni giorno tutti i giorni strappi amore all'amore.
Il grande cuore di Gianni Spiridigliozzi non ha retto al calvario, si è spezzato in due prima di vedere il proprio figlio crocifisso dal cancro.
Ma non potevano rimanere separati a lungo. Padre e figlio. Figlio e padre stanno sempre insieme, in cielo o in terra. Tommaso ha raggiunto il padre. Insieme, per sempre.
E' il desiderio di ogni padre: non staccarsi mai dal figlio, da quel figlio che hanno visto nascere, crescere e riempire di orgoglio d'amore.
La mamma è il cuore che contiene tutti i cuori, è la forza che tiene insieme i pezzi, che continua a costruire il piano d'amore previsto da Dio.
E' proprio quello che ha fatto Maria davanti alla Croce: vedere sgorgare Sangue e Acqua dal costato del proprio Figlio e farne bevanda di salvezza, per l'umanità.
E davanti al dolore del proprio marito che vola via, allo spezzarsi del cuore per il figlio che lascia la terra per seguire le orme del padre verso la felicità eterna, la moglie e mamma sorride, col dolore nel cuore e la speranza nell'anima, e continua nell'opera d'amore che i nostri angeli ci lasciano in eredità.


In ricordo del vicino di camera di Eugenio alla Neuromed, Tommaso Spiridigliozzi e del suo papà, mio amico di viaggi per la speranza a Roma. Arrivederci amici.