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Leggi e ascolta la nostra preghierina del 19 aprile 2023

Le corde della memoria

Ascolto questo brano, che riesce a toccare le mie corde dei ricordi e della memoria.

© Max RichterPerfect Sense: Original Film Soundtrack

La mia mente fluttua fra le note, e penso a te.

Chissà come sei oggi? Sarai diventato adulto, ormai quasi diciassettenne.

Qui è cambiato poco e niente: il covid è quasi scomparso, ma all’orizzonte altri tipi di nuvole nere si fanno breccia nel cuore umano.

L’unica, la sola, forza che ci rimane è la preghiera. In essa troviamo la verità, la consolazione, la giustizia, le risposte. Il Vangelo è nostro amico e nelle sue parole ogni giorno troviamo la giusta risposta alle nostre domande, sempre troppe e spesso inutili.

#PreghiamoInsieme perché non ci stanchiamo di dare testimonianza al Vangelo anche in tempo di tribolazione. I santi martiri siano semi di pace tra i popoli per un mondo più umano e fraterno, nell’attesa che si manifesti in pienezza il Regno dei cieli.

Papa Francesco via Twitter

Luce dall’alto

commento di Gv 3,16-21, a cura di Rete Loyola (Bologna)

La luce non costringe, invita.

Adrienne von Speyr

Entro nel testo (Gv 3,16-21)

In quel tempo, Gesù disse a Nicodèmo: «Dio ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna.

Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui. Chi crede in lui non è condannato; ma chi non crede è già stato condannato, perché non ha creduto nel nome dell’unigenito Figlio di Dio.

E il giudizio è questo: la luce è venuta nel mondo, ma gli uomini hanno amato più le tenebre che la luce, perché le loro opere erano malvagie.

Chiunque infatti fa il male, odia la luce, e non viene alla luce perché le sue opere non vengano riprovate. Invece chi fa la verità viene verso la luce, perché appaia chiaramente che le sue opere sono state fatte in Dio».

Mi lascio ispirare

Continua il dialogo tra Nicodemo e Gesù, nella notte. Nicodemo non riesce a capire e a credere come si possa rinascere dall’alto e Gesù spiega che essere una nuova creatura è solo opera dello Spirito. Lui è venuto a portare la vita eterna, la salvezza, la luce nel mondo, luce che ha vinto le tenebre. È questo il dono dell’amore del Padre per il mondo, per noi.

Nicodemo non risponde e in questo silenzio c’è lo spazio libero per la nostra risposta. Credere in Gesù ed essere nella luce oppure restare nelle tenebre. È difficile, però, credere che chi abbia sperimentato il buio vero possa rifiutare la luce che dà vita, chiarezza, fiducia. È difficile credere che la Pasqua, la luce della Risurrezione, la gioia di Gesù che vince la morte e il male possano rimanere lì, meri accessori nella nostra vita.

Eppure spesso accade. Non sarà una luce abbastanza forte, ma tanto non dura. Meglio arrangiarsi con la torcia del telefono, finché dura la batteria… Rischiamo di restare a metà, tiepidi, in una penombra in cui quella luce si perde tra lucette usa e getta, una penombra in cui pensiamo le tenebre addomesticate o meno pericolose. E il rischio è di non scegliere – cioè di non permettere a Gesù di portare la sua calda luce, che ci illumina dentro e rischiara il cammino.

Lasciamo che la Pasqua ci attraversi e ci abiti e che la nostra vita rinasca dallʼalto e che lo Spirito faccia in noi verità e luce e attraverso di noi nel mondo.

Leonardo Angius SJ

Rete Loyola (Bologna)

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