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Sulle onde del mondo

commento di Mt 14, 13-21, a cura di Gloria Ruvolo

La fede che nasce su un’onda di paura, non è altro che la schiuma della paura: essa s’alza e s’abbassa con la paura. La vera Fede non sboccia che sullo stelo dell’Amore. Il suo frutto è il Discernimento. Se hai timore di Dio, non amar Dio.

Mikha'il Nu'ayma

Mi preparo

Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore

Entro nel testo (Mt 14, 13-21)

[Dopo che la folla ebbe mangiato], subito Gesù costrinse i discepoli a salire sulla barca e a precederlo sull’altra riva, finché non avesse congedato la folla. Congedata la folla, salì sul monte, in disparte, a pregare. Venuta la sera, egli se ne stava lassù, da solo. La barca intanto distava già molte miglia da terra ed era agitata dalle onde: il vento infatti era contrario. Sul finire della notte egli andò verso di loro camminando sul mare. Vedendolo camminare sul mare, i discepoli furono sconvolti e dissero: «È un fantasma!» e gridarono dalla paura. Ma subito Gesù parlò loro dicendo: «Coraggio, sono io, non abbiate paura!». Pietro allora gli rispose: «Signore, se sei tu, comandami di venire verso di te sulle acque». Ed egli disse: «Vieni!». Pietro scese dalla barca, si mise a camminare sulle acque e andò verso Gesù. Ma, vedendo che il vento era forte, s’impaurì e, cominciando ad affondare, gridò: «Signore, salvami!». E subito Gesù tese la mano, lo afferrò e gli disse: «Uomo di poca fede, perché hai dubitato?». Appena saliti sulla barca, il vento cessò. Quelli che erano sulla barca si prostrarono davanti a lui, dicendo: «Davvero tu sei Figlio di Dio!». Compiuta la traversata, approdarono a Gennèsaret. E la gente del luogo, riconosciuto Gesù, diffuse la notizia in tutta la regione; gli portarono tutti i malati e lo pregavano di poter toccare almeno il lembo del suo mantello. E quanti lo toccarono furono guariti.

Mi lascio ispirare

Sembra la storia di ogni incontro con Gesù. Nella notte, nella tempesta, arriva un miracolo che non sappiamo interpretare, che chiamiamo fantasma, che etichettiamo come nostra immaginazione. Ma subito ci rivolge la parola, ci fa ascoltare la sua voce, arrivata a noi grazie al suo sacrificio, arrivata a noi perché lui ha dato tutto affinché la sentissimo dopo duemila anni.

E la sua voce è sempre quella che scaccia la paura, che riconosciamo perché ha un retrogusto di calore, di coraggio, di amore. Ci armiamo allora di temerarietà, spinti dall’amore a seguire il suo modello. Ma vacilliamo subito dopo, dubitando di noi stessi, di aver ricevuto davvero così tanto amore da una persona. La voce del vento diventa più forte della sua, voce che ci impedisce di andare avanti. Sarà poi vero? Non è che mi sono solo illuso di poter fare miracoli come lui? Non è che sono accecato dalla mia superbia?

E allora non ci resta che richiedere il suo aiuto, perchè da soli non riusciamo a stare in piedi su questo mondo scivoloso, che cambia a ogni istante, che non ci dà alcuna certezza. E l’aiuto viene, era già pronto; la mano ci afferra, la sua voce di nuovo conferma che è tutta questione di fede: possiamo camminare sulle onde del mondo, se ci ricordiamo che lui non ci lascerà affogare, mai.

Gloria Ruvolo

Immagino

Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.

Rifletto sulle domande

Quali tappe posso riconoscere nel mio cammino spirituale?

In quale occasione mi è sembrato di aver fatto miracoli?

Come si distingue la Sua voce da tutte le altre che affollano la mente?

Ringrazio

Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.

(fonte © GET UP AND WALK)


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