Leggi e ascolta la preghierina del 9 ottobre 2023
Rovesciamenti
commento al Vangelo di oggi di Lc 10,25-37
Io sono tutto l’amore che ho dato,
Francesco Gabbani per Ornella Vanoni
mare in tempesta e cielo stellato.
Poco prima di uno schianto,
un sorriso dentro al pianto!
Entro nel testo (Lc 10,25-37)
In quel tempo, un dottore della Legge si alzò per mettere alla prova Gesù e chiese: «Maestro, che cosa devo fare per ereditare la vita eterna?».
Gesù gli disse: «Che cosa sta scritto nella Legge? Come leggi?».
Costui rispose: «Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua forza e con tutta la tua mente, e il tuo prossimo come te stesso».
Gli disse: «Hai risposto bene; fa’ questo e vivrai».
Ma quello, volendo giustificarsi, disse a Gesù: «E chi è mio prossimo?».
Gesù riprese: «Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gèrico e cadde nelle mani dei briganti, che gli portarono via tutto, lo percossero a sangue e se ne andarono, lasciandolo mezzo morto. Per caso, un sacerdote scendeva per quella medesima strada e, quando lo vide, passò oltre.
Anche un levìta, giunto in quel luogo, vide e passò oltre.
Invece un Samaritano, che era in viaggio, passandogli accanto, vide e ne ebbe compassione.
Gli si fece vicino, gli fasciò le ferite, versandovi olio e vino; poi lo caricò sulla sua cavalcatura, lo portò in un albergo e si prese cura di lui.
Il giorno seguente, tirò fuori due denari e li diede all’albergatore, dicendo: “Abbi cura di lui; ciò che spenderai in più, te lo pagherò al mio ritorno”.
Chi di questi tre ti sembra sia stato prossimo di colui che è caduto nelle mani dei briganti?».
Quello rispose: «Chi ha avuto compassione di lui».
Gesù gli disse: «Va’ e anche tu fa’ così».
Mi lascio ispirare
Il brano del Vangelo secondo Luca 10,25-37 è noto come la parabola del buon samaritano ed è una delle storie più famose e amate del Nuovo Testamento. Questa parabola è stata raccontata da Gesù in risposta a una domanda posta da un esperto della Legge che gli chiese: “Chi è il mio prossimo?”
In questa parabola, Gesù racconta la storia di un uomo che viene aggredito dai briganti e lasciato mezzo morto lungo la strada. Due persone rispettate, un sacerdote e un levita, passano accanto a lui senza prestare soccorso. Tuttavia, un samaritano, un individuo di un gruppo considerato dai giudei come nemici, si avvicina all’uomo ferito e fa tutto il possibile per aiutarlo. Egli cura le sue ferite, lo mette su un asino e lo porta in una locanda, dove continua a prendersi cura di lui.
La parabola del buon samaritano è una lezione potente sull’amore fraterno e sull’importanza di praticare la misericordia e la compassione verso il prossimo, indipendentemente dalla sua razza, religione o status sociale. Gesù illustra che il prossimo non è definito dalla vicinanza geografica o dall’appartenenza a un gruppo specifico, ma da chi dimostra compassione e si prende cura degli altri.
Inoltre, il racconto sottolinea che l’amore verso il prossimo richiede azioni concrete, non solo sentimenti o buone intenzioni. Il samaritano non si limita a sentirsi compassione per l’uomo ferito, ma agisce in suo favore. Questa parabola ci esorta a fare lo stesso, ad essere pronti a tendere una mano quando vediamo qualcuno in difficoltà.
In sintesi, il messaggio principale della parabola del buon samaritano è quello di amare il prossimo come se stessi e di dimostrare la compassione attraverso le azioni concrete. È un richiamo a superare le divisioni culturali e sociali per estendere la mano a chiunque abbia bisogno di aiuto e conforto.
Rifletto sulle domande
Quali convinzioni abitano il mio cuore di credente oggi?
Nella mia storia oggi che significato ha professarmi cristiano?
Da quali rigidità sento di dovermi liberare per passare da una fede astratta a una concreta?
Preghiere per il mese di ottobre
9 ottobre – San Giovanni Leonardi Patrono dei Farmacisti
Nato a Diecimo, nella lucchesia, nel 1541 Giovanni Leonardi a 26 anni fa il farmacista. Quando la prospera repubblica viene colpita da una grave crisi decide di soccorrere i poveri e l’esperienza lo porta a diventare prete nel 1572. Ama l’insegnamento, lo fa prima con i bambini e poi con gli adulti. Nel 1574 fonda la famiglia religiosa dei «Chierici regolari della madre di Dio» e diventa un protagonista della riforma cattolica.
A Lucca cominciano a non amarlo e così, nel 1584 mentre si trova a Roma, viene bandito in perpetuo dalla sua città perché disturba l’ordine pubblico e manca di rispetto all’autorità costituita. A Roma, però, cresce il suo prestigio e Clemente VIII lo manda a riordinare congregazioni religiose e riformare monasteri.
Muore a Roma nel 1609 e viene proclamato santo da Pio XI nel 1938. Un santo di una grande attualità,
come del resto lo sono tutti i Santi.
Preghiamo
O glorioso San Giovanni Leonardi che per Divina Provvidenza sei stato eletto nostro speciale protettore guarda alla nostra debolezza e proteggi la nostra vita dal maligno.
Fu la Carità a farti santo, ora dal cielo dei beati assistici, dirigi i nostri passi e salvaci dalle insidie del mondo.
Ispira in noi una viva fede e un interesse sincero per l’eterna nostra salvezza.
Ottienici dalla Divina Misericordia un’ autentica contrizione dei nostri peccati e la perseveranza nel compimento della Divina Legge.
Il tuo essere Chiesa si espresse soprattutto nell’urgenza dell’annuncio: dalla catechesi ai fanciulli, alla riforma di anime consacrate, dalla progettazione di una vasta e rinnovata missionarietà, fino al vivo linguaggio di una intera esistenza votata alla più radicale scelta evangelica.
Ottieni a noi tutti la grazia efficace di esperimentare il nostro battesimo come
testimonianza coerente di una fede da vivere e partecipare, in unione con i fratelli,
perché si realizzi la pienezza dell’amore nella casa dell’unico Padre.
La tua testimonianza di servo fedele del Vangelo sia di modello per la nostra vita di
cristiani e catechisti. Accendi nei nostri cuori la carità evangelica donaci la sapienza
dei piccoli infondi in noi la pazienza degli operai del Vangelo.
Tutto cooperi nella nostra vita affinché il Signore Gesù sia conosciuto, amato, servito,
testimoniato.
Tu che hai svolto per tanti anni il lavoro del farmacista, conoscendone le
difficoltà e le miserie, aiutaci a compierlo con competenza e gioia, esprimendo l’amore
per il prossimo con l’attenzione e la pazienza nell’ascolto, con la sincerità e il
disinteresse nel consiglio con sensibilità affettuosa nel servizio.
Tu, che hai avuto tanta cura per l’annuncio del Vangelo da fondare la Congregazione
“De Propaganda Fide”, aiutaci a rendere la nostra testimonianza in maniera efficace
con le opere e con la parola offrendo l’Amore a Cristo, Guaritore e Consolatore, a tutti
quelli che vengono da noi per la salute del corpo, segno della salute dell’anima.
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