Nicodemo, discepolo di Gesù
Nicodemo, dottore della Legge, fariseo e membro del Sinedrio, fu, in base al racconto del Vangelo secondo Giovanni, uno dei discepoli di Gesù. Gli è attribuito dalla tradizione un Vangelo apocrifo.
Nicodemo è ritenuto santo dalla Chiesa cattolica e dalla Chiesa ortodossa; viene festeggiato il 31 agosto. La figura di Nicodemo appare nella raffigurazione del Compianto sul Cristo morto di Giotto nella Cappella degli Scrovegni.
Alcuni studiosi hanno dichiarato la sua possibile identificazione con Nicodemo Ben Gurion, un rabbino ebreo descritto nel Talmud babilonese e nelle guerre Giudaiche come un uomo molto ricco e rispettato dal popolo. Marginale e meno argomentata è la tesi che, insieme a Giuseppe d’Arimatea, sia stato uno dei custodi del Santo Graal.
Nicodemo è menzionato solo nel Vangelo secondo Giovanni, in cui compare tre volte:
- ascolta l’insegnamento di Gesù (3,1-21)
- interviene in sua difesa quando i Farisei vorrebbero farlo arrestare (7,45-51)
- aiuta Giuseppe d’Arimatea a deporre il corpo di Gesù nella tomba (19,39-42[3])
In merito al primo episodio – la conversazione di Gesù con Nicodemo – lo studioso Bart Ehrman ritiene che tale conversazione non può essersi però svolta nel modo descritto, in quanto non avrebbe avuto senso fatta in aramaico, la lingua di Israele di allora, che parlavano i due protagonisti.
Questa conversazione, infatti, ha senso solo se viene riportata in greco – la lingua in cui fu scritto il Vangelo secondo Giovanni, composto verso la fine del I secolo – perché si basa sul doppio significato del termine “anothen”, che vuol dire sia “di nuovo” che “dall’alto”. Nicodemo, per due volte, attribuisce erroneamente ad “anothen” il significato “di nuovo” (mentre Gesù intendeva “dall’alto”) e, in base a questo equivoco, chiede come sia possibile ritornare nel grembo della madre quando si è vecchi per poter nascere di nuovo.
Nell’ultimo episodio troviamo Nicodemo sul Golgota insieme a Giuseppe d’Arimatea, che contribuisce alla Deposizione di Gesù dopo la crocifissione e aiuta a deporne il cadavere nella tomba (Gv 19,39-42). Egli porta “una mistura di mirra e di aloe di circa cento libbre” per la preparazione del corpo di Gesù (Gv 19,39), una grande quantità, pari a circa 30 kg di oggi; in quel tempo la quantità indicata era utilizzata per la sepoltura di un re.
Dal Vangelo secondo Giovanni (19, 39-42):
Nicodemo, quello che in precedenza era andato da Gesù di notte, venne anch’egli, portando una mistura di mirra e d’aloe di circa cento libbre. Essi dunque presero il corpo di Gesù e lo avvolsero in fasce con gli aromi, secondo il modo di seppellire in uso presso i Giudei.
Nel luogo dov’egli era stato crocifisso c’era un giardino, e in quel giardino un sepolcro nuovo, dove nessuno era ancora stato deposto. Là dunque deposero Gesù, a motivo della Preparazione dei Giudei, perché il sepolcro era vicino.
fonte Wikipedia
Ultimo aggiornamento il 9 Luglio 2024 by Remigio Ruberto
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