Sabato della XXIX settimana delle ferie del Tempo Ordinario
- SS. Crispino e Crispiniano martiri († fine sec. III)
- B. Carlo Gnocchi sacerdote e fondatore (1902-1956)
- Santo del giorno
Prima Lettura
Lo Spirito di Dio, che ha risuscitato Gesù dai morti, abita in voi.
Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani
Rm 8,1-11
Fratelli, ora non c’è nessuna condanna per quelli che sono in Cristo Gesù. Perché la legge dello Spirito, che dà vita in Cristo Gesù, ti ha liberato dalla legge del peccato e della morte.
Infatti ciò che era impossibile alla Legge, resa impotente a causa della carne, Dio lo ha reso possibile: mandando il proprio Figlio in una carne simile a quella del peccato e a motivo del peccato, egli ha condannato il peccato nella carne, perché la giustizia della Legge fosse compiuta in noi, che camminiamo non secondo la carne ma secondo lo Spirito.
Quelli infatti che vivono secondo la carne, tendono verso ciò che è carnale; quelli invece che vivono secondo lo Spirito, tendono verso ciò che è spirituale. Ora, la carne tende alla morte, mentre lo Spirito tende alla vita e alla pace. Ciò a cui tende la carne è contrario a Dio, perché non si sottomette alla legge di Dio, e neanche lo potrebbe. Quelli che si lasciano dominare dalla carne non possono piacere a Dio.
Voi però non siete sotto il dominio della carne, ma dello Spirito, dal momento che lo Spirito di Dio abita in voi. Se qualcuno non ha lo Spirito di Cristo, non gli appartiene. Ora, se Cristo è in voi, il vostro corpo è morto per il peccato, ma lo Spirito è vita per la giustizia.
E se lo Spirito di Dio, che ha risuscitato Gesù dai morti, abita in voi, colui che ha risuscitato Cristo dai morti darà la vita anche ai vostri corpi mortali per mezzo del suo Spirito che abita in voi.
Parola di Dio.
Salmo Responsoriale
Dal Sal 23 (24)
R. Noi cerchiamo il tuo volto, Signore.
Del Signore è la terra e quanto contiene,
il mondo con i suoi abitanti.
È lui che l’ha fondato sui mari
e sui fiumi l’ha stabilito. R.
Chi potrà salire il monte del Signore?
Chi potrà stare nel suo luogo santo?
Chi ha mani innocenti e cuore puro,
chi non si rivolge agli idoli. R.
Egli otterrà benedizione dal Signore,
giustizia da Dio sua salvezza.
Ecco la generazione che lo cerca,
che cerca il tuo volto, Dio di Giacobbe. R.
Acclamazione al Vangelo
Alleluia, alleluia.
Io non godo della morte del malvagio, dice il Signore,
ma che si converta dalla sua malvagità e viva. (Ez 33,11)
Alleluia.
Il Vangelo di oggi 25 ottobre 2025
Se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo.
Dal Vangelo secondo Luca
Lc 13,1-9
In quel tempo, si presentarono alcuni a riferire a Gesù il fatto di quei Galilei, il cui sangue Pilato aveva fatto scorrere insieme a quello dei loro sacrifici. Prendendo la parola, Gesù disse loro: «Credete che quei Galilei fossero più peccatori di tutti i Galilei, per aver subìto tale sorte? No, io vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo.
O quelle diciotto persone, sulle quali crollò la torre di Sìloe e le uccise, credete che fossero più colpevoli di tutti gli abitanti di Gerusalemme? No, io vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo».
Diceva anche questa parabola: «Un tale aveva piantato un albero di fichi nella sua vigna e venne a cercarvi frutti, ma non ne trovò. Allora disse al vignaiolo: “Ecco, sono tre anni che vengo a cercare frutti su quest’albero, ma non ne trovo. Tàglialo dunque! Perché deve sfruttare il terreno?”. Ma quello gli rispose: “Padrone, lascialo ancora quest’anno, finché gli avrò zappato attorno e avrò messo il concime. Vedremo se porterà frutti per l’avvenire; se no, lo taglierai”».
Parola del Signore.

San Giovanni Maria Vianney (1786-1859)
sacerdote, curato d’Ars
Omelia per la settima domenica dopo Pentecoste (cb©evangelizo.org)
Basta essere un albero malvagio, portate frutti per la vita eterna!
Vediamo che il nostro divino Salvatore ci paragona (…) ad un albero di fichi che il padre di famiglia ha piantato nella sua vigna; lo taglia, lo coltiva con cura nella speranza che gli porterà frutti; ma, vedendo che non ne porta, benché non ne porti di cattivi, lo sradica e lo getta nel fuoco (…). Ditemi, non è bene mostrarci che Gesù Cristo darà il paradiso solo a coloro che l’hanno meritato con le opere buone? Guardate Gesù Cristo, che è il nostro modello: è stato un istante della vita senza lavorare a far opere buone, a convertire le anime verso il Padre, e a soffrire? E noi, miserabili come siamo, vorremmo forse che non ci costi nulla? (…) Se non avete fatto nulla, o se quanto avete fatto è perso per qualche ragione umana, cominciate subito affinché alla morte possiate trovare ancora qualcosa da presentare a Gesù Cristo perché vi dia la vita eterna. – Ma, mi direte, forse non ho fatto che male durante tutta la vita; sono solo un albero cattivo che non può più portare buon frutto. – Fratelli, potete ancora farlo, e ve lo spiego. Spostate l’albero in altra terra, annaffiatelo con altra acqua, dategli altro concime, e vedrete che porterete buon frutto, anche se finora ne avete portato cattivo. (…) Fatevi come la terra che, prima del diluvio, prendeva da se stessa l’acqua per innaffiare (Gen 2,6), senza ricorrere alle nubi del cielo per darle fecondità. Egualmente, fratelli miei, tirate fuori dal vostro cuore l’acqua salutare che ne cambierà le disposizioni. L’avevate innaffiato con l’acqua torbida delle passioni; ebbene, ora innaffiatelo con le lacrime del pentimento, del dolore e dell’amore, e vedrete che cesserete di essere un albero cattivo, per divenire uno che porterà frutti per la vita eterna.
LE PAROLE DEI PAPI
La conclusione del brano evangelico riprende la prospettiva della misericordia, mostrando la necessità e l’urgenza del ritorno a Dio, di rinnovare la vita secondo Dio. Riferendosi ad un uso del suo tempo, Gesù presenta la parabola di un fico piantato in una vigna; questo fico, però, risulta sterile, non dà frutti (cfr Lc 13,6-9). Il dialogo che si sviluppa tra il padrone e il vignaiolo, manifesta, da una parte, la misericordia di Dio, che ha pazienza e lascia all’uomo, a tutti noi, un tempo per la conversione; e, dall’altra, la necessità di avviare subito il cambiamento interiore ed esteriore della vita per non perdere le occasioni che la misericordia di Dio ci offre per superare la nostra pigrizia spirituale e corrispondere all’amore di Dio con il nostro amore filiale. (Papa Benedetto XVI, Omelia 7 marzo 2010)
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