Leggi e ascolta il Vangelo e la Parola del 23 maggio 2025
Venerdì della V settimana di Pasqua
- S. Desiderio da Genova vescovo e martire († sec. IV)
- S. Giovanni Battista de’ Rossi sacerdote (1698-1764)
- Santo del giorno
Prima Lettura
È parso bene, allo Spirito Santo e a noi, di non imporvi altro obbligo al di fuori di queste cose necessarie.
Dagli Atti degli Apostoli
At 15,22-31
In quei giorni, agli apostoli e agli anziani, con tutta la Chiesa, parve bene di scegliere alcuni di loro e di inviarli ad Antiòchia insieme a Paolo e Bàrnaba: Giuda, chiamato Barsabba, e Sila, uomini di grande autorità tra i fratelli.
E inviarono tramite loro questo scritto: «Gli apostoli e gli anziani, vostri fratelli, ai fratelli di Antiòchia, di Siria e di Cilicia, che provengono dai pagani, salute! Abbiamo saputo che alcuni di noi, ai quali non avevamo dato nessun incarico, sono venuti a turbarvi con discorsi che hanno sconvolto i vostri animi. Ci è parso bene perciò, tutti d’accordo, di scegliere alcune persone e inviarle a voi insieme ai nostri carissimi Bàrnaba e Paolo, uomini che hanno rischiato la loro vita per il nome del nostro Signore Gesù Cristo. Abbiamo dunque mandato Giuda e Sila, che vi riferiranno anch’essi, a voce, queste stesse cose. È parso bene, infatti, allo Spirito Santo e a noi, di non imporvi altro obbligo al di fuori di queste cose necessarie: astenersi dalle carni offerte agli idoli, dal sangue, dagli animali soffocati e dalle unioni illegittime. Farete cosa buona a stare lontani da queste cose. State bene!».
Quelli allora si congedarono e scesero ad Antiòchia; riunita l’assemblea, consegnarono la lettera. Quando l’ebbero letta, si rallegrarono per l’incoraggiamento che infondeva.
Parola di Dio.
Salmo Responsoriale
Dal Sal 56 (57)
R. Ti loderò fra i popoli, Signore.
Saldo è il mio cuore, o Dio,
saldo è il mio cuore.
Voglio cantare, voglio inneggiare:
svégliati, mio cuore,
svegliatevi arpa e cetra,
voglio svegliare l’aurora. R.
Ti loderò fra i popoli, Signore,
a te canterò inni fra le nazioni:
grande fino ai cieli è il tuo amore
e fino alle nubi la tua fedeltà.
Innàlzati sopra il cielo, o Dio,
su tutta la terra la tua gloria. R.
Acclamazione al Vangelo
Alleluia, alleluia.
Vi ho chiamato amici, dice il Signore,
perché tutto ciò che ho udito dal Padre mio
l’ho fatto conoscere a voi. (Gv 15,15b)
Alleluia.
Il Vangelo di oggi 23 maggio 2025
Questo vi comando: che vi amiate gli uni gli altri.
Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 15,12-17
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli:
«Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi. Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la sua vita per i propri amici.
Voi siete miei amici, se fate ciò che io vi comando. Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamati amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre mio l’ho fatto conoscere a voi.
Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; perché tutto quello che chiederete al Padre nel mio nome, ve lo conceda. Questo vi comando: che vi amiate gli uni gli altri».
Parola del Signore.

San Giovanni Cassiano (ca 360-435)
fondatore di monastero a Marsiglia
La perfezione, cap. XII; SC 54 (trad. cb© evangelizo)
Il Signore ci chiama a salire verso la cima della carità
E’ una gloria servire Dio, ed è scritto: “Servite il Signore con timore” (Sal 2,11); “È troppo poco che tu sia mio servo…Io ti renderò luce delle nazioni” (Is 49,6); “Beato quel servo che il padrone, arrivando, troverà ad agire così!” (Mt 24,46). Ma è anche detto agli apostoli: “Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamato amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre mio l’ho fatto conoscere a voi.” E ancora: “Voi siete miei amici, se fate ciò che io vi comando.” (Gv 15,14-15) Vedete dunque, la perfezione comporta diversi gradi. Da una cima il Signore ci chiama a salire verso una cima più alta. Chi si è reso beato e perfetto nel timore di Dio camminerà, come è scritto, “di virtù in virtù” (Sal 83,8 LXX), e di perfezione in perfezione, cioè si eleverà, nell’ardente prontezza dell’anima, dal timore alla speranza; poi sentirà ancora la chiamata divina invitarlo ad uno stato più santo ancora, che è la carità. Chi si sarà mostrato “servo fidato e prudente” (Mt 24,45), passerà al rapporto dell’intimità dell’amicizia e all’adozione di figlio. Occorre prendere le mie parole in questo senso. Non intendo dire che la considerazione delle pene eterne o della beata ricompensa promessa ai santi sia di alcun valore. Ella è utile, anzi, poiché introduce coloro che vi si donano nei primi gradi della beatitudine. Ma la carità risplende di una confidenza più piena e già della gioia senza fine.
LE PAROLE DEI PAPI
Gli uomini, eletti eternamente dal Padre nel Figlio diletto, trovano in Cristo la Via per raggiungere il loro fine di figli adottivi. A Lui si uniscono diventando suo Corpo. Per Lui risalgono al Padre come un solo «insieme» con le cose della terra e del cielo.
Questo disegno divino trova la sua attuazione storica quando Gesù istituisce la Chiesa, che prima annunzia e poi fonda con il sacrificio del suo sangue e il mandato conferito agli Apostoli di pascere il suo gregge. […]
Per la realizzazione di questa comunione degli uomini in Cristo eternamente voluta da Dio, ha un’importanza essenziale il comandamento che Gesù stesso definisce «il mio comandamento». Egli lo chiama «un comandamento nuovo»: «Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri. Come io vi ho amato, così amatevi anche voi gli uni gli altri». «Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri, come io vi ho amati».
Il comandamento di amare Dio sopra ogni cosa, e il prossimo come se stessi, ha le sue radici nell’Antico Testamento. Ma Gesù lo sintetizza, lo formula in parole scultoree, vi dà un significato nuovo, come segno dell’appartenenza a Lui da parte dei suoi seguaci. «Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli: se avrete amore gli uni per gli altri». Cristo stesso è il vivo modello e costituisce la misura di quell’amore di cui parla nel suo comandamento: «Come io vi ho amato». (San Giovanni Paolo II – Udienza generale, 15 gennaio 1992)
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