Leggi e ascolta il Vangelo e la Parola del 23 giugno 2025
Lunedì della XII settimana delle ferie del Tempo Ordinario
- S. Giuseppe Cafasso sacerdote (1811-1860)
- B. Maria Raffaella (Santina) Cimatti S.O.M. (1861-1945)
- Santo del giorno
Prima Lettura
Abram partì, come gli aveva ordinato il Signore.
Dal libro della Gènesi
Gn 12,1-9
In quei giorni, il Signore disse ad Abram:
«Vattene dalla tua terra,
dalla tua parentela
e dalla casa di tuo padre,
verso la terra che io ti indicherò.
Farò di te una grande nazione
e ti benedirò,
renderò grande il tuo nome
e possa tu essere una benedizione.
Benedirò coloro che ti benediranno
e coloro che ti malediranno maledirò,
e in te si diranno benedette
tutte le famiglie della terra».
Allora Abram partì, come gli aveva ordinato il Signore, e con lui partì Lot. Abram aveva settantacinque anni quando lasciò Carran. Abram prese la moglie Sarài e Lot, figlio di suo fratello, e tutti i beni che avevano acquistati in Carran e tutte le persone che lì si erano procurate e si incamminarono verso la terra di Canaan. Arrivarono nella terra di Canaan e Abram la attraversò fino alla località di Sichem, presso la Quercia di Morè. Nella terra si trovavano allora i Cananei.
Il Signore apparve ad Abram e gli disse: «Alla tua discendenza io darò questa terra». Allora Abram costruì in quel luogo un altare al Signore che gli era apparso. Di là passò sulle montagne a oriente di Betel e piantò la tenda, avendo Betel ad occidente e Ai ad oriente. Lì costruì un altare al Signore e invocò il nome del Signore. Poi Abram levò la tenda per andare ad accamparsi nel Negheb.
Parola di Dio.
Salmo Responsoriale
Dal Sal 32 (33)
R. Beato il popolo che Dio ha scelto come sua eredità.
Beata la nazione che ha il Signore come Dio,
il popolo che egli ha scelto come sua eredità.
Il Signore guarda dal cielo:
egli vede tutti gli uomini. R.
Ecco, l’occhio del Signore è su chi lo teme,
su chi spera nel suo amore,
per liberarlo dalla morte
e nutrirlo in tempo di fame. R.
L’anima nostra attende il Signore:
egli è nostro aiuto e nostro scudo.
Su di noi sia il tuo amore, Signore,
come da te noi speriamo. R.
Acclamazione al Vangelo
Alleluia, alleluia.
La parola di Dio è viva, efficace;
discerne i sentimenti e i pensieri del cuore. (Eb 4,12)
Alleluia.
Il Vangelo di oggi 23 giugno 2025
Togli prima la trave dal tuo occhio.
Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 7,1-5
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Non giudicate, per non essere giudicati; perché con il giudizio con il quale giudicate sarete giudicati voi e con la misura con la quale misurate sarà misurato a voi.
Perché guardi la pagliuzza che è nell'occhio del tuo fratello, e non ti accorgi della trave che è nel tuo occhio? O come dirai al tuo fratello: "Lascia che tolga la pagliuzza dal tuo occhio", mentre nel tuo occhio c'è la trave? Ipocrita! Togli prima la trave dal tuo occhio e allora ci vedrai bene per togliere la pagliuzza dall'occhio del tuo fratello».
Parola del Signore.

San Giovanni Cassiano (ca 360-435)
fondatore di monastero a Marsiglia
La perfezione, cap. X; SC 54 (trad. cb©evangelizo)
Non giudicare per arrivare a imitare Dio
Quando qualcuno arriverà a questo amore del bene e a questa imitazione di Dio (...), sarà rivestito di quei sentimenti di longanimità che furono del Signore, e pregherà anche come lui per i suoi persecutori: "Padre perdona loro perché non sanno quello che fanno" (Lc 23,34). Ed è altrettanto vero che il segno evidente di un'anima non ancora purificata dei vizi è che gli errori del prossimo non trovano in lei che la censura rigida del giudizio, piuttosto che il sentimento di misericordia e compassione. Come aspirare alla perfezione del cuore, se non si ha ciò che, a dire dell'Apostolo, è la pienezza della Legge: "Portate i pesi gli uni degli altri, così adempirete la legge di Cristo" (Ga 6,2), se non si possiede la virtù della carità che "non si adira, non si gonfia, non non tiene conto del male ricevuto, tutto scusa, tutto sopporta" (1 Co 13,4-7)? Poiché "il giusto ha pietà dei peccati che sono in lui, ma le viscere degli empi sono senza misericordia" (Pr 12,10 LXX). Il monaco, è cosa certa, è soggetto agli stessi vizi che condanna negli altri con una severità rigorosa e disumana. Infatti "Il re severo cadrà in disgrazia" (Pr 13,17 LXX); e "Colui che chiude l'orecchio al grido del povero, griderà lui stesso e non troverà chi lo ascolta" (Pr 21,13 LXX).
LE PAROLE DEI PAPI
Tante volte, lo sappiamo tutti, è più facile o comodo scorgere e condannare i difetti e i peccati altrui, senza riuscire a vedere i propri con altrettanta lucidità. Noi sempre nascondiamo i nostri difetti, li nascondiamo anche a noi stessi; invece, è facile vedere i difetti altrui. La tentazione è quella di essere indulgenti con se stessi – manica larga con se stessi – e duri nel condannare gli altri. È sempre utile aiutare il prossimo con saggi consigli, ma mentre osserviamo e correggiamo i difetti del nostro prossimo, dobbiamo essere consapevoli anche noi di avere dei difetti. Se io credo di non averne, non posso condannare o correggere gli altri. Tutti abbiamo difetti: tutti. E dobbiamo esserne consapevoli e, prima di condannare gli altri, dobbiamo guardare noi stessi dentro. E in questo modo possiamo agire in modo credibile, con umiltà, testimoniando la carità.(Papa Francesco - Angelus, 3 marzo 2019)