Leggi e ascolta il Vangelo e la Parola del 2 luglio 2025
Mercoledì della XIII settimana delle ferie del Tempo Ordinario
- S. Bernardino Realino sacerdote S.J. (1530-1616)
- S. Francesco De Geronimo sacerdote S.J. (1642-1716)
- Santo del giorno
Prima Lettura
Il figlio di questa schiava non deve essere erede con mio figlio Isacco.
Dal libro della Gènesi
Gn 21,5.8-20
Abramo aveva cento anni quando gli nacque il figlio Isacco. Il bambino crebbe e fu svezzato e Abramo fece un grande banchetto quando Isacco fu svezzato.
Ma Sara vide che il figlio di Agar l’Egiziana, quello che lei aveva partorito ad Abramo, scherzava con il figlio Isacco. Disse allora ad Abramo: «Scaccia questa schiava e suo figlio, perché il figlio di questa schiava non deve essere erede con mio figlio Isacco». La cosa sembrò un gran male agli occhi di Abramo a motivo di suo figlio.
Ma Dio disse ad Abramo: «Non sembri male ai tuoi occhi questo, riguardo al fanciullo e alla tua schiava: ascolta la voce di Sara in tutto quello che ti dice, perché attraverso Isacco da te prenderà nome una stirpe. Ma io farò diventare una nazione anche il figlio della schiava, perché è tua discendenza».
Abramo si alzò di buon mattino, prese il pane e un otre d’acqua e li diede ad Agar, caricandoli sulle sue spalle; le consegnò il fanciullo e la mandò via. Ella se ne andò e si smarrì per il deserto di Bersabea. Tutta l’acqua dell’otre era venuta a mancare. Allora depose il fanciullo sotto un cespuglio e andò a sedersi di fronte, alla distanza di un tiro d’arco, perché diceva: «Non voglio veder morire il fanciullo!». Sedutasi di fronte, alzò la voce e pianse.
Dio udì la voce del fanciullo e un angelo di Dio chiamò Agar dal cielo e le disse: «Che hai, Agar? Non temere, perché Dio ha udito la voce del fanciullo là dove si trova. Àlzati, prendi il fanciullo e tienilo per mano, perché io ne farò una grande nazione». Dio le aprì gli occhi ed ella vide un pozzo d’acqua. Allora andò a riempire l’otre e diede da bere al fanciullo. E Dio fu con il fanciullo, che crebbe e abitò nel deserto e divenne un tiratore d’arco.
Parola di Dio.
Salmo Responsoriale
Dal Sal 33 (34)
R. Ascolta, Signore, il grido del povero.
Questo povero grida e il Signore lo ascolta,
lo salva da tutte le sue angosce.
L’angelo del Signore si accampa
attorno a quelli che lo temono, e li libera. R.
Temete il Signore, suoi santi:
nulla manca a coloro che lo temono.
I leoni sono miseri e affamati,
ma a chi cerca il Signore non manca alcun bene. R.
Venite, figli, ascoltatemi:
vi insegnerò il timore del Signore.
Chi è l’uomo che desidera la vita
e ama i giorni in cui vedere il bene? R.
Acclamazione al Vangelo
Alleluia, alleluia.
Per sua volontà il Padre ci ha generati
per mezzo della parola di verità,
affinché noi siamo come una primizia delle sue creature. (Gc 1,18)
Alleluia.
Il Vangelo di oggi 2 luglio 2025
Sei venuto qui a tormentarci prima del tempo?
Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 8,28-34
In quel tempo, giunto Gesù all’altra riva, nel paese dei Gadarèni, due indemoniati, uscendo dai sepolcri, gli andarono incontro; erano tanto furiosi che nessuno poteva passare per quella strada. Ed ecco, si misero a gridare: «Che vuoi da noi, Figlio di Dio? Sei venuto qui a tormentarci prima del tempo?».
A qualche distanza da loro c’era una numerosa mandria di porci al pascolo; e i demòni lo scongiuravano dicendo: «Se ci scacci, mandaci nella mandria dei porci». Egli disse loro: «Andate!». Ed essi uscirono, ed entrarono nei porci: ed ecco, tutta la mandria si precipitò giù dalla rupe nel mare e morirono nelle acque.
I mandriani allora fuggirono e, entrati in città, raccontarono ogni cosa e anche il fatto degli indemoniati. Tutta la città allora uscì incontro a Gesù: quando lo videro, lo pregarono di allontanarsi dal loro territorio.
Parola del Signore.

San Giovanni Crisostomo (ca 345-407)
sacerdote ad Antiochia poi vescovo di Costantinopoli, dottore della Chiesa
Omelia sulla parola 'cimitero' e sulla croce (trad. cb©evangelizo)
La liberazione dei prigionieri
In quel giorno Cristo è entrato da conquistatore negli abissi degli inferi. In quel giorno « ha infranto le porte di bronzo, ha rotto le spranghe di ferro », come dice Isaia (Is 45, 2). Notate queste espressioni. Non dice che « ha aperto » le porte di bronzo, né che le ha tolte, ma che le ha « infrante », per far capire che non c'è più nessun carcere, per dire che Gesù ha annientato questo luogo dei prigionieri. Queste porte, infrante da Cristo, chi potrebbe rifarle? Queste spranghe, che lui ha spezzato, chi potrebbe rimetterle? Quando i principi della terra rilasciano dei prigionieri mandando lettere di grazia, mantengono le porte e le guardie, per mostrare a coloro che escono, che possono ancora entrarvi, loro o altri. Cristo non agisce così. Infrangendo le porte di bronzo, manifesta che non c'è più né prigionia, né morte. Perché delle porte « di bronzo »? Perché la morte era spietata, inflessibile, dura come il diamante. Mai, per tutti i secoli prima di Gesù Cristo, nessuno dei suoi prigionieri aveva potuto sfuggirla, fino al giorno in cui il Sovrano del cielo scese nell'abisso per strapparle le sue vittime.
LE PAROLE DEI PAPI
“Ci sono alcuni preti che quando leggono questo brano del Vangelo, questo e altri, dicono: ‘Ma, Gesù ha guarito una persona da una malattia psichica’. Non leggono questo qui, no? E’ vero che in quel tempo si poteva confondere un’epilessia con la possessione del demonio; ma è anche vero che c’era il demonio! E noi non abbiamo diritto di fare tanto semplice la cosa, come per dire: ‘Tutti questi non erano indemoniati; erano malati psichici’. No! La presenza del demonio è nella prima pagina della Bibbia e la Bibbia finisce anche con la presenza del demonio, con la vittoria di Dio sul demonio”. (Papa Francesco - Omelia Santa Marta, 11 ottobre 2013)