Leggiamo ed ascoltiamo il Vangelo e la Parola del 19 luglio 2025
Sabato della XV settimana delle ferie del Tempo Ordinario
- S. Ambrogio Autperto monaco ed abate († 784)
- S. John Plessington sacerdote e martire (1637-1679)
- Santo del giorno
Prima Lettura
Notte di veglia fu questa per il Signore per farli uscire dalla terra d’Egitto.
Dal libro dell’Èsodo
Es 12,37-42
In quei giorni, gli Israeliti partirono da Ramses alla volta di Succot, in numero di seicentomila uomini adulti, senza contare i bambini. Inoltre una grande massa di gente promiscua partì con loro e greggi e armenti in mandrie molto grandi.
Fecero cuocere la pasta che avevano portato dall’Egitto in forma di focacce àzzime, perché non era lievitata: infatti erano stati scacciati dall’Egitto e non avevano potuto indugiare; neppure si erano procurati provviste per il viaggio.
La permanenza degli Israeliti in Egitto fu di quattrocentotrent’anni. Al termine dei quattrocentotrent’anni, proprio in quel giorno, tutte le schiere del Signore uscirono dalla terra d’Egitto.
Notte di veglia fu questa per il Signore per farli uscire dalla terra d’Egitto. Questa sarà una notte di veglia in onore del Signore per tutti gli Israeliti, di generazione in generazione.
Parola di Dio
Salmo Responsoriale
Dal Sal 135 (136)
R. Il suo amore è per sempre.
Rendete grazie al Signore perché è buono,
nella nostra umiliazione si è ricordato di noi,
ci ha liberati dai nostri avversari. R.
Colpì l’Egitto nei suoi primogeniti,
da quella terra fece uscire Israele,
con mano potente e braccio teso. R.
Divise il Mar Rosso in due parti,
in mezzo fece passare Israele,
vi travolse il faraone e il suo esercito. R.
Acclamazione al Vangelo
Alleluia, alleluia.
Dio ha riconciliato a sé il mondo in Cristo,
affidando a noi la parola della riconciliazione. (Cf. 2Cor 5,19)
Alleluia.
Il Vangelo di oggi 19 luglio 2025
Impose loro di non divulgarlo, perché si compisse ciò che era stato detto.
Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 12,14-21
In quel tempo, i farisei uscirono e tennero consiglio contro Gesù per farlo morire. Gesù però, avendolo saputo, si allontanò di là.
Molti lo seguirono ed egli li guarì tutti e impose loro di non divulgarlo, perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta Isaìa:
«Ecco il mio servo, che io ho scelto;
il mio amato, nel quale ho posto il mio compiacimento.
Porrò il mio spirito sopra di lui
e annuncerà alle nazioni la giustizia.
Non contesterà né griderà
né si udrà nelle piazze la sua voce.
Non spezzerà una canna già incrinata,
non spegnerà una fiamma smorta,
finché non abbia fatto trionfare la giustizia;
nel suo nome spereranno le nazioni».
Parola del Signore.

San Cirillo d’Alessandria (380-444)
vescovo e dottore della Chiesa
Omelie,15, 2,4; PG 77, 1089 (trad. cb©evangelizo)
« Ecco il mio servo »
E’ così grande, profondo e ammirabile il mistero della nostra salvezza che gli angeli stessi aspirano ardentemente a comprenderlo (1Pt 1,12)… Cristo, pur essendo per sua natura vero Dio, Verbo procedente da Dio Padre (Gv 1,1), consustanziale e coeterno al Padre e sublime per lo splendore della sua dignità, nonostante l’identità di questa sua natura con quella del Padre, « non considerò un tesoro geloso la sua uguaglianza con Dio, ma, assumendo la condizione di servo » dalla Vergine Maria, « e divenendo simile agli uomini, apparso in forma umana, umiliò se stesso facendosi obbediente fino alla morte e alla morte di croce » (Fil 2, 6-8).
Così volle umiliarsi fino all’annientamento colui che della sua pienezza riempie il mondo. Si umiliò per noi senza alcuna costrizione, assumendo anzi liberamente per noi la forma di servo, egli che per natura era libero; si fece uno di noi, colui che sta al di sopra di ogni creatura; si fece mortale, egli da cui prende vita ogni cosa; … si sottomise con noi alla Legge (Gal 4,4), lui che era al di sopra della Legge, anzi addirittura il creatore della Legge, essendo Dio.
Si fece come uno di quelli la cui vita ha un inizio, egli che era prima di tutti i secoli, anzi che degli stessi secoli è l’autore e il creatore…. Lui che ha preso carne da Maria… è della nostra stessa natura, è fatto proprio della nostra sostanza, poiché si è fatto della discendenza di Abramo. Ma, nello stesso tempo, sul piano divino è della stessa natura di Dio, suo Padre.
LE PAROLE DEI PAPI
I Carmi sul servo di Jahvè trovano ampia risonanza “nel Nuovo Testamento”, fin dall’inizio dell’attività messianica di Gesù. Già la descrizione del battesimo nel Giordano permette di stabilire un parallelismo con i testi di Isaia.
Scrive Matteo: “Appena battezzato (Gesù) . . . si aprirono i cieli ed egli vide lo Spirito di Dio scendere come una colomba e venire su di lui” (Mt 3, 16); in Isaia è detto: “Ho posto il mio spirito su di lui” (Is 42, 1). L’evangelista aggiunge: “Ed ecco una voce dal cielo che disse: Questi è il Figlio mio prediletto, nel quale mi sono compiaciuto” (Mt 3, 17) mentre in Isaia Dio dice del servo: “il mio eletto in cui mi compiaccio” (Is 42, 1).
Giovanni Battista indica Gesù che si avvicina al Giordano, con le parole: “Ecco l’agnello di Dio, ecco colui che toglie il peccato dal mondo” (Gv 1, 29), esclamazione che rappresenta quasi una sintesi del contenuto del terzo e del quarto Carme di Isaia sul servo di Jahvè sofferente. […]
Come i Vangeli, così anche gli Atti degli Apostoli dimostrano che la prima generazione dei discepoli di Cristo, a cominciare dagli apostoli, è profondamente convinta che in Gesù ha trovato compimento tutto ciò che il profeta Isaia ha annunciato nei suoi Carmi ispirati: che Gesù è l’eletto Servo di Dio (cf. per esempio At 3, 13.26; 4,27.30; 1 Pt 2, 22-25), che compie la missione del servo di Jahvè e porta la Legge nuova, è luce e alleanza per tutte le nazioni (cf. At 13, 46-47). (San Giovanni Paolo II – Udienza generale, 25 febbraio 1987)





