Tempo di lettura: 5 minuti

Martedì della II settimana delle ferie del Tempo Ordinario

Lettera agli Ebrei 6,10-20.

Fratelli, Dio non è ingiusto da dimenticare il vostro lavoro e la carità che avete dimostrato verso il suo nome, con i servizi che avete reso e rendete tuttora ai santi.
Soltanto desideriamo che ciascuno di voi dimostri il medesimo zelo perché la sua speranza abbia compimento sino alla fine,
e perché non diventiate pigri, ma piuttosto imitatori di coloro che con la fede e la perseveranza divengono eredi delle promesse.
Quando infatti Dio fece la promessa ad Abramo, non potendo giurare per uno superiore a sé, giurò per se stesso,
dicendo: Ti benedirò e ti moltiplicherò molto.
Così, avendo perseverato, Abramo conseguì la promessa.
Gli uomini infatti giurano per qualcuno maggiore di loro e per loro il giuramento è una garanzia che pone fine ad ogni controversia.
Perciò Dio, volendo mostrare più chiaramente agli eredi della promessa l’irrevocabilità della sua decisione, intervenne con un giuramento
perché grazie a due atti irrevocabili, nei quali è impossibile che Dio mentisca, noi che abbiamo cercato rifugio in lui avessimo un grande incoraggiamento nell’afferrarci saldamente alla speranza che ci è posta davanti.
In essa infatti noi abbiamo come un’àncora della nostra vita, sicura e salda, la quale penetra fin nell’interno del velo del santuario, dove Gesù è entrato per noi come precursore, essendo divenuto sommo sacerdote per sempre alla maniera di Melchìsedek.

Salmi 111(110),1-2.4-5.9.10d.

Renderò grazie al Signore con tutto il cuore,
nel consesso dei giusti e nell’assemblea.
Grandi le opere del Signore,
le contemplino coloro che le amano.

Ha lasciato un ricordo dei suoi prodigi:
pietà e tenerezza è il Signore.
Egli dà il cibo a chi lo teme,
si ricorda sempre della sua alleanza.

Mandò a liberare il suo popolo,
stabilì la sua alleanza per sempre.
la lode del Signore è senza fine.

Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Marco 2,23-28.

In giorno di sabato, Gesù passava per i campi di grano, e i discepoli, camminando, cominciarono a strappare le spighe.
I farisei gli dissero: «Vedi, perché essi fanno di sabato quel che non è permesso?».
Ma egli rispose loro: «Non avete mai letto che cosa fece Davide quando si trovò nel bisogno ed ebbe fame, lui e i suoi compagni?

Come entrò nella casa di Dio, sotto il sommo sacerdote Abiatàr, e mangiò i pani dell’offerta, che soltanto ai sacerdoti è lecito mangiare, e ne diede anche ai suoi compagni?».

E diceva loro: «Il sabato è stato fatto per l’uomo e non l’uomo per il sabato!
Perciò il Figlio dell’uomo è signore anche del sabato
».

Leone XIII

papa dal 1878 al 1903
Rerum novarum, 32

« Ricordati del giorno di sabato per santificarlo » (Es 20,8)

La vita del corpo, benché buona e desiderabile, non è il fine per cui siamo stati creati. Essa è una via e un mezzo per giungere alla perfezione dell’anima, attraverso la conoscenza del vero e l’amore per il bene. L’anima porta scolpita in sé l’immagine e la somiglianza divina (Gen 1,26); in essa risiede la sovranità di cui l’uomo è stato investito quando ricevette l’ordine di esercitare il proprio dominio sulla natura e di soggiogare il mare e la terra (Gen 1,28). (…) Da questo punto di vista, tutti gli uomini sono uguali; non esistono differenze tra ricchi e poveri, padroni e servi, principi e sudditi, « dato che lui stesso è il Signore di tutti» (Rm 10,12). A nessuno è lecito violare impunemente la dignità dell’uomo, che Dio stesso onora con grande rispetto, né ostacolare il cammino dell’uomo verso quella perfezione che corrisponde alla vita eterna e celeste. (… )       Ne consegue la necessità del riposo, cioè di cessare le attività nel giorno del Signore. Del resto, non dobbiamo vedere nel riposo un incoraggiamento nei confronti dell’ozio sterile, e tanto meno un modo per diventare sfaccendati, fonte d’immoralità e occasione di spreco; si tratta di un riposo santificato dalla religione. (…) Questa è la caratteristica essenziale e la ragione d’essere di quel riposo del settimo giorno, che Dio aveva già iscritto tra i principali articoli della Legge: « Ricordati di santificare il giorno di sabato » (Es 20,8) e di cui egli stesso aveva dato esempio attraverso il misterioso riposo preso subito dopo la creazione dell’uomo: « Allora Dio, nel settimo giorno portò a termine il lavoro che aveva fatto e cessò nel settimo giorno da ogni suo lavoro » (Gen 2,2).

PAROLE DEL SANTO PADRE

Questa strada di vivere attaccati alla legge, li allontanava dall’amore e dalla giustizia. Curavano la legge, trascuravano la giustizia. Curavano la legge, trascuravano l’amore. Questa è la strada che ci insegna Gesù, totalmente opposta a quella dei dottori della legge. E questa strada dall’amore alla giustizia, porta a Dio. Invece, l’altra strada, di essere attaccati soltanto alla legge, alla lettera della legge, porta alla chiusura, porta all’egoismo. La strada che va dall’amore alla conoscenza e al discernimento, al pieno compimento, porta alla santità, alla salvezza, all’incontro con Gesù. Invece, questa strada porta all’egoismo, alla superbia di sentirsi giusti, a quella santità fra virgolette delle apparenze, no? (Santa Marta – 31 ottobre 2014)


Destina il tuo 5x1000 alla nostra associazione
a te non costa nulla, per noi vale tanto!
Aiutaci ad aiutare piccoli malati oncologici
scrivi: 93118920615

Ultimi articoli

Gesù cammina con apostoli
25 Aprile 2024
La Parola del 25 aprile 2024
il poster di Eugenio
24 Aprile 2024
Preghierina del 24 aprile 2024
Papa Francesco con il Crocifisso
24 Aprile 2024
Udienza Generale del 24 aprile 2024
la Luce del Risorto
24 Aprile 2024
La Parola del 24 aprile 2024
ireland, sheep, lambs, pecora
23 Aprile 2024
Le pecore ballerine

Eventi in programma

×