VII giorno fra l’Ottava di Natale
- S. Silvestro I Papa (33°) dal 314 al 335
- S. Catherine (Caterina) Labourè suora, veggente (1806-1876)
- Santo del giorno
Oggi la Chiesa celebra: TE DEUM LAUDAMUS
Prima Lettura
Avete ricevuto l’unzione dal Santo e tutti avete la conoscenza.
Dalla prima lettera di san Giovanni apostolo
1Gv 2,18-21
Figlioli, è giunta l’ultima ora. Come avete sentito dire che l’anticristo deve venire, di fatto molti anticristi sono già venuti. Da questo conosciamo che è l’ultima ora.
Sono usciti da noi, ma non erano dei nostri; se fossero stati dei nostri, sarebbero rimasti con noi; sono usciti perché fosse manifesto che non tutti sono dei nostri.
Ora voi avete ricevuto l’unzione dal Santo, e tutti avete la conoscenza. Non vi ho scritto perché non conoscete la verità, ma perché la conoscete e perché nessuna menzogna viene dalla verità.
Parola di Dio.
Salmo Responsoriale
Dal Sal 95 (96)
R. Gloria nei cieli e gioia sulla terra.
Cantate al Signore un canto nuovo,
cantate al Signore, uomini di tutta la terra.
Cantate al Signore, benedite il suo nome,
annunciate di giorno in giorno la sua salvezza. R.
Gioiscano i cieli, esulti la terra,
risuoni il mare e quanto racchiude;
sia in festa la campagna e quanto contiene,
acclamino tutti gli alberi della foresta. R.
Davanti al Signore che viene:
sì, egli viene a giudicare la terra;
giudicherà il mondo con giustizia
e nella sua fedeltà i popoli. R.
Acclamazione al Vangelo
Alleluia, alleluia.
Il Verbo si fece carne
e venne ad abitare in mezzo a noi.
A quanti lo hanno accolto
ha dato il potere di diventare figli di Dio. (Gv 1,14a.12a)
Alleluia.
Il Vangelo del giorno 31 dicembre 2025
Il Verbo si fece carne.
Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 1,1-18
In principio era il Verbo,
e il Verbo era presso Dio
e il Verbo era Dio.
Egli era, in principio, presso Dio:
tutto è stato fatto per mezzo di lui
e senza di lui nulla è stato fatto di ciò che esiste.
In lui era la vita
e la vita era la luce degli uomini;
la luce splende nelle tenebre
e le tenebre non l’hanno vinta.
Venne un uomo mandato da Dio:
il suo nome era Giovanni.
Egli venne come testimone
per dare testimonianza alla luce,
perché tutti credessero per mezzo di lui.
Non era lui la luce,
ma doveva dare testimonianza alla luce.
Veniva nel mondo la luce vera,
quella che illumina ogni uomo.
Era nel mondo
e il mondo è stato fatto per mezzo di lui;
eppure il mondo non lo ha riconosciuto.
Venne fra i suoi,
e i suoi non lo hanno accolto.
A quanti però lo hanno accolto
ha dato potere di diventare figli di Dio:
a quelli che credono nel suo nome,
i quali, non da sangue
né da volere di carne
né da volere di uomo,
ma da Dio sono stati generati.
E il Verbo si fece carne
e venne ad abitare in mezzo a noi;
e noi abbiamo contemplato la sua gloria,
gloria come del Figlio unigenito
che viene dal Padre,
pieno di grazia e di verità.
Giovanni gli dà testimonianza e proclama:
«Era di lui che io dissi:
Colui che viene dopo di me
è avanti a me,
perché era prima di me».
Dalla sua pienezza
noi tutti abbiamo ricevuto:
grazia su grazia.
Perché la Legge fu data per mezzo di Mosè,
la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo.
Dio, nessuno lo ha mai visto:
il Figlio unigenito, che è Dio
ed è nel seno del Padre,
è lui che lo ha rivelato.
Parola del Signore.
Simeone il Nuovo Teologo (ca 949-1022)
monaco greco
Inni, 50, SC 196 (trad. cb@evangelizo)
“Dalla sua pienezza noi tutti abbiamo ricevuto”
Se pretendi, tu, di riconoscere [Dio] “per fede” e giudichi che “per fede” sei figlio di Dio, allora l’incarnazione di Dio, quella pure, è “per fede”: quindi non dire più che egli è “in realtà” divenuto uomo né che è stato messo al mondo in modo sensibile! Ma egli è veramente diventato figlio dell’uomo, allora è in realtà che ti fa figlio di Dio; se non è in apparenza che è diventato corpo, allora noi pure non diventiamo spirito come idea; come è vero che il Verbo si è fatto carne, ci trasforma in modo ineffabile e ci fa veramente figli di Dio. Restando immutabile nella divinità, il Verbo è diventato uomo assumendo la carne: conservando l’uomo immutabile nella carne e nell’anima, mi ha fatto tutto intero dio; ha assunto la mia carne condannata e mi ha rivestito della divinità tutta intera, poiché, battezzato, mi sono rivestito di Cristo, non in modo sensibile, certo, ma spirituale; e come può non essere dio per grazia e per adozione, nel sentimento, la conoscenza e la contemplazione, colui che si è rivestito del Figlio di Dio? Se è stato inconsciamente che Dio Verbo è diventato uomo, allora che anch’io diventi dio inconsciamente, è permesso, è naturale supporlo; ma se è scientemente, effettivamente e coscientemente che Dio ha preso la condizione umana totale, io son diventato dio interamente, per la comunione con Dio, sensibilmente e scientemente, non per essenza ma per partecipazione. Allo stesso modo, infatti, che senza mutamento Dio è nato uomo in un corpo e si è mostrato a tutti, così ineffabilmente, spiritualmente, mi genera e mi fa diventare Dio, restando uomo.
LE PAROLE DEI PAPI
“Il Verbo si fece carne” è una di quelle verità a cui ci siamo così abituati che quasi non ci colpisce più la grandezza dell’evento che essa esprime. Ed effettivamente in questo periodo natalizio, in cui tale espressione ritorna spesso nella liturgia, a volte si è più attenti agli aspetti esteriori, ai “colori” della festa, che al cuore della grande novità cristiana che celebriamo: qualcosa di assolutamente impensabile, che solo Dio poteva operare e in cui possiamo entrare solamente con la fede. Il Logos, che è presso Dio, il Logos che è Dio, il Creatore del mondo, (cfr Gv 1,1), per il quale furono create tutte le cose (cfr 1,3), che ha accompagnato e accompagna gli uomini nella storia con la sua luce (cfr 1,4-5; 1,9), diventa uno tra gli altri, prende dimora in mezzo a noi, diventa uno di noi (cfr 1,14). (…) È importante allora recuperare lo stupore di fronte a questo mistero, lasciarci avvolgere dalla grandezza di questo evento: Dio, il vero Dio, Creatore di tutto, ha percorso come uomo le nostre strade, entrando nel tempo dell’uomo, per comunicarci la sua stessa vita (cfr 1 Gv 1,1-4). E lo ha fatto non con lo splendore di un sovrano, che assoggetta con il suo potere il mondo, ma con l’umiltà di un bambino. (Benedetto XVI – Udienza generale, 9 gennaio 2013)





