Desideri inconfessati. Cosa sta muovendo veramente la tua vita?

Commento al Vangelo del 14 gennaio 2024

Seconda domenica del T.O. anno B

E ti sei degnato di abitare nella mia memoria dal giorno in cui ti conobbi! Perché cercare in quale luogo vi abiti?
Come se colà vi fossero luoghi.
Vi abiti certamente, poiché io ti ricordo dal giorno in cui ti conobbi,
e ti trovo nella memoria ogni volta che mi ricordo di te

Sant’AgostinoConfessioni X,xxv,36

Il peso delle parole

La realtà ci parla! La vita, le cose che accadono, gli incontri ci dicono sempre qualcosa. Nella lingua ebraica il termine parola (dabar) indica anche una cosa. Le parole contano, pesano, lasciano il segno. Eppure raramente ascoltiamo. Passiamo indifferenti e superficiali in mezzo alle parole. Il nostro ascolto è selettivo: ascoltiamo quello che ci piace o ci conferma, non vogliamo sentire quello che ci mette in discussione. A volte per capire le parole occorre farsi aiutare.

È anche l’esperienza di Samuele, che sente una parola che non comprende, non riesce a capire da dove venga. Si sente chiamato. Eppure, sebbene non conosca il Signore, si lascia scomodare, si alza, non rimane a dormire. Attraverso l’esempio di Samuele, la liturgia di oggi invita anche noi a non lasciar andare a vuoto nessuna delle parole del Signore.

Muoversi

Sono spesso parole che non comprendiamo. È accaduto anche per i due primi discepoli di cui ci parla il Vangelo di Giovanni.

Sentono una parola che li incuriosisce: «Ecco l’agnello di Dio!». Cosa significhi quella parola è impossibile capirlo all’inizio del loro cammino. Per ora è solo una curiosità che li muove. Ciò che conta nella vita, anche nella vita spirituale, è infatti non rimanere fermi.

È meglio lasciarsi inquietare e incuriosire. Quello che ci muove è di solito un desiderio! E questo testo del Vangelo di Giovanni ci fa capire che questo desiderio all’inizio non deve essere necessariamente chiaro o profondo. Il Signore ci incontra così, ci prende con il nostro desiderio incipiente e ci educa pian piano a capire cosa conta veramente per noi.

Cercare

Nel Vangelo di Giovanni infatti la prima parola di Gesù è una domanda: Che cercate? 

Quando cerchiamo qualcosa è perché abbiamo riconosciuto che qualcosa ci manca, anche se a volte non sappiamo neanche bene cosa stiamo cercando, forse non sappiamo neanche se sia la cosa migliore per noi, ma nessun cammino può iniziare eludendo questa domanda.

La Parola di Dio oggi ci invita a metterci davanti a questo interrogativo: cosa sto cercando oggi nella mia vita?

Relazione

I due primi discepoli rispondono in modo molto semplice: non stanno cercando una risposta teorica, una verità, una formula teologica, stanno cercando una relazione. Il loro desiderio esprime una ricerca di familiarità: dove abiti? Il luogo in cui abitiamo parla di noi. Per diventare veramente familiari con qualcuno occorre entrare nella sua casa. Non si può mai essere veramente amici senza mai aver abitato la casa dell’altro.

Gesù accoglie questo desiderio di familiarità e li invita nella sua casa. Per conoscere Gesù non si tratta tanto di parlare di lui, quanto di stare con lui e conversare con lui. Molti pensano di conoscere il Signore o di averlo incontrato semplicemente perché hanno letto di lui. La Parola si compie quando facciamo esperienza di Dio.

Eppure, benché i due discepoli ricordino con precisione l’ora in cui è avvenuto quell’incontro (erano circa le quattro del pomeriggio), non descrivono il luogo in cui Gesù abita. Forse è un modo per dirci che non c’è un luogo esclusivo in cui si può incontrare Gesù, ma ci sono tante esperienze, tanti modi, in cui Dio si lascia trovare. Nessuno ha l’esclusiva, nessun movimento, nessuna spiritualità, nessun gruppo! È il Signore che si lascia trovare dove vuole.

Annunciare

L’incontro con Gesù, quando è autentico, genera il desiderio ulteriore dell’annuncio. I primi discepoli raccontano quello che hanno vissuto.

Il Vangelo cammina attraverso le relazioni. Il Vangelo viene annunciato prima di tutto attraverso la fraternità. Sembra quasi una guarigione di quelle relazioni fraterne che il libro della Genesi ci ha presentato come relazioni difficili, relazioni che si spezzano e che spesso sembrano impossibili.

L’incontro con Gesù guarisce innanzitutto le relazioni. Se questa guarigione non avviene, occorre chiederci se abbiamo veramente incontrato il Signore. Andrea permette al fratello Simone di essere incontrato da Gesù.

Ecco, questa è l’evangelizzazione: permettere all’altro di essere incontrato dal Signore.

Leggersi dentro

  • Cosa sta muovendo oggi il tuo cammino?
  • In che modo ti sembra che il Signore ti stia dicendo qualcosa in questo tempo della tua vita?

Per gentile concessione © ♥ Padre Gaetano Piccolo SJ

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