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Commento al Vangelo del 9 aprile 2023

Il video del Commento al Vangelo del 9 aprile 2023

Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 28,1-10

Dopo il sabato, all’alba del primo giorno della settimana, Maria di Màgdala e l’altra Maria andarono a visitare la tomba.

Ed ecco, vi fu un gran terremoto. Un angelo del Signore, infatti, sceso dal cielo, si avvicinò, rotolò la pietra e si pose a sedere su di essa. Il suo aspetto era come folgore e il suo vestito bianco come neve. Per lo spavento che ebbero di lui, le guardie furono scosse e rimasero come morte.

L’angelo disse alle donne: «Voi non abbiate paura! So che cercate Gesù, il crocifisso. Non è qui. È risorto, infatti, come aveva detto; venite, guardate il luogo dove era stato deposto.

Presto, andate a dire ai suoi discepoli: “È risorto dai morti, ed ecco, vi precede in Galilea; là lo vedrete”. Ecco, io ve l’ho detto».
Abbandonato in fretta il sepolcro con timore e gioia grande, le donne corsero a dare l’annuncio ai suoi discepoli.

Ed ecco, Gesù venne loro incontro e disse: «Salute a voi!». Ed esse si avvicinarono, gli abbracciarono i piedi e lo adorarono. Allora Gesù disse loro: «Non temete; andate ad annunciare ai miei fratelli che vadano in Galilea: là mi vedranno».

Parola del Signore.

commento al Vangelo del 9 aprile 2023

Padre Jean Paul Hernandez commenta il Vangelo della Domenica di Pasqua e illustra il simbolo delle Mirofore, le donne che portano gli unguenti e gli olii, nelle rappresentazioni artistiche.

«Voi non abbiate paura! So che cercate Gesù, il crocifisso. Non è qui. È risorto, infatti, come aveva detto; venite, guardate il luogo dove era stato deposto».

Allora Gesù disse loro: «Non temete; andate ad annunciare ai miei fratelli che vadano in Galilea: là mi vedranno». Gesù scende negli inferi e prende per mano Adamo ed Eva.

È un Cristo che vince e che torna alla fine portando con sé tutti i morti. La resurrezione è un mistero indefinibile. La liturgia della notte di Pasqua ha sette letture e sono tutti tentativi di spiegare che cos’è la resurrezione tramite paragoni.

Nella resurrezione c’è più creatività di quanta ce ne fosse nella creazione del cielo e della terra. Il terremoto esterno è lo specchio del terremoto interno.

Accettare che Gesù è risorto, dunque che la morte non è l’ultima parola, sconvolge le certezze e le spiegazioni razionali.

È Gesù stesso che tu incontri quando annunci la sua resurrezione.

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