Non è possibile che un profeta muoia fuori di Gerusalemme.
Dal Vangelo secondo Luca
Lc 13,31-35
In quel momento si avvicinarono a Gesù alcuni farisei a dirgli: «Parti e vattene via di qui, perché Erode ti vuole uccidere».
Egli rispose loro: «Andate a dire a quella volpe: “Ecco, io scaccio demòni e compio guarigioni oggi e domani; e il terzo giorno la mia opera è compiuta. Però è necessario che oggi, domani e il giorno seguente io prosegua nel cammino, perché non è possibile che un profeta muoia fuori di Gerusalemme”.
Gerusalemme, Gerusalemme, tu che uccidi i profeti e lapidi quelli che sono stati mandati a te: quante volte ho voluto raccogliere i tuoi figli, come una chioccia i suoi pulcini sotto le ali, e voi non avete voluto! Ecco, la vostra casa è abbandonata a voi! Vi dico infatti che non mi vedrete, finché verrà il tempo in cui direte: “Benedetto colui che viene nel nome del Signore!”».
Parola del Signore.
Amati
MichaelDavide Semeraro

L’apostolo Paolo sembra non avere nessun dubbio:
Queste parole possono diventare per noi l’occasione di una verifica rigorosa di quelli che sono i nostri sentimenti reali nei confronti della nostra relazione con il Signore. La domanda che risuona nella prima lettura richiede una risposta che sia assolutamente personale e, per molti aspetti, unica: «Chi ci separerà dall’amore di Cristo» (8,35). L’apostolo Paolo cerca di dare e di condividere con i discepoli che sono a Roma la sua esperienza e la sua risposta, ma a ciascuno di noi torna il compito di dare una risposta che sia espressione della personale persuasione di quanto la presenza di Cristo nella nostra vita possa illuminarla, fino a cambiarla radicalmente. Lungo questa giornata potremmo chiederci se veramente possiamo fare nostra la conclusione così bella e forte dell’apostolo:
La domanda si fa terribilmente chiara ed esigente: «Ci sentiamo amati?».
A questa nostra interrogazione interiore possiamo accostare quella che sembra turbare fino a far sanguinare il cuore di Cristo Signore: «quante volte ho voluto raccogliere i tuoi figli, come una chioccia i suoi pulcini sotto le ali, e voi non avete voluto!» (Lc 13,34). Sottrarsi all’amore è uno dei misteri più difficili da comprendere del nostro modo di reagire alla vita, tanto da sembrare non solo il più strano, ma pure il più innaturale. L’immagine che il Signore Gesù offre di sé – quella di una chioccia che raccoglie i pulcini – è molto umile ed è magnificamente toccante. L’amore materno di Dio è tanto forte da renderlo debole e tanto grande da renderlo stolto per noi. Le scelte di Gesù non sono ispirate dalla paura, ma da una decisione incontrovertibile di amare sino alla fine: «Andate a dire a quella volpe… non è possibile che un profeta muoia fuori di Gerusalemme» (13,33).
Perché mai non rispondere dolcemente e fortemente alla Parola di Dio, che da esortazione può trasformarsi nel nostro concreto vissuto in serena e fortificante contemplazione:
L’Onnipotente, l’Eterno, il Vivente, il Padre è per noi e mai sarà contro di noi: non ci insegue, non ci tormenta, non ci spia, non ci attacca, non ci aspetta al varco, non concepisce strani e temibili disegni per sorprenderci in fallo e farci arrossire. Non solo Dio è per noi, ma è persino al nostro fianco e per quanto le nostre strade siano intricate e talora così incomprensibili persino a noi stessi, Dio è dalla nostra parte e si pone a custodia della nostra crescita accompagnandone amorevolmente i passi più indecisi e quelli più avventati. Tutto il contrario di quella notizia forse fatta arrivare a Gesù attraverso i buoni servigi dei farisei direttamente da Erode per costringerlo, magari, a togliersi dai piedi visto che era solo da poco riuscito a liberarsi del Battista.
fonte © nellaparola.it
Ascoltiamo insieme
Per gentile concessione © ♥ Padre Gaetano Piccolo SJ
🍝 La Pasta che fa bene al cuore
Partecipa alla Seconda Edizione del nostro evento di solidarietà.
Unisciti a noi per trasformare un piatto di pasta in un gesto d’amore ❤️





