Buon diciannovesimo compleanno amore eterno
Sono le 6. E’ l’alba, l’aria è fresca, si sente solo il cinguettio degli uccelli, liberi come sempre di volare nel cielo di tutti.
Luke, il tuo amato gatto europeo, di un colore arancio a tratti imbiancato dall’età, appena sente il rumore dei miei passi, miagola, si fa sentire, vuole essere sempre partecipe delle nostre vite, della tua vita, che sente ancora, transitare per queste stanze.
Ed io sono qui, ancora una volta, sempre attaccato al tuo diario, al nostro diario, che parla di noi, che parla della nostra vita insieme e che mai perderà di vigore, di vitalità, di energia, di amore.
Iera sera parlavo al telefono con nonna Rosaria, mia mamma, che avrebbe tanto da raccontare dei suoi 95 anni, ma spesso ascolta e, tra una lacrima e l’altra, pensa a tutti, pensa a te, soprattutto, il suo nipotino che ha lasciato questa terra prematuramente.
Le raccontavo di una frase che mi è rimasta particolarmente impressa tratta dalla serie trasmessa su Netflix “The Chosen” (il prescelto): “Presto capirete“, dice spesso Gesù ai suoi discepoli. Ma Pietro, il più vigoroso e intraprendente dei discepoli gli risponde: “ma quando è ‘presto’?“
Presto capirò anche io.

Stiamo vivendo tutti la tua mancanza con sentimenti diversi: Francesca è in una fase di rabbia, delusione, a tratti solitudine, che cerca di colmare con la scuola, la lettura, le amiche, la sua nuova adolescenza.
Presto capirà che l’assenza fisica non è la fine dell’amore; la mancanza del corpo fisico non è la fine della vita, è proprio in quella mancanza che si sviluppa l’amore vero, fatto di sensazioni, di profumi, di luci e di sguardi dove vedi sempre l’altro. Eccolo l’amore, lo vedo nell’altro, nel mio prossimo.
Mamma Giuseppina stringe i denti, mordendo la vita, tra il duro lavoro di mamma e di moglie, di figlia che assiste la mamma e di lavoratrice infaticabile per la vigna della nostra famiglia. E’ una roccia dal cuore tenero, un frutto che sta maturando al sole dei tuoi raggi, un carattere che sta scoprendo l’amore giorno per giorno, entrando nel suo profondo ed ascoltando il proprio cuore.
Io? Io aspetto. Io aspetto di capire. Presto.
Mentre aspetto di capire il disegno del Signore della mia vita, cerco di capire il mondo, cerco di capire l’altro, cerco di leggere cosa cerca il mondo, dove sta andando, dove vorrebbe arrivare.
Ho imparato ad aspettare, a contare fino a 3 prima di parlare, ad ascoltare. Ascoltando e applicando un certo discernimento, perché ho notato una pratica comune di parlare per zittire, di parlare per imporre, di parlare per dettare, di parlare per primeggiare, di parlare affinché tutti non capiscano.
Quando ascolto questo tipo di “parlare” mi defilo, in silenzio e coprendomi le orecchie, per non sentire questo mormorio inutile e arrogante del mondo, e cercando di puntare i miei orecchi sulla voce, sull’unica voce che pronuncia parole eterne, parole vive, parole vere.
Ecco perché spesso sono assente: perché sono vicino a te, amore eterno. Vicino col pensiero, vicino con l’anima, vicino con la mente.
E’ nell’aria, in questa fresca aria mattutina del sole che sorge in un nuovo giorno, che ci sei tu.
Ed è in quest’aria che io mi crogiolo, mi delizio, ci amiamo.
Buon 19, aria della mia vita.
Tuo per sempre, papino.

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