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Leggi e ascolta La Parola del 8 aprile 2023

Sabato Santo

Antifona

Il Sabato Santo la Chiesa sosta presso il sepolcro del Signore, meditando la sua passione e la sua morte, nonché la discesa agli inferi, e aspettando la sua risurrezione, nella preghiera e nel digiuno.

Spogliata la sacra mensa, la Chiesa si astiene dal sacrificio della Messa fino alla solenne Veglia o attesa notturna della risurrezione. L’attesa allora lascia il posto alla gioia pasquale, che nella sua pienezza si protrae per cinquanta giorni.

In questo giorno la santa comunione si può dare solo sotto forma di Viatico. (Cf. Messale Romano pag. 167)

Le letture di oggi, Sabato Santo, sono tratte dalla Liturgia delle Ore (Ufficio delle Letture)

Dalla lettera agli Ebrei
4, 1-16

Dobbiamo dunque temere che, mentre ancora rimane in vigore la promessa di entrare nel suo riposo, qualcuno di voi ne sia giudicato escluso. Poiché anche a noi, al pari di quelli, è stata annunziata una buona novella: purtroppo però ad essi la parola udita non giovò in nulla, non essendo rimasti uniti nella fede a quelli che avevano ascoltato. Infatti noi che abbiamo creduto possiamo entrare in quel riposo, secondo ciò che egli ha detto:

Sicché ho giurato nella mia ira:
Non entreranno nel mio riposo!

Questo, benché le sue opere fossero compiute fin dalla fondazione del mondo. Si dice infatti in qualche luogo a proposito del settimo giorno: E Dio si riposò nel settimo giorno da tutte le opere sue. E ancora in questo passo: Non entreranno nel mio riposo! Poiché dunque risulta che alcuni debbono ancora entrare in quel riposo e quelli che per primi ricevettero la buona novella non entrarono a causa della loro disobbedienza, egli fissa di nuovo un giorno, oggi, dicendo in Davide dopo tanto tempo:

Oggi, se udite la sua voce,
non indurite i vostri cuori!


Se Giosuè infatti li avesse introdotti in quel riposo, Dio non avrebbe parlato, in seguito, di un altro giorno. È dunque riservato ancora un riposo sabatico per il popolo di Dio. Chi è entrato infatti nel suo riposo, riposa anch’egli dalle sue opere, come Dio dalle proprie.

Affrettiamoci dunque ad entrare in quel riposo, perché nessuno cada nello stesso tipo di disobbedienza.

Infatti la parola di Dio è viva, efficace e più tagliente di ogni spada a doppio taglio; essa penetra fino al punto di divisione dell’anima e dello spirito, delle giunture e delle midolla e scruta i sentimenti e i pensieri del cuore. Non v’è creatura che possa nascondersi davanti a lui, ma tutto è nudo e scoperto agli occhi suoi e a lui noi dobbiamo rendere conto.

Poiché dunque abbiamo un grande sommo sacerdote, che ha attraversato i cieli, Gesù, Figlio di Dio, manteniamo ferma la professione della nostra fede. Infatti non abbiamo un sommo sacerdote che non sappia compatire le nostre infermità, essendo stato lui stesso provato in ogni cosa, a somiglianza di noi, escluso il peccato. Accostiamoci dunque con piena fiducia al trono della grazia, per ricevere misericordia e trovare grazia ed essere aiutati al momento opportuno.

Vangelo del giorno

La Parola del 8 aprile 2023
La Parola del 8 aprile 2023 3

Dal Vangelo secondo Matteo (citato nel Responsorio dell’Ufficio delle Letture)
Mt 27, 62-66

Il giorno seguente, quello dopo la Parasceve, si riunirono presso Pilato i sommi sacerdoti e i farisei, dicendo: «Signore, ci siamo ricordati che quell’impostore disse mentre era vivo: Dopo tre giorni risorgerò. 

Ordina dunque che sia vigilato il sepolcro fino al terzo giorno, perché non vengano i suoi discepoli, lo rubino e poi dicano al popolo: È risuscitato dai morti.

Così quest’ultima impostura sarebbe peggiore della prima!». Pilato disse loro: «Avete la vostra guardia, andate e assicuratevi come credete». Ed essi andarono e assicurarono il sepolcro, sigillando la pietra e mettendovi la guardia.

San Cromazio di Aquileia (? – 407)

vescovo

Primo discorso per la Grande Notte, SC 154

“Notte di veglia fu questa per il Signore per farli uscire dal paese d’Egitto” (Es 12,42)

Tutte le veglie celebrate in onore del Signore sono gradite a Dio e accette a lui, ma questa veglia è al di sopra di tutte le altre.

Ecco perché questa notte porta specificamente il titolo di “veglia del Signore”. Leggiamo infatti: “Questa sarà una notte di veglia in onore del Signore per tutti gli Israeliti, di generazione in generazione” (Es 12,42). Questa notte porta bene il suo titolo, perché il Signore si è risvegliato vivo affinché non restassimo addormentati nella morte. Infatti ha sofferto per noi il sonno della morte nel mistero della sua Passione; ma il sonno del Signore è diventato la veglia del mondo intero perché la morte di Cristo ha cacciato lontano da noi il sonno della morte eterna.

Lo dichiara lui stesso attraverso il profeta: “Io mi corico e mi addormento, mi sveglio, il mio sonno mi parve soave” (Sal 3,6; Gr 31,26). Certo, il sonno di Cristo, che ci ha richiamati dall’amarezza della morte alla dolcezza della vita, non ha potuto che essere dolce. (…)

Salomone ha scritto: “Io dormo, ma il mio cuore veglia” (Ct 5,2). Queste parole manifestano con tutta evidenza il mistero della divinità e della carne del Signore. Egli ha dormito secondo la carne, ma la sua divinità vegliava, poiché la divinità non poteva dormire. (…): “Non si addormenterà, non prenderà sonno, il custode d’Israele” (Sal 121,4). (…)

Ha dormito secondo la carne, ma la sua divinità visitava gli inferi per trarne fuori l’uomo che vi era tenuto schiavo; nostro Signore e Salvatore ha voluto visitare tutti i luoghi per donare misericordia a tutti.

E’ disceso dal cielo sulla terra per visitare il mondo; è disceso ancora dalla terra agli inferi per portare la luce a coloro che vi erano prigionieri, secondo la parola del profeta: “Il popolo che camminava nelle tenebre vide una grande luce; su coloro che abitavano in terra tenebrosa una luce rifulse.” (Is 9,1). Ecco perché gli angeli nel cielo, gli uomini sulla terra e le anime dei fedeli nel soggiorno dei morti celebrano questa veglia del Signore. (…)

Se il pentimento di un solo peccatore, come si legge nel Vangelo, è causa di gioia per gli angeli in cielo (Lc 15,7.10), quanto più la redenzione del mondo intero? (…) Questa veglia dunque non è solo una festa per gli uomini e gli angeli, ma anche per il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo, perché la salvezza del mondo è la gioia della Trinità.

PAROLE DEL SANTO PADRE

Che il Signore ci liberi da questa terribile trappola, dall’essere cristiani senza speranza, che vivono come se il Signore non fosse risorto e il centro della vita fossero i nostri problemi.  

Il Consolatore non fa apparire tutto bello, non elimina il male con la bacchetta magica, ma infonde la vera forza della vita, che non è l’assenza di problemi, ma la certezza di essere amati e perdonati sempre da Cristo, che per noi ha vinto il peccato, la morte e la paura.

Facciamo memoria del Signore, della sua bontà e delle sue parole di vita che ci hanno toccato; ricordiamole e facciamole nostre, per essere sentinelle del mattino che sanno scorgere i segni del Risorto. (Omelia nella Veglia di Pasqua, 27 marzo 2016)

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