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Preghierina del 2 febbraio 2024

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La fiducia di Dio

commento al vangelo di oggi di LC 2,22-40


Il futuro influenza il presente tanto quanto il passato.

Friedrich Wilhelm Nietzsche

Entro nel testo (LC 2,22-40)

Quando furono compiuti i giorni della loro purificazione rituale, secondo la legge di Mosè, Maria e Giuseppe portarono il bambino a Gerusalemme per presentarlo al Signore –  come è scritto nella legge del Signore: «Ogni maschio primogenito sarà sacro al Signore» – e per offrire in sacrificio una coppia di tortore o due giovani colombi, come prescrive la legge del Signore.

Ora a Gerusalemme c’era un uomo di nome Simeone, uomo giusto e pio, che aspettava la consolazione d’Israele, e lo Spirito Santo era su di lui.

Lo Spirito Santo gli aveva preannunciato che non avrebbe visto la morte senza prima aver veduto il Cristo del Signore.

Mosso dallo Spirito, si recò al tempio e, mentre i genitori vi portavano il bambino Gesù per fare ciò che la Legge prescriveva a suo riguardo, anch’egli lo accolse tra le braccia e benedisse Dio, dicendo: «Ora puoi lasciare, o Signore, che il tuo servo vada in pace, secondo la tua parola, perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza, preparata da te davanti a tutti i popoli: luce per rivelarti alle genti e gloria del tuo popolo, Israele».

Il padre e la madre di Gesù si stupivano delle cose che si dicevano di lui.

Simeone li benedisse e a Maria, sua madre, disse: «Ecco, egli è qui per la caduta e la risurrezione di molti in Israele e come segno di contraddizione – e anche a te una spada trafiggerà l’anima -, affinché siano svelati i pensieri di molti cuori».

C’era anche una profetessa, Anna, figlia di Fanuèle, della tribù di Aser.

Era molto avanzata in età, aveva vissuto con il marito sette anni dopo il suo matrimonio, era poi rimasta vedova e ora aveva ottantaquattro anni.

Non si allontanava mai dal tempio, servendo Dio notte e giorno con digiuni e preghiere.

Sopraggiunta in quel momento, si mise anche lei a lodare Dio e parlava del bambino a quanti aspettavano la redenzione di Gerusalemme.

Quando ebbero adempiuto ogni cosa secondo la legge del Signore, fecero ritorno in Galilea, alla loro città di Nàzaret.

Il bambino cresceva e si fortificava, pieno di sapienza, e la grazia di Dio era su di lui.

Mi lascio ispirare

La vista di un neonato è un segno di speranza. Ci ricorda che il mondo non termina con noi stessi, ma continua in una evoluzione inarrestabile, dentro un mistero, quello della nostra umanità, che non si esaurirà mai.

Il miracolo della vita che si ripete di generazione in generazione ci mette davanti alla consapevolezza che l’essere umano è sempre lo stesso eppure evolve continuamente. Il bimbo, crescendo, assume il passato da cui proviene e costruisce un futuro diverso da quello che ha mosso i nostri passi.

La bellezza che il bimbo irradia intorno a sé è una promessa che si rinnova e ci invita a lasciar essere la vita. Ci si può fidare dell’essere umano!

Ecco la consolazione di Simeone e di Anna! Sentono che possono lasciare nelle mani di quel bambino il mondo che hanno amato e possono ritirarsi serenamente.

Così come ogni volta che nasce un essere umano, Dio si consegna totalmente a lui, fidandosi, lasciandolo essere…  Si fida di noi, perché sa come siamo fatti. Quando sentiamo questa fiducia su di noi, viviamo la vita con apertura, coraggio e leggerezza.

Flavio Emanuele Bottaro SJ

Rifletto sulle domande

Cosa ti piacerebbe consegnare alla generazione successiva?
Cosa ti dà speranza della generazione dei giovani di oggi?
Cosa fai fatica a lasciar essere?


Preghiere per il mese di febbraio

2 febbraio - Presentazione di Gesù Bambino al Tempio

Preghiera a Maria SS.ma nel giorno della Purificazione (da un Breviario del 1947)

Vergine Immacolata, Voi che essendo purissima innanzi a Dio, voleste comparire immonda agli occhi degli uomini, fate che, a Vostra imitazione, procuri anche io di esser mondo dal peccato specialmente mortale, innanzi al Buon Dio, ancorché avessi a comparire colpevole nella stima degli uomini e del mondo.

1 Ave Maria….

Vergine Immacolata, Voi che essendo la più benedetta fra tutte le donne, non sdegnaste di esser reputata simile alle altre, fate che, a Vostra imitazione, mi sforzi anche io di superare gli altri in carità e virtù, pur reputandomi qual sono il peggiore tra i redenti.

1 Ave Maria….

Vergine Immacolata, Voi che essendo la Tutta Pura e la Tutta Santa, vi presentaste al Tempio obbedendo alla Legge della purificazione, fate che, a Vostra imitazione, anche io cerchi sempre di santificare me stesso e purificare l’anima mia da ogni vizio, per ricevere degnamente i Sacramenti della salvezza.

1 Ave Maria….

Vergine Immacolata, Voi che nell’offrire il Vostro Figlio Gesù all’Eterno Suo Padre, incontraste il gradimento di tutto il Paradiso offrite ora, ve ne supplico, il mio cuore alla SS.ma Trinità, affinché non operi più cosa che non sia di Suo gradimento.


1 Ave Maria….

Vergine Immacolata, Voi che nel riscattare il Vostro Figlio Gesù secondo l’ordine della Legge, cooperaste mirabilmente alla salute delle Anime, riscattate ora, ve ne supplico, il mio cuore e tutta la mia Famiglia dalla schiavitù del peccato e da ogni funesto vizio, affinché possiamo compiacere la SS.ma Trinità nell’opera stessa della Redenzione nostra e di tutte le Anime.

1 Ave Maria…

Vergine Immacolata, Voi che nell’udire da Simeone la funesta tragedia dei Vostri Dolori, vi rassegnaste con ardente zelo alle divine disposizioni, fate che l’anima mia, in ogni evento contrario e tribolazione, si rassegni al volere divino non con la disperazione ma con il Vostro appassionato “Fiat” e che mai più in avvenire mi lagni d’esser tribolata per amore di Gesù Vostro Figliuolo.

1 Ave Maria….


Preghiamo: O mia Signora, Madre mia, Regina mia! Ricordatevi che sono tutto
vostro.

Conservatemi e difendetemi quale Vostra proprietà e possessione.

Beneditemi o Figlia prediletta dell’Eterno Padre; Madre amorevole del Divin Figlio; Sposa purissima dello Spirito Santo e non permettete che io abbia più ad offendere la Divina e SS.ma Trinità coi pensieri, con le male parole, con le opere contro la santa purità, l’umiltà, la carità e l’ortodossia della santa Fede della Chiesa Cattolica, ma fate che io sempre ami il Buon Dio e che sempre Lo servi per farLo conoscere, amare e adorarLo da tutti.

O Maria, tu oggi sei salita umilmente al Tempio, portando il tuo divin Figlio e lo hai offerto al Padre per la salvezza di tutti gli uomini.

Oggi lo Spirito Santo ha rivelato al mondo che Cristo è la gloria di Israele e Luce delle genti.

Ti preghiamo, o Vergine santa, presenta anche noi, che pure siamo tuoi figli, al Signore e fa' che,
rinnovati nello spirito, possiamo camminare nella luce di Cristo finché lo incontreremo glorioso nella vita eterna.

O amabilissimo Gesù, Tu sei il grande dono di Dio all'umanità ed unica offerta degna che noi possiamo fare a Lui nel Consacrarci totalmente a Voi.

Tu, o Maria, nella Presentazione offri Gesù ed inizi un cammino che ti conduce alla croce; una spada trapasserà la tua anima facendoti Mediatrice di ogni grazia, Avvocata e Corredentrice delle Anime redente dal Sacrificio del Figlio Divino.


La Chiesa ed ogni cristiano continua ad offrire, in ogni tempo, Gesù Eucaristia e ad offrirsi con Lui al Padre: degnatevi o Spirito Santo di accogliere sempre queste suppliche e di non privarci mai dei Vostri santi doni per la nostra salvezza, la conversione dei poveri peccatori e il trionfo della santa Romana Chiesa.

Così sia.
Salve Regina…


Preghiamo insieme

Preghierina
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Preghierina del 2 febbraio 2024
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Il pastello bianco

Leggi e ascolta la favola de "Il pastello bianco"

Curiosando

Il pastello è una tecnica di disegno che usa bastoncini di pigmento colorato.

La percentuale del legante (colla o cera) è ridotta al minimo per assicurare l'adesione dei pigmenti al foglio.

Il colore risulta quindi purissimo e luminoso; questa caratteristica viene esaltata utilizzando carta più o meno ruvida. Per assicurare una maggiore adesione delle polveri colorate alla carta, sul disegno può essere vaporizzato un fissante che diminuisce però la vivacità dei colori. Un disegno a pastello può essere adeguatamente conservato sotto vetro per proteggerlo dall'umidità e dalla polvere.

Il pastello morbido venne inventato dall'artista francese Jean Perréal (1455-1530), verso il XVI secolo. Leonardo da Vinci (1452-1519) fu uno dei primi in Italia ad utilizzarlo nei suoi studi e schizzi e ne riconobbe la paternità a Perréal, citandolo nella raccolta dei suoi disegni e scritti nota come Codice Atlantico al foglio 247, con la frase "...una tecnica nuova per dipingere con differenti colori secchi...".

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Leggiamo insieme

C'era una volta un pastello bianco che si sentiva molto triste. Nessuno lo usava mai per disegnare, perché era troppo sbiadito e invisibile. Tutti gli altri pastelli lo ignoravano e lo prendevano in giro, dicendogli che era inutile e noioso.

Un giorno, il pastello bianco decise di scappare dalla scatola dei colori e di andare a cercare un posto dove poter essere felice. Si avventurò nel mondo, ma ovunque andasse non trovava nessuno che lo apprezzasse. I bambini lo scambiavano per un gessetto e lo usavano per scrivere sulla lavagna, i pittori lo buttavano via perché non serviva a niente, i disegnatori lo lasciavano in un angolo perché non si vedeva sul foglio.

Il pastello bianco si sentiva sempre più solo e sconsolato, finché un giorno arrivò in una foresta incantata. Lì incontrò una fata che gli chiese cosa stesse cercando. Il pastello bianco le raccontò la sua triste storia e le disse che voleva solo essere amato e usato per creare belle cose.

La fata si commosse e decise di aiutarlo. Lo portò in una grotta dove c'erano tanti cristalli di tutti i colori. La fata gli disse che quei cristalli erano magici e che potevano cambiare il colore di qualsiasi cosa li toccasse. Il pastello bianco si illuminò e pensò che finalmente avrebbe potuto diventare un pastello come gli altri.

Ma la fata lo fermò e gli disse: "Aspetta, non è così semplice. Se vuoi cambiare colore, devi scegliere bene quale cristallo toccare. Ogni colore ha il suo significato e la sua personalità. Devi scegliere quello che ti rappresenta meglio, altrimenti non sarai felice".

Il pastello bianco si guardò intorno e vide tanti cristalli splendenti. C'era il rosso, il colore della passione e dell'energia, ma anche della rabbia e del pericolo. C'era il blu, il colore della calma e della saggezza, ma anche della tristezza e della malinconia. C'era il verde, il colore della natura e della speranza, ma anche dell'invidia e della gelosia. C'era il giallo, il colore della gioia e dell'intelligenza, ma anche della paura e della falsità. E così via.

Il pastello bianco si rese conto che ogni colore aveva i suoi lati positivi e negativi, e che nessuno era perfetto. Si chiese se valeva la pena cambiare il suo colore originale per diventare qualcun altro. Si chiese se sarebbe stato più felice così.

Allora la fata gli disse: "Sai, il bianco non è un colore come gli altri. Il bianco è la somma di tutti i colori. Il bianco contiene tutte le sfumature possibili e immaginabili. Il bianco è il colore della luce, della purezza, della fantasia. Il bianco è il colore più bello che ci sia".

Il pastello bianco rimase sorpreso da queste parole. Non aveva mai pensato al suo colore in quel modo. Si guardò le mani e vide che erano sporche di tutti i colori che aveva toccato nel suo viaggio. Si accorse che il suo bianco era diventato più brillante e più vivo.

La fata gli sorrise e gli disse: "Vedi? Non hai bisogno di cambiare colore per essere speciale. Sei già speciale così come sei. Devi solo trovare qualcuno che sappia apprezzarti per quello che sei".

Il pastello bianco si sentì felice per la prima volta nella sua vita. Ringraziò la fata per avergli aperto gli occhi e le chiese dove potesse trovare qualcuno che lo volesse bene.

La fata gli disse: "Non devi andare lontano. C'è un posto dove i pastelli bianchi sono molto richiesti e ammirati. Un posto dove puoi esprimere tutta la tua creatività e la tua fantasia. Un posto dove puoi fare la differenza".

"Quale posto?" chiese il pastello bianco.

"La carta da lucido" rispose la fata.

E così il pastello bianco andò a cercare la carta da lucido e lì trovò la sua felicità. Da quel giorno in poi, il pastello bianco fu usato per disegnare tante cose meravigliose, come fiocchi di neve, stelle, nuvole, arcobaleni e unicorni. Il pastello bianco si sentì finalmente apprezzato e amato, e capì che il suo colore era il più bello di tutti.

E vissero tutti felici e colorati.

Ascoltiamo insieme

Le favole della buonanotte
Le favole della buonanotte
Il pastello bianco
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Non disturbare!

Non disturbare! La paura di essere visti in disordine

Commento al Vangelo del 4 febbraio 2024

Quinta domenica del T.O. anno B

Dunque, questa è la casa
dove eleviamo le nostre preghiere:
casa di Dio siamo noi stessi.
Se casa di Dio siamo noi stessi,
veniamo edificati in questa vita
per essere poi dedicati alla fine del tempo

Sant’AgostinoDiscorso 336,1

La casa

La casa indica lo spazio familiare, il luogo dove ci sentiamo protetti, un luogo dove magari a volte ci chiudiamo per non essere visti o semplicemente per non essere disturbati.

La casa è l’immagine della nostra vita, non solo perché guardando allo spazio in cui viviamo si capiscono molte cose di noi, ma anche perché è una rappresentazione di noi stessi, che cominciamo infatti a disegnare già quando siamo molto piccoli per esprimere una prima consapevolezza di noi stessi.

Ospiti inattesi

A volte la tranquillità o il buio della nostra casa sono disturbati o ravvivati dalla presenza di un ospite inatteso, che senza essere invitato o senza annunciarsi irrompe nel nostro spazio, mettendo in moto novità inaspettate.

È la dinamica che ritroviamo nella pagina del Vangelo di questa domenica: Gesù si trova a Cafarnao, la città di Simone e Andrea, ed è in compagnia di Giacomo e di Giovanni. Si tratta dei primi discepoli, con i quali probabilmente Gesù vuole entrare in una maggiore familiarità.

Per questo forse visita la loro città ed entra nei luoghi della loro quotidianità. Prima di tutto la sinagoga, il luogo della preghiera e dell’ascolto della parola, poi la casa della suocera di Pietro. C’è infatti un avverbio, subito, che sembra tenere insieme nel testo questi due luoghi emblematici: la sinagoga e la casa, la vita spirituale e la vita ordinaria, forse proprio per dire che queste dimensioni non sono separate, ma vanno tenute costantemente insieme.

Disordine

Quel giorno però quella casa non è nelle migliori condizioni: la suocera di Pietro, l’unica figura femminile di cui si parla nel testo, è malata. È possibile pensare pertanto che quella casa, quel giorno, non fosse in ordine. Ma Gesù entra senza preavviso e, infatti, subito gli parlano di questa donna malata, forse per giustificare la condizione in cui avevano trovato quella casa.

Possiamo immaginare l’imbarazzo di questa donna e forse possiamo anche ipotizzare che avrà pensato tra sé di avere un genero imbranato, che in maniera del tutto inopportuna ha portato un maestro nella sua casa proprio nel giorno meno adatto.

Sembra la dinamica della nostra vita: siamo malati, la nostra casa è in disordine, eppure Gesù entra senza farsi problemi. Magari noi per vergogna o per superbia avremmo preferito rimandare quella visita. Gesù non si scandalizza, non se ne va imbarazzato, non propone di tornare un altro giorno. Resta nel nostro disordine, si avvicina e ci rimette in piedi. Gesù prende per mano questa donna e la fa alzare, facendola risorgere dalla sua malattia.

Servire

Il segno di quella guarigione e dell’incontro con Gesù è il servizio: «la febbre la lasciò ed ella li serviva». Il servizio non è il prezzo della guarigione, ma è la sua manifestazione!

Quella donna ritrova forza. A partire dalla sua guarigione, il bene si diffonde anche ad altri: tutta la città è riunita vicino alla porta! È un’immagine iperbolica per esprimere la sovrabbondanza dell’amore che raggiunge tanti altri a partire da un incontro personale.

Approfittare

Lo sguardo umano coglie in questa circostanza un’occasione di cui approfittare per consolidare il successo. Lo sguardo di Gesù vede invece una situazione da vivere con prudenza per evitare strumentalizzazioni.

Gesù mette al centro la sua relazione con il Padre: ciò che è più importante è la preghiera, è da questa relazione che scaturisce la forza per vivere tutte le altre situazioni umane. È la preghiera che dà senso all’azione. A fronte del clamore e del successo, Gesù si ritira in un luogo deserto. È un’immagine forte se pensiamo a come nella nostra cultura si insegua la visibilità e il riconoscimento.

Pietro, immagine dei criteri umani, insieme con gli altri uomini, si mette a cercare Gesù, ma è una ricerca interessata: Pietro vuole usare Gesù come strumento di affermazione e di successo. È l’immagine di tutti coloro che per ambizione personale usano molte volte la Chiesa, la predicazione, il diritto canonico, gli uffici ecclesiastici come strumento di affermazione personale piuttosto che come servizio.

Stanchezza  

Sebbene siamo ancora nel primo capitolo del Vangelo, Pietro è già stanco di seguire Gesù. Vorrebbe fermarsi, godersi un po’ di gloria. Al contrario Gesù lo invita a passare all’altra riva, gli chiede di non fermarsi nelle sue sicurezze umane, ma di sentire l’anelito e l’urgenza dell’annuncio del Vangelo: questo è lo scopo della vita con lui!

Camminare dietro a Gesù non ammette scorciatoie: ai demoni Gesù impedisce di parlare perché lo conoscevano. Non è questa infatti la conoscenza che salva, questa è la conoscenza che blocca, è quella conoscenza che ti fa intuire dove il Signore ti potrebbe portare e per questo ti fermi. La vera conoscenza di Gesù è solo quella che si acquisisce camminando dietro a lui fino alla fine, accettando di arrivare con lui anche sulla croce.

Leggersi dentro

  • In che condizioni è in questo momento la tua casa?
  • Come vivi l’invito di Gesù a non fermarti, ma a portare ad altri l’annuncio del Vangelo?
Il Vangelo del giorno
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Non disturbare!
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La Parola del 2 febbraio 2024

Leggi e ascolta il Vangelo e La Parola del 2 febbraio 2024

Presentazione del Signore, festa

Prima Lettura

Entrerà nel suo tempio il Signore che voi cercate.

Dal libro del profeta Malachìa
Ml 3,1-4

Così dice il Signore Dio:
«Ecco, io manderò un mio messaggero a preparare la via davanti a me e subito entrerà nel suo tempio il Signore che voi cercate; e l'angelo dell'alleanza, che voi sospirate, eccolo venire, dice il Signore degli eserciti.

Chi sopporterà il giorno della sua venuta? Chi resisterà al suo apparire? Egli è come il fuoco del fonditore e come la lisciva dei lavandai.

Siederà per fondere e purificare l'argento; purificherà i figli di Levi, li affinerà come oro e argento, perché possano offrire al Signore un'offerta secondo giustizia.

Allora l'offerta di Giuda e di Gerusalemme sarà gradita al Signore come nei giorni antichi, come negli anni lontani».

Parola di Dio.

Salmo Responsoriale

Dal Sal 23 (24)

R. Vieni, Signore, nel tuo tempio santo.

Alzate, o porte, la vostra fronte,
alzatevi, soglie antiche,
ed entri il re della gloria. R.

Chi è questo re della gloria?
Il Signore forte e valoroso,
il Signore valoroso in battaglia. R.

Alzate, o porte, la vostra fronte,
alzatevi, soglie antiche,
ed entri il re della gloria. R.

Chi è mai questo re della gloria?
Il Signore degli eserciti è il re della gloria. R.

Seconda Lettura

Doveva rendersi in tutto simile ai fratelli.

Se la festa ricorre in domenica, oppure in alternativa alla Prima Lettura

Dalla lettera agli Ebrei
Eb 2,14-18

Poiché i figli hanno in comune il sangue e la carne, anche Cristo allo stesso modo ne è divenuto partecipe, per ridurre all'impotenza mediante la morte colui che della morte ha il potere, cioè il diavolo, e liberare così quelli che, per timore della morte, erano soggetti a schiavitù per tutta la vita.

Egli infatti non si prende cura degli angeli, ma della stirpe di Abramo si prende cura. Perciò doveva rendersi in tutto simile ai fratelli, per diventare un sommo sacerdote misericordioso e degno di fede nelle cose che riguardano Dio, allo scopo di espiare i peccati del popolo.

Infatti, proprio per essere stato messo alla prova e aver sofferto personalmente, egli è in grado di venire in aiuto a quelli che subiscono la prova.

Parola di Dio.

Acclamazione al Vangelo

Alleluia, alleluia.

I miei occhi hanno visto la tua salvezza:
luce per rivelarti alle genti
e gloria del tuo popolo, Israele. (Lc 2,30.32)

Alleluia.

Il Vangelo del 2 febbraio 2024

I miei occhi hanno visto la tua salvezza.

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 2,22-40


Quando furono compiuti i giorni della loro purificazione rituale, secondo la legge di Mosè, Maria e Giuseppe portarono il bambino a Gerusalemme per presentarlo al Signore -  come è scritto nella legge del Signore: «Ogni maschio primogenito sarà sacro al Signore» - e per offrire in sacrificio una coppia di tortore o due giovani colombi, come prescrive la legge del Signore.

Ora a Gerusalemme c'era un uomo di nome Simeone, uomo giusto e pio, che aspettava la consolazione d'Israele, e lo Spirito Santo era su di lui. Lo Spirito Santo gli aveva preannunciato che non avrebbe visto la morte senza prima aver veduto il Cristo del Signore.

Mosso dallo Spirito, si recò al tempio e, mentre i genitori vi portavano il bambino Gesù per fare ciò che la Legge prescriveva a suo riguardo, anch'egli lo accolse tra le braccia e benedisse Dio, dicendo:

«Ora puoi lasciare, o Signore, che il tuo servo 
vada in pace, secondo la tua parola,
perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza,
preparata da te davanti a tutti i popoli:
luce per rivelarti alle genti
e gloria del tuo popolo, Israele
».

Il padre e la madre di Gesù si stupivano delle cose che si dicevano di lui. Simeone li benedisse e a Maria, sua madre, disse: «Ecco, egli è qui per la caduta e la risurrezione di molti in Israele e come segno di contraddizione - e anche a te una spada trafiggerà l'anima -, affinché siano svelati i pensieri di molti cuori».

C'era anche una profetessa, Anna, figlia di Fanuèle, della tribù di Aser. Era molto avanzata in età, aveva vissuto con il marito sette anni dopo il suo matrimonio, era poi rimasta vedova e ora aveva ottantaquattro anni. Non si allontanava mai dal tempio, servendo Dio notte e giorno con digiuni e preghiere. Sopraggiunta in quel momento, si mise anche lei a lodare Dio e parlava del bambino a quanti aspettavano la redenzione di Gerusalemme.

Quando ebbero adempiuto ogni cosa secondo la legge del Signore, fecero ritorno in Galilea, alla loro città di Nàzaret. Il bambino cresceva e si fortificava, pieno di sapienza, e la grazia di Dio era su di lui.

Parola del Signore.

San Nerses Snorhali (1102-1173)

patriarca armeno

Seconda parte, § 333-336, SC 203 (trad. cb© evangelizo)

"I genitori di Gesù portarono il bambino a Gerusalemme per offrirlo al Signore"

Secondo la santa alleanza dei Patriarchi, hai ricevuto la circoncisione l'ottavo giorno, affinché il cuore incirconciso dell'uomo, tu lo faccia circoncidere grazie allo Spirito.

Tu che sei il Legislatore, secondo la Legge sei entrato al Tempio per esservi offerto; e Tu che sei l'Anziano di giorni, il vecchio ti accarezzava bambino nelle sue sante braccia.

Io che per il peccato ero nato nel vizio, Tu mi hai fatto rinascere di nuovo alla Fontana sacra; mi sono spogliato [della mia nuova nascita] imbrogliato dal Maligno, sono ripiombato nel fango dei vizi. Purificami daccapo con la tua Nascita, offrendomi al Padre che è in cielo, grazie alle suppliche della Madre di Dio e del vecchio Simeone.

PAROLE DEL SANTO PADRE

Guardiamo a Simeone e Anna: anche se sono avanti negli anni, non passano i giorni a rimpiangere un passato che non torna più, ma aprono le braccia al futuro che viene loro incontro.

Fratelli e sorelle, non sprechiamo l’oggi guardando a ieri, o sognando di un domani che mai verrà, ma mettiamoci davanti al Signore, in adorazione, e domandiamo occhi che sappiano vedere il bene e scorgere le vie di Dio.

Il Signore ce li darà, se noi lo chiediamo. Con gioia, con fortezza, senza paura. […] Simeone accoglie Gesù tra le braccia (cfr v. 28). È una scena tenera e densa di significato, unica nei Vangeli. Dio ha messo suo Figlio tra le nostre braccia perché accogliere Gesù è l’essenziale, il centro della fede.

A volte rischiamo di perderci e disperderci in mille cose, di fissarci su aspetti secondari o di immergerci nelle cose da fare, ma il centro di tutto è Cristo, da accogliere come il Signore della nostra vita. (Omelia della Festa della Presentazione, 2 febbraio 2022)