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Preghierina del 31 gennaio 2024

Leggi e ascolta la nostra preghierina del 31 gennaio 2024

Scandalosa meraviglia

commento al Vangelo di oggi di Mc 6,1-6, a cura di Stefano Titta SJ

Un piacerino per il giorno, un piacerino per la sera, sempre badando alla salute.

Friedrich Nietzsche

Entro nel testo (Mc 6,1-6)

In quel tempo, Gesù venne nella sua patria e i suoi discepoli lo seguirono.

Giunto il sabato, si mise a insegnare nella sinagoga. E molti, ascoltando, rimanevano stupiti e dicevano: «Da dove gli vengono queste cose? E che sapienza è quella che gli è stata data? E i prodigi come quelli compiuti dalle sue mani? Non è costui il falegname, il figlio di Maria, il fratello di Giacomo, di Ioses, di Giuda e di Simone? E le sue sorelle, non stanno qui da noi?».

Ed era per loro motivo di scandalo. Ma Gesù disse loro: «Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria, tra i suoi parenti e in casa sua». E lì non poteva compiere nessun prodigio, ma solo impose le mani a pochi malati e li guarì. E si meravigliava della loro incredulità. Gesù percorreva i villaggi d’intorno, insegnando.

Mi lascio ispirare

Un torrente di sentimenti: stupore, scandalo, disprezzo, chiusura e la meraviglia di Gesù.

Sono i tipici “passaggi” di chi si lascia toccare dalla Parola viva che incontra, ai tempi antichi e ai tempi nostri: in ogni tempo dell’incontro con Gesù, Parola di Dio vivente!

La grazia è proprio questa, lasciarsi toccare; il peccato è rimanere nell’indifferenza e nella distanza. Anche un sentimento apparentemente negativo, come lo scandalo può diventare un’occasione perché ti rivela dove sei e, quindi, a partire da dove ti puoi muovere verso la vita. Ma se non senti niente, se la Parola non suscita in te una reazione dentro, come fai a sapere dove ti collochi? Non puoi fare nessun passo, anzi ti sembra che tutto vada bene così, non c’è nulla d’interessante, tutto si riduce al tuo piccolo cabotaggio… mi accontento del già noto, senza prendere il largo. Come dice Nietzsche, «un piacerino per il giorno… ».

Forse questa anestesia, questo non sentire, per molti di noi credenti dipende anche da un’assuefazione: non si può incontrare Gesù, Buona Notizia che ti sorprende, se sei già abituato a lui, se credi di conoscerlo, se hai le tue belle comprensioni nei suoi confronti, come gli abitanti di Nazareth. È «il carpentiere, il figlio di Maria» e per questo lo avvertono come familiare. Purtroppo, però, questa familiarità, anziché allargare, aprire alla meraviglia, chiude la possibilità di conoscerlo veramente. Ci mettono nella posizione di chi già sa, così dimentica la novità e il timor di Dio. Almeno quelli si scandalizzano per questo, noi, troppo spesso, rimaniamo indifferenti!

Chiediamo la grazia di almeno scandalizzarci di Gesù, chissà che questo non diventi l’occasione di scoprire la meraviglia della Buona Notizia per noi tutti!

Stefano Titta SJ

Preghiamo insieme

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Preghierina del 31 gennaio 2024
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Gli occhiali rettangolari della nonna

Leggi e ascolta la fiaba de "Gli occhiali rettangolari della nonna"

Curiosando

La miopia

La miopia è un difetto visivo che rende difficoltoso vedere da lontano, ma non da vicino. La causa principale della miopia è una lunghezza eccessiva dell'occhio, che fa sì che i raggi luminosi si focalizzino davanti alla retina, invece che su di essa. La miopia si manifesta con sintomi come visione sfocata degli oggetti distanti, mal di testa, affaticamento visivo e necessità di strizzare gli occhi per mettere a fuoco.

La miopia si può correggere con l'uso di occhiali, lenti a contatto o interventi chirurgici. La prevenzione della miopia si basa su una corretta esposizione alla luce naturale, una limitazione dell'uso di dispositivi elettronici e una buona postura durante la lettura e lo studio. Un altro fattore che può influire sulla prevenzione della miopia è l'esercizio fisico.

Alcuni studi hanno dimostrato che le persone che praticano attività fisica all'aperto hanno un minor rischio di sviluppare la miopia, rispetto a quelle che conducono uno stile di vita sedentario. L'esercizio fisico favorisce la circolazione sanguigna e l'ossigenazione dei tessuti oculari, oltre a stimolare la produzione di dopamina, un neurotrasmettitore che regola la crescita dell'occhio. Quindi, fare esercizio fisico può essere un modo per prevenire o rallentare la progressione della miopia.

La miopia nei bambini

La miopia nei bambini è un problema sempre più diffuso, che può compromettere lo sviluppo visivo e la qualità della vita. La miopia nei bambini si manifesta con difficoltà a vedere da lontano, ma non da vicino. La causa principale della miopia nei bambini è una lunghezza eccessiva dell'occhio, che fa sì che i ragli luminosi si focalizzino davanti alla retina, invece che su di essa.

La miopia nei bambini si può correggere con l'uso di occhiali, lenti a contatto o interventi chirurgici. Per prevenire la miopia nei bambini, è importante seguire alcune semplici regole. Innanzitutto, bisogna assicurare ai bambini una buona esposizione alla luce naturale, soprattutto nelle prime ore del giorno.

La luce naturale stimola la produzione di dopamina, un neurotrasmettitore che regola la crescita dell'occhio. Inoltre, bisogna limitare il tempo che i bambini trascorrono davanti a schermi e dispositivi elettronici, che possono causare affaticamento visivo e stress accomodativo.

Si consiglia di non superare le due ore al giorno di uso di questi dispositivi, e di fare delle pause frequenti per riposare gli occhi. Infine, bisogna incoraggiare i bambini a praticare attività fisica all'aperto, che favorisce la circolazione sanguigna e l'ossigenazione dei tessuti oculari, oltre a prevenire il sovrappeso e l'obesità, che sono fattori di rischio per la miopia. Seguendo questi consigli, si può prevenire o rallentare la progressione della miopia nei bambini.

Leggiamo insieme

Ciao a tutti, oggi vi voglio raccontare una fiaba sugli occhiali rettangolari della nonna. Si tratta di una storia divertente e un po' assurda, ma spero vi piaccia.

C'era una volta una nonna molto simpatica e generosa, che amava cucinare dolci e torte per i suoi nipotini. La nonna aveva però un problema: era molto miope e non riusciva a vedere bene senza i suoi occhiali rettangolari. Questi occhiali erano molto speciali, perché le permettevano di vedere non solo le cose normali, ma anche quelle magiche e nascoste.

Un giorno, mentre la nonna stava preparando una crostata di marmellata, sentì un rumore provenire dal suo giardino. Indossò i suoi occhiali rettangolari e andò a vedere cosa fosse. Con sua grande sorpresa, scoprì che nel suo giardino c'erano dei folletti che si divertivano a saltare tra i fiori e a rubare le fragole. La nonna rimase incantata da quella scena e decise di avvicinarsi per fare amicizia con i folletti.

I folletti però, appena la videro arrivare, si spaventarono e scapparono via. La nonna li inseguì, ma non riuscì a raggiungerli. Nel frattempo, uno dei folletti più curiosi si fermò a guardare la casa della nonna e notò sulla finestra la crostata di marmellata che profumava di bontà. Il folletto non resistette alla tentazione e entrò in casa per assaggiare la crostata. Ma mentre si avvicinava alla torta, vide anche gli occhiali rettangolari della nonna che erano appoggiati sul tavolo. Il folletto pensò che fossero un oggetto strano e divertente e decise di provarli.

Appena si mise gli occhiali sul naso, il folletto vide il mondo in modo diverso. Vide le cose normali, ma anche quelle magiche e nascoste. Vide i colori più vividi e le forme più nitide. Vide le stelle nel cielo e le fate nella foresta. Vide le cose belle, ma anche quelle brutte e spaventose. Il folletto rimase così affascinato da quello che vedeva che si dimenticò della crostata e della nonna.

La nonna intanto tornò a casa e si accorse subito che qualcuno era entrato in casa e aveva preso i suoi occhiali rettangolari. La nonna si arrabbiò molto e si mise a cercare il colpevole. Girò tutta la casa, ma non trovò nessuno. Poi guardò fuori dalla finestra e vide il folletto che indossava i suoi occhiali e che guardava il mondo con stupore. La nonna capì che era stato lui a rubarle gli occhiali e gli gridò:

  • Ehi, tu! Restituiscimi subito i miei occhiali! Sono miei e mi servono per vedere!

Il folletto sentì la voce della nonna e si voltò verso di lei. Ma quando la vide, ebbe paura e scappò via con gli occhiali ancora sul naso. La nonna lo inseguì di nuovo, ma il folletto era più veloce di lei e riuscì a fuggire nel bosco.

La nonna allora chiese aiuto ai suoi nipotini, che erano appena tornati da scuola. I nipotini erano molto affezionati alla nonna e volevano aiutarla a recuperare i suoi occhiali rettangolari. Così si misero in cammino verso il bosco, seguendo le tracce del folletto.

Il folletto intanto continuava a esplorare il mondo con gli occhiali della nonna, ma si accorse presto che non tutto era bello come sembrava. Vide infatti dei mostri feroci che lo volevano mangiare, delle streghe cattive che lo volevano trasformare in rospo, dei draghi sputafuoco che lo volevano bruciare. Il folletto si spaventò tantissimo e si pentì di aver rubato gli occhiali della nonna. Ma non sapeva come tornare indietro e restituirli.

Per fortuna, i nipotini della nonna lo trovarono e lo salvarono dai pericoli. Gli chiesero gentilmente di restituire gli occhiali alla nonna, spiegandogli che erano molto importanti per lei. Il folletto capì il suo errore e si scusò con la nonna, che era arrivata anche lei nel bosco. Gli restituì gli occhiali e le chiese perdono.

La nonna accettò le sue scuse e lo perdonò. Gli disse che poteva venire a casa sua quando voleva, ma solo se le chiedeva il permesso prima. Il folletto accettò e promise di essere più buono e rispettoso. La nonna lo invitò a mangiare la crostata di marmellata che aveva preparato per i suoi nipotini. Il folletto accettò volentieri e si mise a tavola con la nonna e i nipotini.

Da quel giorno, la nonna, i nipotini e il folletto divennero grandi amici e vissero felici e contenti.

Ascoltiamo insieme

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Gli occhiali rettangolari della nonna
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Udienza Generale del 31 gennaio 2024

Udienza Generale del 31 gennaio 2024 di Papa Francesco

Catechesi. I vizi e le virtù.

6. L'ira

Cari fratelli e sorelle, buongiorno!

In queste settimane stiamo trattando il tema dei vizi e delle virtù, e oggi ci soffermiamo a riflettere sul vizio dell’ira. È un vizio particolarmente tenebroso, ed è forse il più semplice da individuare da un punto di vista fisico. La persona dominata dall’ira difficilmente riesce a nascondere questo impeto: lo riconosci dalle mosse del suo corpo, dall’aggressività, dal respiro affannoso, dallo sguardo torvo e corrucciato.

Nella sua manifestazione più acuta l’ira è un vizio che non lascia tregua. Se nasce da un’ingiustizia patita (o ritenuta tale), spesso non si scatena contro il colpevole, ma contro il primo malcapitato. Ci sono uomini che trattengono l’ira sul posto di lavoro, dimostrandosi calmi e compassati, Leggi altro...

Il video

La Parola del 31 gennaio 2024

Leggi e ascolta il Vangelo e La Parola del 31 gennaio 2024

Mercoledì della IV settimana delle ferie del Tempo Ordinario

Prima Lettura

Io ho peccato facendo il censimento; ma queste pecore che hanno fatto?

Dal secondo libro di Samuèle
2 Sam 24,2.9-17

In quei giorni, il re Davide disse a Ioab, capo dell’esercito a lui affidato: «Percorri tutte le tribù d’Israele, da Dan fino a Bersabea, e fate il censimento del popolo, perché io conosca il numero della popolazione».
Ioab consegnò al re il totale del censimento del popolo: c’erano in Israele ottocentomila uomini abili in grado di maneggiare la spada; in Giuda cinquecentomila.

Ma dopo che ebbe contato il popolo, il cuore di Davide gli fece sentire il rimorso ed egli disse al Signore: «Ho peccato molto per quanto ho fatto; ti prego, Signore, togli la colpa del tuo servo, poiché io ho commesso una grande stoltezza».

Al mattino, quando Davide si alzò, fu rivolta questa parola del Signore al profeta Gad, veggente di Davide: «Va’ a riferire a Davide: Così dice il Signore: “Io ti propongo tre cose: scegline una e quella ti farò”». Gad venne dunque a Davide, gli riferì questo e disse: «Vuoi che vengano sette anni di carestia nella tua terra o tre mesi di fuga davanti al nemico che ti insegue o tre giorni di peste nella tua terra? Ora rifletti e vedi che cosa io debba riferire a chi mi ha mandato». Davide rispose a Gad: «Sono in grande angustia! Ebbene, cadiamo nelle mani del Signore, perché la sua misericordia è grande, ma che io non cada nelle mani degli uomini!».

Così il Signore mandò la peste in Israele, da quella mattina fino al tempo fissato; da Dan a Bersabea morirono tra il popolo settantamila persone. E quando l’angelo ebbe stesa la mano su Gerusalemme per devastarla, il Signore si pentì di quel male e disse all’angelo devastatore del popolo: «Ora basta! Ritira la mano!».

L’angelo del Signore si trovava presso l’aia di Araunà, il Gebuseo. Davide, vedendo l’angelo che colpiva il popolo, disse al Signore: «Io ho peccato, io ho agito male; ma queste pecore che hanno fatto? La tua mano venga contro di me e contro la casa di mio padre!».

Parola di Dio.

Salmo Responsoriale

Dal Sal 31 (32)

R. Togli, Signore, la mia colpa e il mio peccato.

Beato l’uomo a cui è tolta la colpa
e coperto il peccato.
Beato l’uomo a cui Dio non imputa il delitto
e nel cui spirito non è inganno.   R.

Ti ho fatto conoscere il mio peccato,
non ho coperto la mia colpa.
Ho detto: «Confesserò al Signore le mie iniquità»
e tu hai tolto la mia colpa e il mio peccato.   R.

Per questo ti prega ogni fedele
nel tempo dell’angoscia;
quando irromperanno grandi acque
non potranno raggiungerlo.   R.

Tu sei il mio rifugio, mi liberi dall’angoscia,
mi circondi di canti di liberazione.
Rallegratevi nel Signore ed esultate, o giusti!
Voi tutti, retti di cuore, gridate di gioia.  R.

Acclamazione al Vangelo

Alleluia, alleluia.

Le mie pecore ascoltano la mia voce, dice il Signore,
e io le conosco ed esse mi seguono. (Gv 10,27)

Alleluia.

Il Vangelo del 31 gennaio 2024

Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria.

Dal Vangelo secondo Marco
Mc 6,1-6
 
In quel tempo, Gesù venne nella sua patria e i suoi discepoli lo seguirono.
Giunto il sabato, si mise a insegnare nella sinagoga. E molti, ascoltando, rimanevano stupiti e dicevano: «Da dove gli vengono queste cose? E che sapienza è quella che gli è stata data? E i prodigi come quelli compiuti dalle sue mani? Non è costui il falegname, il figlio di Maria, il fratello di Giacomo, di Ioses, di Giuda e di Simone? E le sue sorelle, non stanno qui da noi?».

Ed era per loro motivo di scandalo.
Ma Gesù disse loro: «Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria, tra i suoi parenti e in casa sua».

E lì non poteva compiere nessun prodigio, ma solo impose le mani a pochi malati e li guarì. E si meravigliava della loro incredulità.
Gesù percorreva i villaggi d'intorno, insegnando.

Parola del Signore.

San Giovanni Paolo II (1920-2005)

papa

Lettera enciclica Laborem exercens, §26 (© Editrice Vaticana)

« Non è costui il carpentiere ? »

Questa verità, secondo cui mediante il lavoro l'uomo partecipa all'opera di Dio stesso suo Creatore, è stata in modo particolare messa in risalto da Gesù Cristo - quel Gesù del quale molti dei suoi primi uditori a Nazareth «rimanevano stupiti e dicevano: Donde gli vengono queste cose? E che sapienza è mai questa che gli è stata data? ... Non è costui il carpentiere?».

Infatti, Gesù non solo proclamava, ma prima di tutto compiva con l'opera il «Vangelo» a lui affidato, la parola dell'eterna Sapienza. Perciò, questo era pure il «Vangelo del lavoro», perché colui che lo proclamava, era egli stesso uomo del lavoro, del lavoro artigiano come Giuseppe di Nazareth.

E anche se nelle sue parole non troviamo uno speciale comando di lavorare - piuttosto, una volta, il divieto di una eccessiva preoccupazione per il lavoro e l'esistenza (Mt 6, 25-34)- , però, al tempo stesso, l'eloquenza della vita di Cristo è inequivoca: egli appartiene al «mondo del lavoro», ha per il lavoro umano riconoscimento e rispetto; si può dire di più: egli guarda con amore questo lavoro, le sue diverse manifestazioni, vedendo in ciascuna una linea particolare della somiglianza dell'uomo con Dio, Creatore e Padre.

Non è lui a dire: «Il Padre mio è il vignaiolo » (Gv 15,1)?... Gesù Cristo nelle sue parabole sul Regno di Dio si richiama costantemente al lavoro umano: al lavoro del pastore, dell'agricoltore, del medico, del seminatore, del padrone di casa, del servo, dell'amministratore, del pescatore, del mercante, dell'operaio. Parla pure dei diversi lavori delle donne.

Presenta l'apostolato a somiglianza del lavoro manuale dei mietitori o dei pescatori... [Ecco il] grande, anche se discreto, Vangelo del lavoro, che troviamo nella vita di Cristo e nelle sue parabole, in ciò che Gesù «fece e insegnò» (At 1,1).

PAROLE DEL SANTO PADRE

[…] i compaesani di Gesù non lo riconoscono e non credono in Lui? Perché? Qual è il motivo?

Possiamo dire, in poche parole, che non accettano lo scandalo dell’Incarnazione. Non lo conoscono, questo mistero dell’Incarnazione, ma non accettano il mistero. Non lo sanno, ma il motivo è inconsapevole e sentono che è scandaloso che l’immensità di Dio si riveli nella piccolezza della nostra carne, che il Figlio di Dio sia il figlio del falegname, che la divinità si nasconda nell’umanità, che Dio abiti nel volto, nelle parole, nei gesti di un semplice uomo.

Ecco lo scandalo: l’incarnazione di Dio, la sua concretezza, la sua “quotidianità”. E Dio si è fatto concreto in un uomo, Gesù di Nazaret, si è fatto compagno di strada, si è fatto uno di noi. (Angelus, 4 luglio 2021)