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Preghierina del 16 dicembre 2023

Leggi e ascolta la preghierina del 16 dicembre 2023

Uomo in tutto

commento al Vangelo di oggi di Mt 17,10-13

Com’è piacevole l’uomo, quando è uomo.

Menandro

Entro nel testo (Mt 17,10-13)

Mentre scendevano dal monte, i discepoli domandarono a Gesù: «Perché dunque gli scribi dicono che prima deve venire Elìa?».

Ed egli rispose: «Sì, verrà Elìa e ristabilirà ogni cosa. Ma io vi dico: Elìa è già venuto e non l’hanno riconosciuto; anzi, hanno fatto di lui quello che hanno voluto. Così anche il Figlio dell’uomo dovrà soffrire per opera loro».

Allora i discepoli compresero che egli parlava loro di Giovanni il Battista.

Mi lascio ispirare

Elia e Giovanni Battista: due profeti che in modi e tempi diversi hanno segnato in maniera significativa la storia della relazione del popolo d’Israele col Signore.

Il primo, chiamato a risvegliare i cuori in tempi di indifferenza e scetticismo, tanto che il profeta Malachia, citato dalla risposta che Gesù dà ai discepoli, ne parla come di colui che, preparando la venuta del giorno del Signore «verrà a convertire il cuore dei padri verso i figli e il cuore dei figli verso i padri».

Giovanni Battista, invece, ben presente a Gesù e ai discepoli, è venuto a preparare la strada a lui, al Signore Gesù stesso.

Due persone chiamate a risvegliare le coscienze verso una conversione di vita.

Ma del Battista sappiamo bene cosa sia poi avvenuto: arrestato e condannato perché non ha avuto paura di denunciare i potenti nelle loro vite dissolute.

E Gesù, nella sorte che lo attende, si paragona appunto a Giovanni: anche lui venuto a chiamare a conversione e soprattutto a seguirlo, in realtà si troverà a soffrire e morire proprio per quell’umanità per cui è venuto.

Ecco tutto il mistero dell’Incarnazione che siamo chiamati a contemplare nel Natale: un Dio fattosi uomo in tutto, perché l’uomo in lui riceva la definitiva consacrazione a figlio di Dio.

Lino Dan SJ

Rifletto sulle domande

Cosa ti ha risvegliato dal torpore dell’indifferenza?

Quando ti è capitato di dover preparare una strada?

Quale mistero ti senti chiamato a contemplare oggi?


Preghiere per il mese di dicembre

16 dicembre - inizio novena di Natale

preghierina del 16 dicembre 2023

Responsorio: Ecco il Signore viene, venite adoriamo.
(Il responsorio va recitato o cantato alla fine di ogni strofa)

1. Rallégrati, popolo di Dio, ed esulta di gioia, città di Sion: ecco verrà il Signore e ci sarà grande luce in quel giorno e i monti stilleranno dolcezza, scorrerà latte e miele tra i colli perché verrà il grande profeta ed egli rinnoverà Gerusalemme.

2. Ecco, verrà il Signore Dio, un uomo della casa di Davide salirà sul trono; voi lo vedrete ed esulterà il vostro cuore.

3. Ecco, verrà il Signore, nostra difesa, il Santo d’Israele con la corona regale sul capo; il suo dominio sarà da mare a mare e dal fiume fino agli ultimi confini della terra.

4. Ecco apparire il Signore: non mancherà alla parola data; se ancor non giunge, ravviva l’attesa, poiché certo verrà e non potrà tardare.

5. Scenderà il Signore dal cielo come rugiada sul vello: nei suoi giorni fiorirà la giustizia e abbonderà la pace; lo adoreranno i potenti del mondo e lo serviranno tutte le nazioni della terra.

6. Nascerà per noi un bambino e sarà chiamato « Dio forte »; siederà sul trono di Davide suo padre e sarà nostro sovrano: ed avrà sulle spalle la potestà regale.

7. Betlemme, città dell’Altissimo, da te uscirà il dominatore d’Israele; nascerà nel tempo, egli, l’Eterno e nell’universo sarà glorificato: quando egli verrà fra noi, ci farà dono della pace.

Le lucine di Natale

Leggi e ascolta la nostra fiaba su "le lucine di Natale"

Curiosando

Ciao! Le luci che si usano per l'addobbo dell'albero di Natale sono chiamate luci di Natale o luci dell'albero di Natale. Queste luci sono disponibili in diverse forme e dimensioni, tra cui le luci a catena, le luci a cascata e le luci a LED.

Le luci a catena sono posizionate intorno al tronco e ai rami dell'albero prima degli addobbi, mentre le luci a cascata vengono posizionate dopo aver addobbato tutto l'albero, scendendo verticalmente dalla punta alla base ed estendendosi, se lo si desidera, oltre questa, lungo il pavimento, restituendo un sorprendente effetto di movimento.

Leggiamo insieme

Ciao a tutti, oggi vi racconto una fiaba delle lucine di natale che camminano sull'albero. Sì, avete capito bene, le lucine di natale sono vive e hanno le gambe!

Si chiamano Luce, Lucio, Lucia e Luciano e sono quattro fratellini che ogni anno vengono appesi sull'albero di natale della famiglia Rossi. Ma loro non sono contenti di stare fermi e immobili, no, loro vogliono esplorare il mondo e vivere avventure.

Così, ogni notte, quando tutti dormono, si staccano dalla presa elettrica e scendono dall'albero. Poi si mettono a camminare per la casa, curiosando tra i regali, i dolci, i giocattoli e tutto quello che trovano. Ogni volta scoprono qualcosa di nuovo e si divertono un sacco.

Ma devono fare attenzione a non farsi scoprire dai padroni di casa o dal gatto Micio, che li vorrebbe acchiappare e masticare. E devono anche fare in fretta a tornare al loro posto prima che il sole sorga, altrimenti rischiano di rovinare la magia del natale.

Una notte, però, le cose non vanno come previsto. Le lucine si imbattono in una scatola enorme che contiene una sorpresa speciale: una bicicletta rossa con le ruote luccicanti. Luce, Lucio, Lucia e Luciano restano incantati da quella meraviglia e decidono di provarla. Si arrampicano sulla sella e iniziano a pedalare per il salotto, facendo attenzione a non sbattere contro i mobili. Si sentono liberi e felici come mai prima.

Ma non si accorgono che la bicicletta ha una campanella che suona ad ogni giro di ruota. Il rumore sveglia il signor Rossi, che scende le scale per vedere cosa succede. Le lucine si spaventano e cercano di scappare, ma è troppo tardi. Il signor Rossi le vede e rimane a bocca aperta. Non crede ai suoi occhi: le lucine di natale sono vive e hanno le gambe! E stanno guidando la sua bicicletta!

Come finirà questa storia? Lo scoprirete nel prossimo episodio della fiaba delle lucine di natale che camminano sull'albero, una storia divertente e fantasiosa che vi farà sorridere e sognare. Spero vi sia piaciuta e vi auguro buone feste!

Ascoltiamo insieme

Podcast Favole
Le favole della buonanotte
Le lucine di Natale
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La Parola del 16 dicembre 2023

Leggi e ascolta il Vangelo e La Parola del 16 dicembre 2023

Sabato della II settimana di Avvento

Prima Lettura

Elìa ritornerà.

Dal libro del Siràcide
Sir 48,1-4.9-11 (NV) [gr. 48,1-4.9-11b]

In quei giorni, sorse Elìa profeta, come un fuoco;
la sua parola bruciava come fiaccola.
Egli fece venire su di loro la carestia
e con zelo li ridusse a pochi.
Per la parola del Signore chiuse il cielo
e così fece scendere per tre volte il fuoco.

Come ti rendesti glorioso, Elìa, con i tuoi prodigi!
E chi può vantarsi di esserti uguale?
Tu sei stato assunto in un turbine di fuoco,
su un carro di cavalli di fuoco;
tu sei stato designato a rimproverare i tempi futuri,
per placare l'ira prima che divampi,
per ricondurre il cuore del padre verso il figlio
e ristabilire le tribù di Giacobbe.

Beati coloro che ti hanno visto
e si sono addormentati nell'amore.

Parola di Dio.

Salmo Responsoriale

Dal Sal 79 (80)

R. Fa' splendere il tuo volto, Signore, e noi saremo salvi.

Tu, pastore d'Israele, ascolta.
Seduto sui cherubini, risplendi.
Risveglia la tua potenza
e vieni a salvarci. R.

Dio degli eserciti, ritorna!
Guarda dal cielo e vedi
e visita questa vigna,
proteggi quello che la tua destra ha piantato,
il figlio dell'uomo che per te hai reso forte. R.

Sia la tua mano sull'uomo della tua destra,
sul figlio dell'uomo che per te hai reso forte.
Da te mai più ci allontaneremo,
facci rivivere e noi invocheremo il tuo nome. R.

Acclamazione al Vangelo

Alleluia, alleluia.

Preparate la via del Signore,
raddrizzate i suoi sentieri!
Ogni uomo vedrà la salvezza di Dio. (Cf. Lc 3,4.6)

Alleluia.

Il Vangelo del 16 dicembre 2023

Elìa è già venuto, e non l'hanno riconosciuto.

la parola del 16 dicembre 2023

Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 17,10-13

Mentre scendevano dal monte, i discepoli domandarono a Gesù: «Perché dunque gli scribi dicono che prima deve venire Elìa?».

Ed egli rispose: «Sì, verrà Elìa e ristabilirà ogni cosa. Ma io vi dico: Elìa è già venuto e non l'hanno riconosciuto; anzi, hanno fatto di lui quello che hanno voluto. Così anche il Figlio dell'uomo dovrà soffrire per opera loro».
Allora i discepoli compresero che egli parlava loro di Giovanni il Battista.

Parola del Signore.

Sant'Ambrogio (ca 340-397)

vescovo di Milano e dottore della Chiesa

Elia e il digiuno; PL 14, 697 (trad. cb© evangelizo)

« Camminerà davanti a Dio con lo spirito e la forza di Elia » (Lc 1,17)

Cos'è il digiuno se non l’essenza e l'immagine del cielo? Il digiuno è il conforto dell'anima, il cibo dello spirito, il digiuno è la vita degli angeli, il digiuno è la morte del peccato, la distruzione delle colpe, il rimedio della salvezza, la radice della grazia, il fondamento della castità.

Con questa scala si giunge a Dio più velocemente; Elia è salito con questa scala, prima di salire con il carro; e, partendo verso il cielo, ha lasciato al suo discepolo questa eredità della sobria astinenza (cfr 2 Re 2,11-15). Con questa forza, e con questo spirito di Elia, venne Giovanni (Lc 1,17).

Infatti, nel deserto, anche lui praticava il digiuno e si cibava di locuste e miele selvatico (Mt 3,4). Perciò colui che aveva mostrato col dominio di sé di superare le possibilità della vita umana fu considerato non un uomo, bensì un angelo.

Leggiamo a suo riguardo: “È più di un profeta. Egli è colui, di cui sta scritto: Ecco, io mando davanti a te il mio angelo che preparerà la tua via davanti a te” (Mt 11,9-10; Es 23,20). Chi mai avrebbe potuto, con una forza umana, cavalcare dei cavalli di fuoco, su di un carro di fuoco, e fare una corsa nei cieli (come Elia), se non colui che aveva trasformato la natura del corpo umano con la forza del digiuno che concede l'incorruttibilità?

PAROLE DEL SANTO PADRE

Annunciando che dovrà soffrire ed essere messo a morte per poi risorgere, Gesù vuol far comprendere a coloro che lo seguono che Lui è un Messia umile e servitore.

È il Servo obbediente alla parola e alla volontà del Padre, fino al sacrificio completo della propria vita. Per questo, rivolgendosi a tutta la folla che era lì, dichiara che chi vuole essere suo discepolo deve accettare di essere servo, come Lui si è fatto servo, e avverte: «Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi sé stesso, prenda la sua croce e mi segua».

Mettersi alla sequela di Gesù significa prendere la propria croce - tutti l’abbiamo… - per accompagnarlo nel suo cammino, un cammino scomodo che non è quello del successo, della gloria passeggera, ma quello che conduce alla vera libertà, quella che ci libera dall’egoismo e dal peccato.

Si tratta di operare un netto rifiuto di quella mentalità mondana che pone il proprio “io” e i propri interessi al centro dell’esistenza: questo non è ciò che Gesù vuole da noi! Invece, Gesù ci invita a perdere la propria vita per Lui, per il Vangelo, per riceverla rinnovata, realizzata e autentica. (Angelus, 13 settembre 2015)