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Leggi e ascolta la nostra preghierina del 9 giugno 2022
Pregare è un modo per restare in contatto con l'eternità.
Pregare non vuol dire soltanto imporre le mani giunte ed iniziare litanie supplichevoli o interi capitoli di invocazioni religiose imparate a memorie e recitate a 78 giri, al fine di completare al più presto l'operazione e sentirsi lavato dai peccati e beato dalla consolazione divina.
La preghiera deve essere un momento, "il momento" della nostra giornata dedicata alla nostra introspezione. Deve essere il periodo che dedichiamo alla nostra anima. Deve essere il momento più importante della nostra vita quotidiana con cui ringraziamo Dio per avercela donata.
E' il momento in cui fermiamo il nostro orologio biologico ed attiviamo l'infinito momento sublime in cui ci mettiamo in contatto con il Signore, ascoltiamo le Sue parole, permettiamo alla Sua voce di penetrare nel nostro essere ed aprire così il nostro cuore alla Sua volontà, collegandoci infine con il mondo circostante.
Nel silenzio possiamo ascoltare la Sua voce; nel buio possiamo vedere la Sua Luce; nella profondità del nostro cuore possiamo scorgere le Sue parole; nella sensibilità del nostro tatto possiamo sentire la dolcezza del suo abbraccio.
La preghiera di ringraziamento comincia dal riconoscere che siamo stati pensati prima che imparassimo a pensare; siamo stati amati prima che imparassimo ad amare. Se guardiamo la vita così, allora il “grazie” diventa il filo conduttore delle nostre giornate.
Questa sera vi leggerò una nuova fiaba dal sito www.tiraccontounafiaba.it dal titolo "Le fragole in cucina".
Buon ascolto!
Le favole della buonanotte
Le fragole in cucina
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Leggiamo insieme
In una sontuosa cucina, vivevano delle fragole. Rosse, sugose e saporite. Tuttavia, avevano un cruccio. La padrona di casa, le aveva relegate all’ interno di un freddo frigorifero e non in una cesta in bella vista.
Con il passare del tempo, le fragole si stavano congelando. Il loro bel colorito rosso stava scomparendo, e delle piccole ammaccature cominciavano a farsi spazio sulla superficie polposa. Persino i loro semini si stavano raggrinzendo a causa della temperatura pungente.
“Brrr accidenti.” si lamentò una di loro. “ mi sembra di stare al Polo Nord. Ma che aspetta la padrona a farci uscire da qui? Aveva promesso ai suoi figli una macedonia di frutta. Preferisco essere mangiata subito, piuttosto che stare un minuto di più in questo squallido frigo!”
“Taci.” La zittirono le sue compari. “anche noi stiamo gelando, ma non ci lamentiamo come te. Se la padrona ci ha trattenute, un motivo ci sarà.”
Poco dopo, le fragole avvertirono lo scalpiccio di alcuni passi e il cigolio della porta del frigorifero che si apriva. Finalmente, dopo tanti giorni trascorsi al freddo, sentirono nuovamente il calore della cucina.
La padrona della casa, ignara delle sofferenze patite dalla frutta, afferrò le fragole. Dopo averle sciacquate per bene, iniziò a sminuzzarle all’ interno di un recipiente contenente della panna fresca, appena montata.
La fragola che si era lamentata per il gelo, si divertì a nuotare e a farsi affogare nella panna. Ora non aveva più nessun motivo per essere triste. Anche le sue compagne, finalmente, potevano godersi un po’ di felicità.
Ben presto, delle urla festanti invasero la sala da pranzo. I figlioletti della padrona, accorsero gioiosi brandendo dei cucchiai. Cosa potevano chiedere di meglio? Fragole e panna, una vera delizia per il palato.
Lo Spirito Santo rende capaci di scorgere la presenza di Dio e la sua opera non nelle grandi cose, nell’esteriorità appariscente, nelle esibizioni di forza, ma nella piccolezza e nella fragilità.
In quei giorni, Elìa disse [al re] Acab: «Va’ a mangiare e a bere, perché c’è già il rumore della pioggia torrenziale». Acab andò a mangiare e a bere. Elìa salì sulla cima del Carmelo; gettatosi a terra, pose la sua faccia tra le ginocchia.
Quindi disse al suo servo: «Sali, presto, guarda in direzione del mare». Quegli salì, guardò e disse: «Non c’è nulla!». Elìa disse: «Tornaci ancora per sette volte».
La settima volta riferì: «Ecco, una nuvola, piccola come una mano d’uomo, sale dal mare». Elìa gli disse: «Va’ a dire ad Acab: “Attacca i cavalli e scendi, perché non ti trattenga la pioggia!”».
D’un tratto il cielo si oscurò per le nubi e per il vento, e vi fu una grande pioggia. Acab montò sul carro e se ne andò a Izreèl. La mano del Signore fu sopra Elìa, che si cinse i fianchi e corse davanti ad Acab finché giunse a Izreèl.
Parola di Dio.
Salmo Responsoriale Dal Sal 64 (65)
R. A te la lode, o Dio, in Sion
Tu visiti la terra e la disseti, la ricolmi di ricchezze. Il fiume di Dio è gonfio di acque; tu prepari il frumento per gli uomini. R.
Così prepari la terra: ne irrighi i solchi, ne spiani le zolle, la bagni con le piogge e benedici i suoi germogli. R.
Coroni l’anno con i tuoi benefici, i tuoi solchi stillano abbondanza. Stillano i pascoli del deserto e le colline si cingono di esultanza. R.
Acclamazione al Vangelo
Allelluia, alleluia.
Vi do un comandamento nuovo, dice il Signore: come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri. (Gv 13,34)
Alleluia.
Il Vangelo di oggi 9 giugno 2022
Chiunque si adira con il proprio fratello dovrà essere sottoposto al giudizio.
Dal Vangelo secondo Matteo Mt 5,20-26
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Io vi dico: se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli. Avete inteso che fu detto agli antichi: “Non ucciderai”; chi avrà ucciso dovrà essere sottoposto al giudizio. Ma io vi dico: chiunque si adira con il proprio fratello dovrà essere sottoposto al giudizio.
Chi poi dice al fratello: “Stupido”, dovrà essere sottoposto al sinedrio; e chi gli dice: “Pazzo”, sarà destinato al fuoco della Geènna. Se dunque tu presenti la tua offerta all’altare e lì ti ricordi che tuo fratello ha qualche cosa contro di te, lascia lì il tuo dono davanti all’altare, va’ prima a riconciliarti con il tuo fratello e poi torna a offrire il tuo dono. Mettiti presto d’accordo con il tuo avversario mentre sei in cammino con lui, perché l’avversario non ti consegni al giudice e il giudice alla guardia, e tu venga gettato in prigione. In verità io ti dico: non uscirai di là finché non avrai pagato fino all’ultimo spicciolo!».
sacerdote ad Antiochia poi vescovo di Costantinopoli, dottore della Chiesa
Commento alla lettera ai Corinzi, n° 24
« Va' prima a riconciliarti con il tuo fratello e poi torna ad offrire il tuo dono »
«Pur essendo molti, siamo un corpo solo: tutti infatti partecipiamo dell'unico pane» (1 Cor 10,17). Cos'è questo pane? Il Corpo di Cristo. E cosa diventano coloro che lo ricevono? Il Corpo di Cristo.
Non sono più diversi corpi, ma un solo Corpo. Quanti chicchi di grano compongono il pane! Eppure chi vede questi chicchi? Sono veramente nel pane che hanno formato, eppure nulla li distingue gli uni dagli altri, tanto sono uniti. Così noi siamo uniti gli uni con gli altri e con Cristo.
Non ci sono più parecchi corpi nutriti da parecchi cibi; formiamo un solo corpo nutrito e vivificato da un unico pane. Per questo Paolo dice: «Tutti partecipiamo dell'unico pane». Se partecipiamo tutti dell'unico pane, se siamo nutriti in lui al punto di diventare un medesimo corpo, perché mai non siamo uniti dal medesimo amore, strettamente legati tra noi dalla medesima carità?
Rileggete la storia dei nostri progenitori nella fede e troverete quel quadro insigne: «La moltitudine di coloro che erano venuti alla fede aveva un cuore solo e un'anima sola» (At 4,32). Ma purtroppo, non è così oggi. Ai nostri giorni la Chiesa mostra lo spettacolo contrario; non si vedono che conflitti dolorosi, divisioni accanite tra i fratelli. (...) Eravate lontani da lui, eppure Cristo non ha esitato ad unirvi a lui.
E ora non vi degnate di imitarlo per unirvi di tutto cuore con il fratello? (...) A causa del peccato, i nostri corpi plasmati con la polvere del suolo (Gen 2,7) avevano perso la vita e erano divenuti schiavi della morte; il Figlio di Dio vi ha aggiunto il lievito della sua carne, libera da ogni peccato, in una pienezza di vita.
E ha dato il suo corpo in cibo per tutti gli uomini affinché, rinnovati da questo sacramento dell'altare, partecipino tutti della sua vita immortale e beata.