Ci ho pensato qualche giorno prima di condividere con voi questo sogno. Ho voluto tenerlo un pò dentro di me, come quando si riceve in dono un ottimo vino e lo si lascia decantare nel bicchiere per assaporarlo meglio.
Premetto che non sogno spesso Eugenio; nelle mie preghiere gli chiedo solo di farmi sapere se sta bene, se va tutto bene, “come puoi, quando puoi, e se puoi” questa la mia richiesta. Ebbene, questo evento era per lui molto importante e voleva far sentire la sua presenza.
Era mattina presto, il 24 aprile… vi racconto il sogno.
Eravamo in una grande stanza, tipo un’aula magna, c’era una fila di cattedre alla mia sinistra ove erano seduti diverse persone che non conosco, ma sicuramente erano degli esaminatori; dall’altro lato della cattedra era seduto Eugenio, capelli corti, polo bianca e pantalone blu.
C’eravamo io (con un grosso librone in mano, del quale ricordo il titolo “Gli uccelli”), Remigio, Gabriella e Umberto.
Io ero molto agitata, tanto agitata e dicevo con Gabriella: “era meglio se lo rimandava, come avrà mai potuto studiare e ricordare tutto questo libro con tutto quello che ha passato? speriamo solo che non si agita, che non si sente male, mannaggia alla sua testa dura!“. Gabriella cercava di tranquillizzarmi, “vedrai che andrà bene, l’importante è che lui sia sereno, non farti vedere così agitata“.
All’improvviso, da una porta dietro i professori entra mio padre, allegro e sorridente, si siede di fianco ai professori e ha uno sguardo di intesa e scambia delle parole con Eugenio. Ed io dico “Oddio, speriamo solo che papà non inizia a chiacchierare con i prof e li fa innervosire“, e Gabriella “Pina, calmati, Eugenio ce la farà“.
Inizia l’esame, del quale io non ho sentito nulla, vedevo solo Eugenio rispondere e mio padre fare continuamente “si” con la testa. Ad un certo punto si alzano Eugenio, il prof. e mio padre. Si danno la mano, si salutano, mio padre esce dalla porta da dove era entrato, ed Eugenio si avvicina a noi. Io lo guardavo avvicinarsi, bello come il sole…
“Allora, come è andata? di qua non si sentiva nulla”
“Bene, come doveva andare? Mi hanno fatto i complimenti, ho risposto a tutte le domande” dice lui, molto soddisfatto.
“Bravo” “Complimenti Eugenio” “Dai, è fatta“… Lui ci guarda, sorride e dice “Ok, io vado” “Ma dove vai? Andiamo a casa insieme, c’è la torta!” “Io vado da Angelo e Gerardo, voi andate a prendere la torta, ci vediamo lì” e esce.
Noi adulti restiamo un pò interdetti, ci avviamo verso l’uscita con l’intenzione di andare a prendere la torta a casa e andare poi dai ragazzi. Gabriella insiste che ha preparato anche lei la torta (!), ma io e Remigio andiamo comunque a casa a prendere anche la torta preparata da me. Arriviamo lì a casa loro, i ragazzi e Umberto sono sul retro a chiacchierare e giocare, c’è la torta sul tavolo che loro hanno già mangiato (una torta con la panna), noi chiacchieriamo con Gabriella. Entra Umberto con un nido bellissimo in mano, con tante foglioline verdi ed un uccellino che cinquettava. “Guardate che bello” “Dove lo hai preso?” “E mica l’ho preso io, lo ha trovato Eugenio qua dietro!“
E Luke che salta sul letto mi sveglia. Direte voi e quindi? E quindi, il 24 era il compleanno di Angelo Sorrentino, Gabriella veramente ha preparato una torta con la panna, e Umberto aveva registrato il canto degli uccelli perché era molto particolare.
Io ne sono sicura, le amicizie vere, i legami saldi non vengono spezzati nemmeno dalla morte. Eugenio, a modo suo, il 24 ha fatto gli auguri ad Angelo ed è stato vicino a lui.
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