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Leggi e ascolta la preghierina del 2 gennaio 2024

Cosa dici di te stesso?

commento al Vangelo di oggi di Gv 1,19-28

Gli altri possono darti un nome o un numero, ma non possono mai dirti chi tu realmente sei. Quello è qualcosa che puoi scoprire solo tu stesso dal tuo interno.

Thomas Merton

Entro nel testo (Gv 1,19-28)

Questa è la testimonianza di Giovanni, quando i Giudei gli inviarono da Gerusalemme sacerdoti e levìti a interrogarlo: «Tu, chi sei?».

Egli confessò e non negò.

Confessò: «Io non sono il Cristo».

Allora gli chiesero: «Chi sei, dunque? Sei tu Elìa?».

«Non lo sono», disse.

«Sei tu il profeta?».

«No», rispose.

Gli dissero allora: «Chi sei? Perché possiamo dare una risposta a coloro che ci hanno mandato.

Che cosa dici di te stesso?».

Rispose: «Io sono voce di uno che grida nel deserto: Rendete diritta la via del Signore, come disse il profeta Isaìa».

Quelli che erano stati inviati venivano dai farisei.

Essi lo interrogarono e gli dissero: «Perché dunque tu battezzi, se non sei il Cristo, né Elìa, né il profeta?». Giovanni rispose loro: «Io battezzo nell’acqua. In mezzo a voi sta uno che voi non conoscete, colui che viene dopo di me: a lui io non sono degno di slegare il laccio del sandalo».

Questo avvenne in Betània, al di là del Giordano, dove Giovanni stava battezzando.

Mi lascio ispirare

“Tu, chi sei?”: la domanda che sacerdoti e levìti rivolgono a Giovanni è una domanda tanto legittima quanto inappropriata.

Fosse facile rispondere! Come se uno lo sapesse in modo inequivocabile. Se ponessero a te la stessa domanda sapresti rispondere senza esitazione? Ogni tentativo di risposta sarebbe inadeguato.

Questo perché quando ci definiamo, lo facciamo, spesso inconsapevolmente, all’interno di un campo relazionale dentro il quale viene formulata a domanda.

Anche quando abbiamo la pretesa di definirci in modo assoluto, lo facciamo sempre implicitamente a partire da un sistema di riferimento.

Non esiste una definizione assoluta di noi stessi. Da qui nascono malintesi e ambiguità, quando ciascuno parla a partire dal proprio sistema di riferimento e non coglie che l’altro sta ascoltando a partire da un altro punto di vista.

Giovanni nel pieno della sua consapevolezza blocca in partenza questo malinteso. Attraverso risposte per negazioni successive: non sono il Cristo… non sono Elia… non sono il profeta, smonta le precomprensioni dei suoi interlocutori e li costringe a riformulare la loro domanda.

Non più “Chi sei tu?”, bensì: “Cosa dici di te stesso?”, dove è più chiaro l’invito a specificare anche il sistema interiore a partire dal quale Giovanni si comprende.

Ora Giovanni può presentarsi, rivelandosi a partire da come lui si comprende, non da come gli altri vogliono inquadrarlo. Giovanni “sa” chi è di fronte alla gente perché “sa” collocarsi di fronte a Dio.

Nella consapevolezza del suo essere, diventa libero di essere ciò che è. E come dice l’etimologia del suo nome, questo è dono di Dio…

Flavio Emanuele Bottaro SJ

Rifletto sulle domande

E tu, cosa dici di te?
A partire da quale contesto ti definisci implicitamente?
In quali altri modi puoi definire chi sei? Osserva come cambiando prospettiva cambia la percezione di te…

fonte © GET UP AND WALK


Preghiere per il mese di gennaio

2 gennaio – San Basilio Magno e San Gregorio Nazianzeno, Vescovi e Dottori
della Chiesa

Padri della Chiesa del IV secolo. Basilio, vescovo di Cesarea in Cappadocia, detto Magno per dottrina e sapienza, insegnò ai suoi monaci la meditazione delle Scritture e il lavoro nell’obbedienza e nella carità fraterna e ne disciplinò la vita con regole da lui stesso composte; istruì i fedeli con insigni scritti e rifulse per la cura pastorale dei poveri e dei malati; morì il primo di gennaio. Gregorio, suo amico, vescovo di Sásima, quindi di Costantinopoli e infine di Nazianzo, difese con grande ardore la divinità del Verbo e per questo motivo fu chiamato anche il Teologo. Si rallegra la Chiesa nella comune memoria di così grandi dottori. (Martirologio Romano)

Preghiera ai santi Basilio Magno e Gregorio Nazianzeno

Colonne mistiche della Santa Chiesa, gloriosi Santi Basilio e Gregorio, animati da viva fede e da ardente zelo, ispirati da Dio a tracciare le regole della perfezione evangelica, per condurre gli uomini alla santità.

Con la vostra sapienza difendeste i dogmi della fede, con la vostra carità vi adoperaste a sollevare ogni sorte di miseria del prossimo.

La scienza vi rese celebri agli stessi pagani, la contemplazione vi elevò alla familiarità con Dio, e la pietà vi costituì regola vivente di tutti gli asceti, esempio mirabile dei pontefici, e modelli invitti di fortezza a tutti i campioni di Cristo.


O grandi Santi, impetrateci la fede viva per operare secondo il Vangelo: il distacco dal mondo per mirare alle cose celesti, la carità perfetta per amare Dio sopra ogni cosa nel nostro prossimo e specialmente otteneteci un raggio della vostra sapienza per dirigere tutte le azioni a Dio, nostro ultimo fine, e così giungere un giorno all’eterna beatitudine in Cielo.

Amen.

1Pater, Ave e Gloria…

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