Leggi e ascolta la nostra preghierina del 2 aprile 2024
Giornata di sole, di ricordi, di amore.
Si rideva, anche per niente, si scherzava, su tutto ciò che ci circondava.
Era il nostro modo di essere vivi, era il nostro modo di vivere la vita in pieno.
Quello che avevamo era tanto, era l’amore che ci univa. Il resto non serviva. Nel silenzio ci si amava, nel parlare ci si amava.
Le prime ferite di guerra sono le più dolorose, quelle che lasciano il segno sulla pelle e nell’anima.
E restano nel cuore di chi ha amato, di chi ama e di chi amerà.
Ma la passione, la fede, la tenacia, l’amore per la vita è nella vita di chi vive. E vivrà per sempre.
La chiave per il paradiso l’ha già appesa al collo, pronto per partire.
La realtà senza filtri
commento al Vangelo di oggi di Gv 20,11-18, a cura di Flavio Emanuele Bottaro SJ
Facile è la discesa all’Averno: notte e giorno la porta del nero Dite sta aperta: ma risalire i gradini, e ritornare a rivedere il cielo qui sta il valore, qui la fatica.
Virgilio, Eneide
Entro nel testo (Gv 20,11-18)
In quel tempo, Maria stava all’esterno, vicino al sepolcro, e piangeva. Mentre piangeva, si chinò verso il sepolcro e vide due angeli in bianche vesti, seduti l’uno dalla parte del capo e l’altro dei piedi, dove era stato posto il corpo di Gesù.
Ed essi le dissero: «Donna, perché piangi?». Rispose loro: «Hanno portato via il mio Signore e non so dove l’hanno posto». Detto questo, si voltò indietro e vide Gesù, in piedi; ma non sapeva che fosse Gesù. Le disse Gesù: «Donna, perché piangi? Chi cerchi?».
Ella, pensando che fosse il custode del giardino, gli disse: «Signore, se l’hai portato via tu, dimmi dove l’hai posto e io andrò a prenderlo». Gesù le disse: «Maria!». Ella si voltò e gli disse in ebraico: «Rabbunì!» – che significa: «Maestro!».
Gesù le disse: «Non mi trattenere, perché non sono ancora salito al Padre; ma va’ dai miei fratelli e di’ loro: “Salgo al Padre mio e Padre vostro, Dio mio e Dio vostro”». Maria di Màgdala andò subito ad annunciare ai discepoli: «Ho visto il Signore!» e ciò che le aveva detto.
Mi lascio ispirare
Maria piange perché pensa che abbiano portato via il suo Signore. E va ripetendo a tutti gli interlocutori che incontra, ribadisce con ostinata certezza: “Hanno portato via il mio Signore!”. È una convinzione a cui ha incominciato a credere quando, ancora lontana dal sepolcro, ha notato la pietra rotolata. Quante volte anche noi crediamo a una interpretazione della realtà che sembra essere coerente con i fatti e che non ci sogneremmo mai di mettere in dubbio!
Il problema è che a partire da quella convinzione, guardiamo la realtà attraverso un filtro polarizzato per continuare a far tornare i conti con quella convinzione. Maria incontra Gesù in persona ma è talmente concentrata sul suo film interiore che non lo riconosce e lo scambia per un giardiniere. È più coerente con la narrazione che sta creando della realtà.
Maria si accorge di essere disconnessa dalla realtà quando Gesù la chiama nel suo modo usuale. A quel punto, la mente si risveglia e lei collega l’istante presente con il passato, ricordando quella sensazione che una sola persona le faceva provare quando pronunciava il suo nome. La mente vorrebbe ingabbiare subito in uno schema quello che sta sperimentando e Gesù le comanda: Non mi trattenere! Non inscatolarmi subito in un concetto, in un’idea. Rimani a contatto ancora un po’ con il mistero che sta accadendo!
Ogni volta che ci riconnettiamo alla realtà come è successo a Maria, avviene una risurrezione e vediamo le cose in modo nuovo, per quello che sono. Avviene una vera e propria pasqua, un “passaggio” che abilita la nostra coscienza a vedere ciò che prima non poteva essere visto… Con lui risorgiamo anche noi!
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