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Non me l’avevi detto!

Non me l’avevi detto! L’importanza di chiarire i termini della relazione

Commento al Vangelo del 2 giugno 2024

Santissimo Corpo e Sangue di Cristo (anno B)

Prendete dunque e mangiate il corpo di Cristo […];
prendete e abbeveratevi col sangue di Cristo.
Per non distaccarvi, mangiate quel che vi unisce;
per non considerarvi da poco, bevete il vostro prezzo

Sant'Agostino, In Io. Ev. tr. 26, 6, 13

Relazioni e impegno

Ci sono molti modi di vivere le relazioni: ci sono relazioni superficiali, nelle quali non sentiamo alcun vincolo, possono durare o finire senza nessun problema, ma ci sono anche relazioni in cui ci siamo impegnati, in cui avvertiamo il valore di un legame, ma che nel contempo possono anche risultare a volte pesanti, magari perché quel vincolo non l’abbiamo scelto, ma ce lo siamo ritrovati, oppure perché non pensavamo che il coinvolgimento sarebbe stato così esigente.

Di fatto, quando noi entriamo in una relazione, molto spesso inconsapevolmente, o addirittura ingenuamente, stabiliamo sempre un’alleanza, accettiamo dei criteri e sottoscriviamo un patto. Il problema è che molte volte l’accordo non è né chiaro né esplicito e questo comporta incomprensioni e delusioni.

Alleanza

La categoria di alleanza come relazione ci può essere particolarmente utile per comprendere le letture della liturgia del Santissimo Corpo e Sangue di Cristo. Ritroviamo infatti la dinamica dell’alleanza già nel testo di Es 24, dove vengono descritti gli elementi del patto che sancisce la relazione tra Dio e il popolo.

C’è innanzitutto un impegno su delle parole: Dio propone delle indicazioni e il popolo si impegna a eseguirle. Il vantaggio di questa relazione è che i criteri sono esplicitati: Dio non ci inganna, non nasconde i suoi desideri. Proprio come in una liturgia eucaristica, che ogni volta ci ricorda questa alleanza sancita con l’umanità, nel testo dell’Esodo troviamo la descrizione di un sacrificio: la vittima e il sangue sono elementi fondamentali per sancire un’alleanza, perché nel sangue c’è la vita che i contranti si donano reciprocamente e nella vittima si esprime il loro impegno ad osservare l’alleanza anche a costo della vita. Alla lettura della Parola, segue la risposta del popolo, disposto a eseguire quello che è stato detto.

A ben guardare questa dovrebbe essere la dinamica di ogni relazione vera e onesta. Ogni relazione dovrebbe essere infatti la fedeltà alla promessa che l’ha generata, è l’adempimento dei voti nei quali ci siamo impegnati, come dice il Sal 115. Al contrario, noi entriamo nelle relazioni per lo più senza capire e senza dirci quello che sta accadendo.

Una volta per sempre

È proprio su questo sfondo che possiamo comprendere in che senso Gesù è «il mediatore di una nuova alleanza» (Eb 9,15). Le nostre alleanze, persino quella descritta nell’Esodo, possono finire, possono essere tradite, proprio come terminano tutte le nostre relazioni. Al contrario la relazione che Dio ha stabilito con noi in Gesù Cristo non solo è nuova, ma è eterna, non può mai venir meno, perché Cristo non è solo colui che ha stabilito questa alleanza a nome dell’umanità con il Padre, ma è anche la vittima nel cui sangue l’alleanza è stata sancita: «Egli entrò una volta per sempre nel santuario, non mediante il sangue di capri e di vitelli, ma in virtù del proprio sangue, ottenendo così una redenzione eterna» (Eb 9,12).

Amore che precede

Il testo del Vangelo di Marco ci fa vedere bene questa relazione tra la nuova e l’antica alleanza, collocando l’ultima cena in modo evidente nella Pasqua ebraica: Gesù chiede ai discepoli di andare a preparare la Pasqua. Il pane e il vino, quella notte, assumeranno per sempre un nuovo significato: il corpo che viene sacrificato, anticipando l’immagine della croce, è proprio quello di Gesù, il sangue con cui siamo aspersi è proprio quello che uscirà dal fianco di Gesù.

Ogni volta che celebriamo l’Eucaristia, riviviamo perciò il desiderio senza fine di Dio di essere in relazione con noi. È un desiderio così forte che Dio non ha esitato a farsi vittima affinché questa alleanza potesse essere sempre valida. Noi chiudiamo le relazioni e spezziamo le amicizie, ci stanchiamo o ci dimentichiamo, Dio invece non si stanca e non si dimentica mai di te!

L’amore di Dio ci precede: prima ancora che noi possiamo desiderare o sperare di fare alleanza con lui, Egli ha già pensato e voluto questa amicizia con te. Proprio come nel testo di Marco, dove i discepoli vanno a preparare la Pasqua, ma si accorgeranno che Gesù li ha preceduti, perché troveranno qualcuno, un uomo con una brocca d’acqua e il padrone di casa, che hanno già predisposto un luogo dove cenare. L’amore vero è proprio questo, ti precede sempre!

Leggersi dentro

  • Sei consapevole degli impegni che assumi nelle relazioni?
  • In che modo ti stai prendendo cura della tua relazione con Dio?
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