Leggi e ascolta la poesia “mattino” di Cesare Pavese

Cesare Pavese è stato uno scrittore, poeta, traduttore e critico letterario italiano del Novecento. Nacque nel 1908 a Santo Stefano Belbo, nelle Langhe, e si trasferì a Torino con la famiglia. Si laureò in lettere e divenne insegnante e direttore editoriale della Einaudi. Fu tra i primi a tradurre e diffondere la letteratura americana in Italia. Scrisse romanzi, racconti e poesie ispirati alla sua terra d’origine, alla guerra, all’amore e alla solitudine. Si suicidò nel 1950, dopo aver vinto il Premio Strega con La bella estate

Mattino è una poesia di Cesare Pavese, pubblicata nella raccolta Verrà la morte e avrà i tuoi occhi nel 1951, dopo la sua morte. La poesia descrive un momento di intimità tra due amanti, che si guardano dalla finestra socchiusa sul mare. La poesia è scritta in versi liberi, senza rima, e usa un linguaggio semplice e delicato. Il tono è malinconico e nostalgico, come se il poeta fosse consapevole della fragilità e della brevità dell’amore.

Leggiamo insieme

La finestra socchiusa contiene un volto

sopra il campo del mare. I capelli vaghi

accompagnano il tenero ritmo del mare.

Non ci sono ricordi su questo viso.

Solo un’ombra fuggevole, come di nube.

L’ombra è umida e dolce come la sabbia

di una cavità intatta, sotto il crepuscolo.

Non ci sono ricordi. Solo un sussurro

che è la voce del mare fatta ricordo.

Nel crepuscolo l’acqua molle dell’alba

che s’imbeve di luce, rischiara il viso.

Ogni giorno è un miracolo senza tempo,

sotto il sole: una luce salsa l’impregna

e un sapore di frutto marino vivo.

Non esiste ricordo su questo viso.

Non esiste parola che lo contenga

o accomuni alle cose passate. Ieri,

dalla breve finestra è svanito come

svanirà tra un istante, senza tristezza

né parole umane, sul campo del mare.

mattino di Cesare Pavese
Mattino 4

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Avatar di Remigio Ruberto

Ciao, sono Remigio Ruberto, papà di Eugenio. L'amore che mi lega a Eugenio è senza tempo e senza spazio.

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