Leggi e ascolta il Vangelo e la Parola del 18 giugno 2025
Mercoledì della XI settimana delle ferie del Tempo Ordinario
- S. Gregorio Barbarigo vescovo e cardinale (1625-1697)
- B. Osanna Andreasi di Mantova vergine (1449-1505)
- Santo del giorno
Prima Lettura
Dio ama chi dona con gioia.
Dalla seconda lettera di san Paolo apostolo ai Corìnzi
2Cor 9,6-11
Fratelli, tenete presente questo: chi semina scarsamente, scarsamente raccoglierà e chi semina con larghezza, con larghezza raccoglierà. Ciascuno dia secondo quanto ha deciso nel suo cuore, non con tristezza né per forza, perché Dio ama chi dona con gioia.
Del resto, Dio ha potere di far abbondare in voi ogni grazia perché, avendo sempre il necessario in tutto, possiate compiere generosamente tutte le opere di bene. Sta scritto infatti:
«Ha largheggiato, ha dato ai poveri,
la sua giustizia dura in eterno».
Colui che dà il seme al seminatore e il pane per il nutrimento, darà e moltiplicherà anche la vostra semente e farà crescere i frutti della vostra giustizia. Così sarete ricchi per ogni generosità, la quale farà salire a Dio l’inno di ringraziamento per mezzo nostro.
Parola di Dio.
Salmo Responsoriale
Dal Sal 111 (112)
R. Beato l'uomo che teme il Signore.
Beato l’uomo che teme il Signore
e nei suoi precetti trova grande gioia.
Potente sulla terra sarà la sua stirpe,
la discendenza degli uomini retti sarà benedetta. R.
Prosperità e ricchezza nella sua casa,
la sua giustizia rimane per sempre.
Spunta nelle tenebre, luce per gli uomini retti:
misericordioso, pietoso e giusto. R.
Sicuro è il suo cuore, non teme.
Egli dona largamente ai poveri,
la sua giustizia rimane per sempre,
la sua fronte s’innalza nella gloria. R.
Acclamazione al Vangelo
Alleluia, alleluia.
Se uno mi ama, osserverà la mia parola, dice il Signore,
e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui. (Gv 14,23)
Alleluia.
Il Vangelo di oggi 18 giugno 2025
Il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà.
Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 6,1-6.16-18
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«State attenti a non praticare la vostra giustizia davanti agli uomini per essere ammirati da loro, altrimenti non c'è ricompensa per voi presso il Padre vostro che è nei cieli.
Dunque, quando fai l'elemosina, non suonare la tromba davanti a te, come fanno gli ipocriti nelle sinagoghe e nelle strade, per essere lodati dalla gente. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, mentre tu fai l'elemosina, non sappia la tua sinistra ciò che fa la tua destra, perché la tua elemosina resti nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà.
E quando pregate, non siate simili agli ipocriti che, nelle sinagoghe e negli angoli delle piazze, amano pregare stando ritti, per essere visti dalla gente. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, quando tu preghi, entra nella tua camera, chiudi la porta e prega il Padre tuo, che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà.
E quando digiunate, non diventate malinconici come gli ipocriti, che assumono un'aria disfatta per far vedere agli altri che digiunano. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, quando tu digiuni, profùmati la testa e làvati il volto, perché la gente non veda che tu digiuni, ma solo il Padre tuo, che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà».
Parola del Signore.

San Giovanni della Croce (1542-1591)
carmelitano, dottore della Chiesa
Cantico spirituale, seconda versione, strofa 1,6-7 (trad. cb©evangelizo)
“Quando preghi, entra nella tua camera”
L'anima chiede allo Sposo: “Dove ti sei nascosto?” (...) Rispondiamo alla sua domanda mostrandole il luogo preciso dove si nasconde, il luogo dove ella lo troverà certamente, e con quanta perfezione e dolcezza possibili in questa vita. Da quel momento, ella non vagherà più invano dietro ad estranei (cfr Ct 3,2). Riteniamolo bene, il Verbo, il Figlio di Dio, risiede per essenza e per presenza, in compagnia del Padre e dello Spirito Santo, nell'essenza stessa dell'anima, e vi è nascosto. L'anima che aspira a trovarlo deve dunque uscire (...) dal creato; deve entrare in se stessa e restarvi in un raccoglimento così profondo che tutte le creature per lei scompaiano. “Signore – diceva Sant'Agostino rivolto a Dio nei soliloqui – non ti trovavo fuori di me, perché male ti cercavo: ti cercavo fuori, e tu eri dentro”. Dio è dunque nascosto nell'anima nostra, ed è là che il vero contemplativo deve cercarlo, dicendo: “Dove ti sei nascosto?” Ebbene, anima, la più bella fra le creature di Dio, tu che desideri così ardentemente sapere dove si trova il tuo Amato per cercarlo ed unirti a lui, ecco che ti viene detto: tu stessa sei la dimora dove egli abita, il ritiro dove si nasconde. Che gioia, che consolazione per te! Il tuo tesoro, l'oggetto della tua speranza, è così vicino a te che è addirittura in te, o, per meglio dire, tu non potresti esistere senza di lui. Ascolta lo Sposo stesso che ti dice: “Il regno di Dio è in mezzo a voi” (Lc 17,21). E l'apostolo Paolo, suo servo, ci dice da parte sua: “Voi siete il tempio di Dio” (2Cor 6,16).
Le Parole dei Papi
[…] quando preghi, entra nel silenzio della tua camera, ritirati dal mondo e rivolgiti a Dio chiamandolo “Padre!”. Gesù vuole che i suoi discepoli non siano come gli ipocriti che pregano stando dritti in piedi nelle piazze per essere ammirati dalla gente (cfr Mt 6,5). Gesù non vuole ipocrisia. La vera preghiera è quella che si compie nel segreto della coscienza, del cuore: imperscrutabile, visibile solo a Dio. Io e Dio. Essa rifugge dalla falsità: con Dio è impossibile fingere. E’ impossibile, davanti a Dio non c’è trucco che abbia potere, Dio ci conosce così, nudi nella coscienza, e fingere non si può. Alla radice del dialogo con Dio c’è un dialogo silenzioso, come l’incrocio di sguardi tra due persone che si amano: l’uomo e Dio incrociano gli sguardi, e questa è preghiera. Guardare Dio e lasciarsi guardare da Dio: questo è pregare. (Papa Francesco - Udienza generale, mercoledì 13 febbraio 2019)