San Giovanni Battista

Martedì della III settimana di Avvento

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Prima Lettura

La salvezza messianica è promessa a tutti i popoli.

Dal libro del profeta Sofonìa
Sof 3,1-2.9-13

Così dice il Signore:
«Guai alla città ribelle e impura,
alla città che opprime!
Non ha ascoltato la voce,
non ha accettato la correzione. 
Non ha confidato nel Signore,
non si è rivolta al suo Dio».
«Allora io darò ai popoli un labbro puro,
perché invochino tutti il nome del Signore
e lo servano tutti sotto lo stesso giogo.
Da oltre i fiumi di Etiopia
coloro che mi pregano,
tutti quelli che ho disperso, mi porteranno offerte.
In quel giorno non avrai vergogna
di tutti i misfatti commessi contro di me,
perché allora allontanerò da te
tutti i superbi gaudenti,
e tu cesserai di inorgoglirti
sopra il mio santo monte.
Lascerò in mezzo a te
un popolo umile e povero».
Confiderà nel nome del Signore
il resto d’Israele.
Non commetteranno più iniquità
e non proferiranno menzogna;
non si troverà più nella loro bocca
una lingua fraudolenta.
Potranno pascolare e riposare
senza che alcuno li molesti.

Parola di Dio.

Salmo Responsoriale

Dal Sal 33 (34)

R. Il povero grida e il Signore lo ascolta.

Benedirò il Signore in ogni tempo,
sulla mia bocca sempre la sua lode.
Io mi glorio nel Signore:
i poveri ascoltino e si rallegrino. R.

Guardate a lui e sarete raggianti,
i vostri volti non dovranno arrossire.
Questo povero grida e il Signore lo ascolta,
lo salva da tutte le sue angosce. R.

Il volto del Signore contro i malfattori,
per eliminarne dalla terra il ricordo.
Gridano i giusti e il Signore li ascolta,
li libera da tutte le loro angosce. R.

Il Signore è vicino a chi ha il cuore spezzato,
egli salva gli spiriti affranti.
Il Signore riscatta la vita dei suoi servi;
non sarà condannato chi in lui si rifugia. R.

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Acclamazione al Vangelo

Alleluia, alleluia.

Vieni, Signore, non tardare:
perdona i peccati del tuo popolo.

Alleluia.

Il Vangelo del giorno 16 dicembre 2025

È venuto Giovanni e i peccatori gli hanno creduto.

Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 21,28-32

In quel tempo, Gesù disse ai capi dei sacerdoti e agli anziani del popolo: «Che ve ne pare? Un uomo aveva due figli. Si rivolse al primo e disse: “Figlio, oggi va’ a lavorare nella vigna”. Ed egli rispose: “Non ne ho voglia”. Ma poi si pentì e vi andò. Si rivolse al secondo e disse lo stesso. Ed egli rispose: “Sì, signore”. Ma non vi andò. Chi dei due ha compiuto la volontà del padre?». Risposero: «Il primo».
E Gesù disse loro: «In verità io vi dico: i pubblicani e le prostitute vi passano avanti nel regno di Dio. Giovanni infatti venne a voi sulla via della giustizia, e non gli avete creduto; i pubblicani e le prostitute invece gli hanno creduto. Voi, al contrario, avete visto queste cose, ma poi non vi siete nemmeno pentiti così da credergli».

Parola del Signore.

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San Bernardo (1091-1153)

monaco cistercense e dottore della Chiesa

Sermone 5 “de diversis”, 4-5; PL 183, 556 (trad. cb@evangelizo)

La volontà di Dio è vita

Il primo grado della contemplazione, miei carissimi, è che consideriamo senza posa quanto vuole il Signore, ciò che gli piace e gli è gradevole. In tante cose tutti noi lo offendiamo, la nostra mancanza di semplicità cozza con la sua volontà, e ciò ci impedisce di unirci, di attaccarci a lui. Umiliamoci sotto la mano potente di Dio altissimo ed affrettiamoci ad esporre tutta la nostra miseria davanti alla sua misericordia e diciamo: “Guariscimi, Signore, e sarò guarito, salvami e sarò salvato” (Ger 17,14), e ancora: “Pietà di me, Signore, guariscimi: contro di te ho peccato” (Sal 41,5). Quando l’occhio del cuore è purificato da questo genere di pensieri, non viviamo più col cuore pieno d’amarezza ma nelle delizie che si trovano nello Spirito di Dio. Già non consideriamo più quale è la volontà di Dio su di noi, ma quale è questa volontà in se stessa. Ora Dio vuole la vita, e nulla assolutamente è più utile e più vantaggioso che conformarsi alla sua volontà. Ecco perché la premura che mettiamo a voler conservare la nostra vita, mettiamola pure, nella misura del possibile, a non deviare in alcun modo dalla strada che porta là.

LE PAROLE DEI PAPI

Con la sua predicazione sul Regno di Dio, Gesù si oppone a una religiosità che non coinvolge la vita umana, che non interpella la coscienza e la sua responsabilità di fronte al bene e al male. Lo dimostra anche con la parabola dei due figli, che viene proposta nel Vangelo di Matteo (cfr 21,28-32). All’invito del padre ad andare a lavorare nella vigna, il primo figlio risponde impulsivamente “no, non ci vado”, ma poi si pente e ci va; invece il secondo figlio, che subito risponde “sì, sì papà”, in realtà non lo fa, non ci va. L’obbedienza non consiste nel dire “sì” o “no”, ma sempre nell’agire, nel coltivare la vigna, nel realizzare il Regno di Dio, nel fare del bene. Con questo semplice esempio, Gesù vuole superare una religione intesa solo come pratica esteriore e abitudinaria, che non incide sulla vita e sugli atteggiamenti delle persone, una religiosità superficiale, soltanto “rituale”, nel brutto senso della parola. (Papa FrancescoAngelus, 27 settembre 2020)

Il Vangelo del giorno
Il Vangelo del giorno
Il Vangelo del giorno 16 dicembre 2025
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