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Il coniglio pasticcione e la torta gigante

C'era una volta, in una foresta piena di alberi colorati e fiori profumati, un coniglio di nome Peppe. Peppe era un coniglio molto curioso e un po' pasticcione. Amava esplorare la foresta e scoprire cose nuove, ma spesso finiva per combinare qualche guaio.

Un giorno, mentre passeggiava per il bosco, Peppe trovò una vecchia ricetta nascosta tra le foglie. Era la ricetta per una torta gigante, la più grande e soffice che si fosse mai vista! Intrigato, Peppe decise di preparare la torta. Riuscì a trovare tutti gli ingredienti: farina, zucchero, uova, latte e una montagna di bacche dolci.

Con le zampette impastate di farina, Peppe iniziò a preparare l'impasto. Mescolò e sbatte con tutte le sue forze, finché l'impasto non divenne un enorme palla bianca e soffice. Poi, con l'aiuto dei suoi amici animali, costruì un forno gigante con delle foglie e dei rami.

Il coniglio pasticcione e la torta gigante

Quando la torta fu pronta, Peppe e i suoi amici organizzarono una grande festa. Tutti gli animali della foresta vennero invitati: scoiattoli, cervi, volpi e persino l'orso più burbero. La torta era talmente grande che ci vollero tutti gli animali per gustarla.

Mentre mangiavano, cantavano e ballavano, Peppe si sentì il coniglio più felice del mondo. Aveva creato qualcosa di speciale con le sue mani e aveva condiviso la sua gioia con tutti i suoi amici.

Morale della storia: Anche se a volte facciamo dei pasticci, l'importante è divertirsi e condividere le nostre creazioni con gli altri.

L’aiuto è vicino

Meditazione di oggi 12 novembre 2024

Non siamo stati creati per vivere portandoci appresso enormi fardelli che ci appesantiscono.

Grazie al cielo, non dobbiamo.

"Venite a me, voi tutti che siete affaticati e oppressi, e io vi darò riposo. Prendete su di voi il mio giogo e imparate da me, perché io sono mansueto e umile di cuore; e voi troverete riposo alle anime vostre; poiché il mio giogo è dolce e il mio carico è leggero."

Matteo 11:28-30

Quando Gesù è venuto sulla terra, ha preso i nostri pesi su di Sé. Benché fossimo lontani da Dio, Gesù ha subìto la punizione per le nostre colpe e si è fatto carico della nostra sofferenza. E, grazie a questo, abbiamo un Salvatore che ci comprende e ha compassione per noi.

Questo Salvatore ci incontra nel nostro caos e ci invita a trovare pace in Lui. Questo Salvatore è Dio con noi.

Sia benedetto il SIGNORE! Giorno per giorno porta per noi il nostro peso, il Dio della nostra salvezza.

Salmo 68:19

Il re Davide ha scritto questo salmo centinaia di anni prima dell'arrivo di Gesù. Ma, anche allora, Dio stava mostrando alla gente che il Suo carattere era leale e che Egli era degno di fiducia.

Dio vegliò su Noè quando la terra fu sommersa (Genesi 8:1) e fece un patto con Abramo per benedire, proteggere e moltiplicare i suoi discendenti (Genesi 17:4-7). Si prese cura degli Israeliti quando vagarono per il deserto (Deuteronomio 2:7) e confortò Davide quando c'era qualcuno che provava ad ucciderlo.

Dio non ha mai smesso di essere fedele a Se stesso. Egli è il nostro aiuto sempre presente nei momenti di necessità. È la nostra costante fonte di forza. Egli è il nostro consolatore e Colui che provvede a noi. Il Dio che Davide loda nel Salmo 68 è il nostro Dio. È Colui che si prende continuamente cura di noi, che si abbassa per incontrarci nel nostro caos e ci porta fuori dalla nostra fragilità.

Egli porta i nostri fardelli quotidianamente.

Incontreremo ancora difficoltà? Certo. Ma non dovremo mai affrontarle da soli. Il Salvatore del mondo è vicino. Dio è con noi.

Commento al Vangelo del 12 novembre 2024

Siamo servi inutili. Abbiamo fatto quanto dovevamo fare.

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 17,7-10
 
In quel tempo, Gesù disse:
«Chi di voi, se ha un servo ad arare o a pascolare il gregge, gli dirà, quando rientra dal campo: “Vieni subito e mettiti a tavola”? Non gli dirà piuttosto: “Prepara da mangiare, stringiti le vesti ai fianchi e servimi, finché avrò mangiato e bevuto, e dopo mangerai e berrai tu”? Avrà forse gratitudine verso quel servo, perché ha eseguito gli ordini ricevuti?
Così anche voi, quando avrete fatto tutto quello che vi è stato ordinato, dite: “Siamo servi inutili. Abbiamo fatto quanto dovevamo fare”».

Parola del Signore.

Ascoltiamo insieme


La Parola del 12 novembre 2024

Leggi e ascolta il Vangelo e la Parola del 12 novembre 2024

Martedì della XXXII settimana delle ferie del Tempo Ordinario 

Prima Lettura

Viviamo con pietà, nell’attesa della beata speranza e della manifestazione della gloria del nostro grande Dio e salvatore Gesù Cristo.

Dalla lettera di san Paolo apostolo a Tito
Tt 2,1-8.11-14

Carissimo, insegna quello che è conforme alla sana dottrina.
Gli uomini anziani siano sobri, dignitosi, saggi, saldi nella fede, nella carità e nella pazienza. Anche le donne anziane abbiano un comportamento santo: non siano maldicenti né schiave del vino; sappiano piuttosto insegnare il bene, per formare le giovani all’amore del marito e dei figli, a essere prudenti, caste, dedite alla famiglia, buone, sottomesse ai propri mariti, perché la parola di Dio non venga screditata.
Esorta ancora i più giovani a essere prudenti, offrendo te stesso come esempio di opere buone: integrità nella dottrina, dignità, linguaggio sano e irreprensibile, perché il nostro avversario resti svergognato, non avendo nulla di male da dire contro di noi.
È apparsa infatti la grazia di Dio, che porta salvezza a tutti gli uomini e ci insegna a rinnegare l’empietà e i desideri mondani e a vivere in questo mondo con sobrietà, con giustizia e con pietà, nell’attesa della beata speranza e della manifestazione della gloria del nostro grande Dio e salvatore Gesù Cristo. Egli ha dato se stesso per noi, per riscattarci da ogni iniquità e formare per sé un popolo puro che gli appartenga, pieno di zelo per le opere buone.

Parola di Dio.

Salmo Responsoriale

Dal Sal 36 (37)

R. La salvezza dei giusti viene dal Signore.

Confida nel Signore e fa’ il bene:
abiterai la terra e vi pascolerai con sicurezza.
Cerca la gioia nel Signore:
esaudirà i desideri del tuo cuore. R.
 
Il Signore conosce i giorni degli uomini integri:
la loro eredità durerà per sempre.
Il Signore rende sicuri i passi dell’uomo
e si compiace della sua via. R.
 
Sta’ lontano dal male e fa’ il bene
e avrai sempre una casa.
I giusti avranno in eredità la terra
e vi abiteranno per sempre. R.

Acclamazione al Vangelo

Alleluia, alleluia.

Se uno mi ama, osserverà la mia parola, dice il Signore,
e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui. (Gv 14,23)

Alleluia.

Il Vangelo del 12 novembre 2024

Siamo servi inutili. Abbiamo fatto quanto dovevamo fare.

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 17,7-10
 
In quel tempo, Gesù disse:
«Chi di voi, se ha un servo ad arare o a pascolare il gregge, gli dirà, quando rientra dal campo: “Vieni subito e mettiti a tavola”? Non gli dirà piuttosto: “Prepara da mangiare, stringiti le vesti ai fianchi e servimi, finché avrò mangiato e bevuto, e dopo mangerai e berrai tu”? Avrà forse gratitudine verso quel servo, perché ha eseguito gli ordini ricevuti?
Così anche voi, quando avrete fatto tutto quello che vi è stato ordinato, dite: “Siamo servi inutili. Abbiamo fatto quanto dovevamo fare”».

Parola del Signore.

Il Vangelo del giorno
Il Vangelo del giorno
La Parola del 12 novembre 2024
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Sant'Ambrogio (ca 340-397)

vescovo di Milano e dottore della Chiesa

Commento al vangelo di Luca 8, 31-32; SC 52, 113 (trad. cb© evangelizo)

« Siamo servi inutili »

Nessuno si glori di ciò che ha fatto, poiché per semplice giustizia noi dobbiamo il nostro servizio al Signore. (...) Finché viviamo, dobbiamo sempre lavorare per il nostro Signore. Riconosci dunque che sei un servo tenuto a molti servizi. Non pavoneggiarti di essere chiamato “figlio di Dio” (1 Gv 3,1); riconosciamo questa grazia, ma non dimentichiamo la nostra natura. Non vantarti se hai servito bene, perché hai fatto quanto dovevi fare. Il sole svolge la sua funzione, la luna obbedisce, gli angeli compiono il loro servizio. San Paolo, lo “strumento eletto dal Signore” per i pagani (At 9,15), scrive: “Non sono degno neppure di essere chiamato apostolo, perché ho perseguitato la Chiesa di Dio” (1 Cor 15,9). E se, altrove, mostra di non avere commesso alcuna colpa, aggiunge poi: “Non per questo sono giustificato” (1 Cor 4,4). Neanche noi, non pretendiamo di essere lodati per quello che abbiamo fatto, non anticipiamo il giudizio di Dio.

PAROLE DEL SANTO PADRE

Come possiamo capire se abbiamo veramente fede, cioè se la nostra fede, pur minuscola, è genuina, pura, schietta? Ce lo spiega Gesù indicando qual è la misura della fede: il servizio. E lo fa con una parabola che al primo impatto risulta un po’ sconcertante, perché presenta la figura di un padrone prepotente e indifferente. Ma proprio questo modo di fare del padrone fa risaltare quello che è il vero centro della parabola, cioè l’atteggiamento di disponibilità del servo. Gesù vuole dire che così è l’uomo di fede nei confronti di Dio: si rimette completamente alla sua volontà, senza calcoli o pretese. Questo atteggiamento verso Dio si riflette anche nel modo di comportarsi in comunità: si riflette nella gioia di essere al servizio gli uni degli altri, trovando già in questo la propria ricompensa e non nei riconoscimenti e nei guadagni che ne possono derivare. È ciò che insegna Gesù alla fine di questo racconto: «Quando avrete fatto tutto quello che vi è stato ordinato, dite: “Siamo servi inutili. Abbiamo fatto quanto dovevamo fare”». (Angelus, 6 ottobre 2019)