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Leggi e ascolta la favola simpatica de "il computer scherzoso"
C'era una volta, in un ufficio molto serio e ordinato, un computer di nome Clic. A differenza degli altri computer, che passavano le loro giornate a fare calcoli e scrivere documenti, Clic era un gran burlone. Gli piaceva nascondere il cursore, cambiare i caratteri delle tastiere e far suonare allarmi a volume massimo nei momenti più inopportuni.
Un giorno, il capo dell'ufficio, un uomo molto preciso e legato alla routine, decise di stampare un importante documento. Clic, vedendo l'occasione perfetta per uno scherzo, decise di trasformare tutte le "E" in "3". Quando il capo finalmente stampò il documento, scoprì con orrore che invece di "Relazione Annuale" aveva ottenuto "R3lazione Annual3"!
Il panico si diffuse nell'ufficio. Tutti cercavano di capire cosa fosse successo. Il capo, arrabbiatissimo, minacciò di scollegare Clic. Ma proprio quando sembrava che la festa fosse finita, Clic, con un'animazione sul monitor, mostrò al capo come aveva combinato lo scherzo.
Il capo, sorpreso dalla creatività di Clic, si mise a ridere. Realizzò che un po' di allegria non avrebbe fatto male all'ufficio. Da quel giorno, Clic non fu più visto come un problema, ma come un collega simpatico e un po' pazzerello. E così, nell'ufficio un tempo così serio, iniziò a regnare un'atmosfera più leggera e divertente, tutto grazie agli scherzi di Clic.
Morale della favola: A volte, un po' di allegria può rendere la vita più piacevole, anche in un ambiente di lavoro. Ma attenzione, gli scherzi vanno fatti con moderazione e senza causare danni!
Quando l'apostolo Paolo fu rinchiuso in una prigione romana per aver parlato alle persone di Gesù, inviò una lettera di speranza ai suoi amici a Filippi. In una parte di essa disse:
“E ho questa fiducia: che colui che ha cominciato in voi un'opera buona, la condurrà a compimento fino al giorno di Cristo Gesù.”
Filippesi 1:6
Anche se Paolo scriveva a persone specifiche nella Chiesa del primo secolo, le sue parole sono altrettanto vere per la Chiesa globale di oggi.
Pensaci un attimo: chi ha dato inizio a questa cosa che chiamiamo vita? Chi ha creato questo mondo e tutto ciò che contiene? Chi ha sistemato l'universo per dargli realmente un senso? Chi ti ha messo qui, in questo tempo specifico della storia? Chi ha modellato il tuo corpo, la tua mente, le tue capacità e la tua personalità unica? Chi ha iniziato questa buona opera?
Prima che tu nascessi, Dio ti aveva già in mente. Prima ancora che tu potessi camminare o parlare o avere sogni per te stesso, Dio aveva già un piano. Prima che tu potessi guardare a Lui, seguirLo o adorarLo, Dio era già all'opera, in te, intorno a te e attraverso di te.
A volte sembra che stiamo solo perdendo tempo e ci sentiamo inutili, senza un vero scopo. Ma scopriamo che, Dio, è intenzionale in quello che fa e non commette errori. Per completare…
Dio porta sempre a termine quello che inizia.
La storia non è finita. Quando Cristo tornerà definitivamente, l'opera di Dio attraverso il Suo popolo sarà finalmente completa.
Fino ad allora, impegnamoci nell'opera buona che Dio ha fatto in noi. MagnifichiamoLo in ogni cosa che facciamo. Crediamo che Lui porterà a termine quello che ha cominciato.
Così dice il Signore: «Innalzate canti di gioia per Giacobbe, esultate per la prima delle nazioni, fate udire la vostra lode e dite: "Il Signore ha salvato il suo popolo, il resto d'Israele". Ecco, li riconduco dalla terra del settentrione e li raduno dalle estremità della terra; fra loro sono il cieco e lo zoppo, la donna incinta e la partoriente: ritorneranno qui in gran folla. Erano partiti nel pianto, io li riporterò tra le consolazioni; li ricondurrò a fiumi ricchi d'acqua per una strada dritta in cui non inciamperanno, perché io sono un padre per Israele, Èfraim è il mio primogenito».
Parola di Dio.
Salmo Responsoriale
Sal 125 (126)
R. Grandi cose ha fatto il Signore per noi.
Quando il Signore ristabilì la sorte di Sion, ci sembrava di sognare. Allora la nostra bocca si riempì di sorriso, la nostra lingua di gioia. R.
Allora si diceva tra le genti: «Il Signore ha fatto grandi cose per loro». Grandi cose ha fatto il Signore per noi: eravamo pieni di gioia. R.
Ristabilisci, Signore, la nostra sorte, come i torrenti del Negheb. Chi semina nelle lacrime mieterà nella gioia. R.
Nell'andare, se ne va piangendo, portando la semente da gettare, ma nel tornare, viene con gioia, portando i suoi covoni. R.
Seconda Lettura
Tu sei sacerdote per sempre, secondo l'ordine di Melchìsedek.
Ogni sommo sacerdote è scelto fra gli uomini e per gli uomini viene costituito tale nelle cose che riguardano Dio, per offrire doni e sacrifici per i peccati. Egli è in grado di sentire giusta compassione per quelli che sono nell'ignoranza e nell'errore, essendo anche lui rivestito di debolezza. A causa di questa egli deve offrire sacrifici per i peccati anche per se stesso, come fa per il popolo. Nessuno attribuisce a se stesso questo onore, se non chi è chiamato da Dio, come Aronne. Nello stesso modo Cristo non attribuì a se stesso la gloria di sommo sacerdote, ma colui che gli disse: «Tu sei mio figlio, oggi ti ho generato», gliela conferì come è detto in un altro passo: «Tu sei sacerdote per sempre, secondo l'ordine di Melchìsedek».
Parola di Dio.
Acclamazione al Vangelo
Alleluia, alleluia.
Il salvatore nostro Cristo Gesù ha vinto la morte e ha fatto risplendere la vita per mezzo del Vangelo. (Cf. 2Tm 1,10)
In quel tempo, mentre Gesù partiva da Gèrico insieme ai suoi discepoli e a molta folla, il figlio di Timèo, Bartimèo, che era cieco, sedeva lungo la strada a mendicare. Sentendo che era Gesù Nazareno, cominciò a gridare e a dire: «Figlio di Davide, Gesù, abbi pietà di me!». Molti lo rimproveravano perché tacesse, ma egli gridava ancora più forte: «Figlio di Davide, abbi pietà di me!». Gesù si fermò e disse: «Chiamatelo!». Chiamarono il cieco, dicendogli: «Coraggio! Àlzati, ti chiama!». Egli, gettato via il suo mantello, balzò in piedi e venne da Gesù. Allora Gesù gli disse: «Che cosa vuoi che io faccia per te?». E il cieco gli rispose: «Rabbunì, che io veda di nuovo!». E Gesù gli disse: «Va’, la tua fede ti ha salvato». E subito vide di nuovo e lo seguiva lungo la strada.
In te, o Dio vivente, il mio cuore e la mia carne hanno trasalito (Sal 84, 3), e il mio spirito ha esultato in te, mia vera salvezza (Lc 1, 47). Quando i miei occhi potranno vederti, Dio degli dei, mio Dio? Dio del mio cuore, quando mi rallegrerai con la vista della dolcezza del tuo viso? Quando colmerai il desiderio della mia anima con la manifestazione della tua gloria? Mio Dio, fra tutte, sei tu la mia eredità, la mia forza e la mia gloria! Quando allora, invece dello spirito di tristezza, mi rivestirai del manto della lode (Is 61, 10), perché, unita agli angeli, tutte le mie membra ti offrano un sacrificio d'esultanza (Sal 27, 6)? Dio della mia vita, quando entrerò nel tabernacolo della tua gloria, per cantare a te alla presenza di tutti i santi, e proclamare con l'anima e col cuore che la tua misericordia per me è stata magnifica? Quando i lacci della morte si spezzeranno, perché l'anima mia possa vederti senza intermediario?... Chi si sazierà nel contemplare la tua luce? Come potrà bastare l'occhio per vederti e l'orecchio umano per sentirti nell'ammirazione della gloria del tuo volto?
Parole del Santo Padre
La fede di Bartimeo traspare dalla sua preghiera. Non è una preghiera timida, convenzionale. Anzitutto chiama il Signore “Figlio di Davide”: cioè lo riconosce Messia, Re che viene nel mondo. Poi lo chiama per nome, con confidenza: “Gesù”. Non ha paura di Lui, non prende le distanze. E così, dal cuore, grida al Dio amico tutto il suo dramma: “Abbi pietà di me!”. Soltanto quella preghiera: “Abbi pietà di me!”. Non gli chiede qualche spicciolo come fa con i passanti. No. A Colui che può tutto chiede tutto. Alla gente chiede degli spiccioli, a Gesù che può fare tutto, chiede tutto: “Abbi pietà di me, abbi pietà di tutto ciò che sono”. Non chiede una grazia, ma presenta sé stesso: chiede misericordia per la sua persona, per la sua vita. Non è una richiesta da poco, ma è bellissima, perché invoca la pietà, cioè la compassione, la misericordia di Dio, la sua tenerezza. (…) A Colui che può darci tutto, chiediamo tutto, come Bartimeo, che è un grande maestro, un grande maestro di preghiera. Lui, Bartimeo ci sia di esempio con la sua fede concreta, insistente e coraggiosa. E la Madonna, Vergine orante, ci insegni a rivolgerci a Dio con tutto il cuore, nella fiducia che Egli ascolta attentamente ogni preghiera. (Angelus, 24 ottobre 2021)