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Preghierina del 3 ottobre 2024

Leggi e ascolta la nostra preghierina del 3 ottobre 2024

Preghiera a San Francesco di Madre Teresa di Calcutta

Rivolgiamo la nostra preghiera a Francesco d'Assisi; 
lui che seguì alla lettera gli insegnamenti del Padre. 
Ci insegnerà ad amare. 
Ci insegnerà a capire. 
Ci darà coraggio di condividere. 
Condividere è l'espressione di un grande amore. 
Francesco ci insegnerà a donare sino alla sofferenza, con letizia estrema!

Provarci

commento al Vangelo di oggi di Lc 10,1-12, a cura di Gloria Ruvolo

Frodo intraprese l’impresa per amore: per salvare a sue spese il mondo che conosceva dal disastro, se avesse potuto; e anche in totale umiltà, riconoscendo di essere del tutto inadeguato all’incarico. Il suo vero incarico era solo quello di fare ciò che poteva per riuscire a trovare una strada, e di seguirla finché le sue forze mentali e fisiche lo avessero permesso. E lo ha fatto.

J. R. R. Tolkien, Lettera 246

Entro nel testo (Lc 10,1-12)

In quel tempo, il Signore designò altri settantadue e li inviò a due a due davanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi. Diceva loro: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe! Andate: ecco, vi mando come agnelli in mezzo a lupi; non portate borsa, né sacca, né sandali e non fermatevi a salutare nessuno lungo la strada. In qualunque casa entriate, prima dite: “Pace a questa casa!”. Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi. Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché chi lavora ha diritto alla sua ricompensa. Non passate da una casa all’altra. Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà offerto, guarite i malati che vi si trovano, e dite loro: “È vicino a voi il regno di Dio”. Ma quando entrerete in una città e non vi accoglieranno, uscite sulle sue piazze e dite: “Anche la polvere della vostra città, che si è attaccata ai nostri piedi, noi la scuotiamo contro di voi; sappiate però che il regno di Dio è vicino”. Io vi dico che, in quel giorno, Sòdoma sarà trattata meno duramente di quella città»

Mi lascio ispirare

Il lavoro dei discepoli sembra tutto il contrario dei nostri oggi. Sono agnelli in mezzo ai lupi, impreparati; vanno loro verso chi li può cacciare; prendono indietro solo quello di cui hanno strettamente bisogno per continuare. Ma, soprattutto, se il loro augurio di pace, il messaggio d’amore non è accolto, non hanno nulla da rimproverarsi; la pace torna su di loro e la missione va avanti.

Davanti alle parole “testimonianza”, “vocazione”, “pastorale”, il lavoro che siamo chiamati esplicitamente a fare ogni giorno da cristiani sembra difficile e oneroso. Eppure, già dai primi giorni Gesù non ha mai voluto altro che il nostro provarci. Ci chiama con i nostri difetti, che ci rendono indifesi. Senza gli accessori che usiamo per schermarci di solito dal mondo esterno, dalle normali ferite di ogni relazione umana. Ci vuole autentici, mentre mostriamo di avere quella gioia di vivere e quella cura per gli altri che solo le persone amate incondizionatamente possono avere.

Per il resto, non importa se altri non ci amano, se sbagliamo qualche volta, se non siamo serafici come angeli o appassionati come i dodici. Se siamo mossi dalla pace interiore, porteremo pace. Se l’amore di Gesù ci ha commosso, commuoveremo, portandolo nei cuori disposti ad ascoltare e accogliere.

Gloria Ruvolo

L’ambiente in cui viviamo è un regalo del cielo, il dono che, fra le prove della storia e della vita, ricorda la bellezza di abitare la terra. Va perciò custodito dall’ingordigia del denaro e dalla speculazione, che compromettono il futuro. #TempodelCreato

Papa Francesco via X

Preghiamo insieme

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Preghierina del 3 ottobre 2024
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L’Ombrello Magico

Leggi e ascolta la favola "l'ombrello magico"

Leggiamo insieme

C'era una volta, in un piccolo villaggio, un bambino di nome Leo. Leo amava giocare all'aperto, ma un giorno il cielo si oscurò e iniziò a piovere a dirotto. Le gocce sembravano piccole frecce che bucavano le pozzanghere. Leo, deluso, si rifugiò in casa con la sua mamma.

"Mamma, perché piove così forte?" chiese Leo, guardando fuori dalla finestra.

"A volte la natura ha bisogno di piangere, mio caro" rispose la mamma sorridendo. "Ma non preoccuparti, presto smetterà."

Leo si avvicinò a un vecchio baule in soffitta e, tra le vecchie coperte, trovò un ombrello molto strano. Aveva un manico di legno intagliato e un tessuto color arcobaleno. Quando lo aprì, una luce brillante illuminò la stanza e Leo sentì una voce dolce: "Sono l'ombrello magico, e ti porterò in un viaggio meraviglioso!"

Leo, incantato, afferrò l'ombrello e lo puntò verso la finestra. All'improvviso, si sentì risucchiato all'interno di una bolla colorata. Si ritrovò in una foresta incantata, dove gli alberi erano alti come grattacieli e i fiori brillavano come diamanti. La pioggia battente non era più fastidiosa, ma una dolce melodia che accompagnava la sua esplorazione.

Incontrò un gruppo di folletti che ballavano sotto le foglie, un'aquila che lo portò a volare tra le nuvole e persino una sirena che cantava nel cuore di un lago. Leo si divertiva così tanto che dimenticò completamente la pioggia fuori dalla sua finestra.

Quando il sole iniziò a tramontare, l'ombrello magico lo riportò a casa. Leo era stanco ma felice. Ringraziò l'ombrello per l'avventura e lo ripose nel baule.

Da quel giorno, ogni volta che pioveva, Leo non si preoccupava più. Sapeva che, anche in una giornata grigia, potevano nascondersi avventure straordinarie. E quando guardava il suo vecchio ombrello, sorrideva ricordando la sua magica giornata nella foresta incantata.

La morale della storia: Anche nei giorni più tristi, possiamo trovare la bellezza e l'avventura, basta saper guardare con gli occhi della fantasia.

Ascoltiamo insieme

Le favole della buonanotte
Le favole della buonanotte
L'Ombrello Magico
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Il tuo cuore è puro?

Meditazione di oggi giovedì 3 ottobre 2024

A cosa pensi quando senti la parola puro?

Riesci a immaginare un bicchiere alto di acqua cristallina? Un bucato appena lavato di lenzuola bianche? O forse qualcuno che è moralmente integro e buono?

Sulla sesta delle beatitudini, che sono una serie di promesse fatte da Gesù sul Regno di Dio, Gesù disse questo:

“Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio.”

Matteo 5:8

La parola "puro" significa pulito o irreprensibile, libero da corruzione o contaminazione, purificato col fuoco, o non contaminato dalla colpa. Nessuno di noi può essere puro da solo, nonostante i nostri sforzi.

Prima della comparsa di Gesù, i sacerdoti leviti di più alto rango erano incaricati di servire e fungere da mediatori nei luoghi più santi sulla terra (all'interno del tabernacolo nel deserto e, più tardi, nel tempio di Gerusalemme), in cui abitava la presenza di Dio. Tuttavia, anche loro dovevano essere purificati più e più volte.

Ora, grazie al Suo sacrificio definitivo sulla croce, Gesù ha preparato la strada per noi. Il Suo sangue ha coperto i nostri peccati e, quando accettiamo questo sacrificio, Egli ci rende puri. Ora e per sempre, possiamo "accostarci con piena fiducia al trono della grazia", dove Dio ci fa trovare misericordia e grazia quando ne abbiamo più bisogno (Ebrei 4:16). Ora, i nostri corpi sono dei templi moderni dove lo Spirito di Dio ha scelto di abitare.

Essere puri di cuore non significa essere perfetti, ma confidare in Gesù che purifica le nostre anime.

Come profetizzò una volta Isaia…

“Poi venite, e discutiamo», dice il SIGNORE; «anche se i vostri peccati fossero come scarlatto, diventeranno bianchi come la neve; anche se fossero rossi come porpora, diventeranno come la lana.”
Isaia ‭1‬:‭18‬

La Parola del 3 ottobre 2024

Leggi e ascolta il Vangelo e la Parola del 3 ottobre 2024

Giovedì della XXVI settimana delle ferie del Tempo Ordinario 

Prima Lettura

Io so che il mio redentore è vivo!

Dal libro di Giobbe
Gb 19,21-27b

Giobbe disse:
«Pietà, pietà di me, almeno voi, amici miei,
perché la mano di Dio mi ha percosso! 
Perché vi accanite contro di me, come Dio,
e non siete mai sazi della mia carne?
Oh, se le mie parole si scrivessero,
se si fissassero in un libro,
fossero impresse con stilo di ferro e con piombo, 
per sempre s’incidessero sulla roccia!
Io so che il mio redentore è vivo
e che, ultimo, si ergerà sulla polvere!
Dopo che questa mia pelle sarà strappata via, 
senza la mia carne, vedrò Dio.
Io lo vedrò, io stesso,
i miei occhi lo contempleranno e non un altro».

Parola di Dio.

Salmo Responsoriale

Dal Sal 26 (27)

R. Contemplerò la bontà del Signore nella terra dei viventi.

Ascolta, Signore, la mia voce.
Io grido: abbi pietà di me, rispondimi! 
Il mio cuore ripete il tuo invito: 
«Cercate il mio volto!». R.

Il tuo volto, Signore, io cerco.
Non nascondermi il tuo volto,
non respingere con ira il tuo servo. 
Sei tu il mio aiuto, non lasciarmi. R.

Sono certo di contemplare la bontà del Signore 
nella terra dei viventi.
Spera nel Signore, sii forte,
si rinsaldi il tuo cuore e spera nel Signore. R.

Acclamazione al Vangelo

Alleluia, alleluia.

Il regno di Dio è vicino;
convertitevi e credete nel Vangelo. (Mc 1,15)

Alleluia.

Il Vangelo del 3 ottobre 2024

La vostra pace scenderà su di lui.

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 10,1-12
 
In quel tempo, il Signore designò altri settantadue e li inviò a due a due davanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi.
Diceva loro: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe! Andate: ecco, vi mando come agnelli in mezzo a lupi; non portate borsa, né sacca, né sandali e non fermatevi a salutare nessuno lungo la strada.
In qualunque casa entriate, prima dite: “Pace a questa casa!”. Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi. Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché chi lavora ha diritto alla sua ricompensa. Non passate da una casa all’altra.
Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà offerto, guarite i malati che vi si trovano, e dite loro: “È vicino a voi il regno di Dio”. Ma quando entrerete in una città e non vi accoglieranno, uscite sulle sue piazze e dite: “Anche la polvere della vostra città, che si è attaccata ai nostri piedi, noi la scuotiamo contro di voi; sappiate però che il regno di Dio è vicino”. Io vi dico che, in quel giorno, Sòdoma sarà trattata meno duramente di quella città».

Parola del Signore.

San Pio X

papa dal 1903 al 1914

Enciclica "E supremi apostolatus"

Mandati da Cristo nel mondo intero (copyright Libreria Editrice Vaticana)

“Nessuno può porre un fondamento diverso da quello che già si trova, e che è Cristo Gesù” (1 Cor 3,11). Lui solo “che il Padre ha consacrato e mandato nel mondo (Gv 10,36); irradiazione della sua gloria e impronta della sua sostanza” (Eb 1,3) in quanto Dio vero e vero uomo: senza di Lui nessuno potrebbe conoscere Dio come si deve. Infatti, “nessuno conosce il Padre se non il Figlio, e colui al quale il Figlio lo voglia rivelare” (Mt 11,27). Ne consegue che vi è perfetta concordanza fra il “ristabilire tutte le cose in Cristo” e il ricondurre gli uomini all’obbedienza a Dio. Dobbiamo dunque rivolgere il nostro impegno a questo, al fine di ricondurre il genere umano sotto l’impero di Cristo; raggiunto tale fine, l’uomo ritornerà a Dio medesimo. A un Dio, diciamo, non inerte e indifferente verso gli uomini, come lo ritrassero, delirando, i materialisti; ma un Dio vivo e vero, uno di natura, in tre persone, creatore dell’universo, onnisciente, e infine giustissimo legislatore che punisce i colpevoli e assicura premi alle virtù. Pertanto è ovvio quale sia il cammino che ci porta a Cristo: passa attraverso la Chiesa. Perciò dice giustamente Crisostomo: “La tua speranza è la Chiesa, la tua salvezza è la Chiesa, il tuo rifugio è la Chiesa”. Per questo Cristo l’ha fondata, conquistandola a prezzo del suo sangue; ad essa affidò la sua dottrina e i precetti delle sue leggi, prodigandole ad un tempo i sovrabbondanti doni della divina grazia per la santificazione e la salvezza degli uomini. Voi vedete dunque, Venerabili Fratelli, quale missione sia parimenti affidata a Noi e a voi (...) nient’altro che “formare Cristo in tutti”. (...) Compito che Paolo testimoniava di aver ricevuto con queste affettuosissime parole: “Figlioli miei, che io di nuovo partorisco finché Cristo non sia formato in voi” (Gal 4,19). Ma chi potrebbe esercitare tale missione se non coloro che per primi si sono rivestiti di Cristo (Gal 4,19)? Rivestiti in tal modo da poter dire: "Per me vivere è Cristo" (Fil 1,21).

PAROLE DEL SANTO PADRE

L’odierna pagina evangelica presenta Gesù che invia in missione settantadue discepoli, in aggiunta ai dodici apostoli. Il numero settantadue indica probabilmente tutte le nazioni. Infatti nel libro della Genesi si menzionano settantadue nazioni diverse (cfr 10,1-32). Così questo invio prefigura la missione della Chiesa di annunciare il Vangelo a tutte le genti. A quei discepoli Gesù dice: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe perché mandi operai nella sua messe!» (v. 2).
Questa richiesta di Gesù è sempre valida. Sempre dobbiamo pregare il “padrone della messe”, cioè Dio Padre, perché mandi operai a lavorare nel suo campo che è il mondo. […]
Nell’inviare i settantadue discepoli, Gesù dà loro istruzioni precise, che esprimono le caratteristiche della missione. La prima – abbiamo già visto –: pregate; la seconda: andate; e poi: non portate borsa né sacca…; dite: “Pace a questa casa”… restate in quella casa…Non passate da una casa all’altra; guarite i malati e dite loro: “è vicino a voi il Regno di Dio”; e, se non vi accolgono, uscite sulle piazze e congedatevi. […] Se vissuta in questi termini, la missione della Chiesa sarà caratterizzata dalla gioia. (Angelus, 7 luglio 2019)