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Il Dio al di sopra di ciò che pare impossibile

Meditazione di oggi sabato 31 agosto 2024

Potrebbe sembrare improbabile che Dio si presenti nella situazione impossibile che stai vivendo: una diagnosi medica, un problema di fertilità, una relazione interrotta, un figlio disubbidiente, il tuo carattere incoerente, la tua ansia, i tuoi problemi finanziari, un lutto.

Tuttavia, abbiamo la certezza che Dio non è limitato o vincolato dal mondo naturale.

Cresciuta in una famiglia Ebraica, Maria sapeva sicuramente del Messia tanto atteso che era stato profetizzato, Colui che avrebbe salvato il mondo. Ma probabilmente non aveva immaginato che quelle antiche profezie si sarebbero adempiute con la vita, la morte e la resurrezione di suo figlio, che era in qualche modo pienamente Dio, e tuttavia anche pienamente uomo.

Ma come l'angelo Gabriele spiegò a Maria:

“Nulla è impossibile a Dio!”

‭‭Luca‬ ‭1:37‬

Non solo Dio aveva pianificato questi eventi molto tempo prima, ma li aveva anche dichiarati in anticipo tramite i profeti e gli scrittori dell'Antico Testamento.

La vita di Gesù:

Il vero Dio e vero uomo sarebbe venuto dalla discendenza di Davide (Isaia 9:6), nato da una vergine (Isaia 7:14) a Betlemme (Michea 5:1). Avrebbe ridato la vista ai ciechi, l'udito ai sordi, fatto camminare gli storpi e cantare i muti (Isaia 35:5-6). Avrebbe proclamato la buona notizia ai poveri, confortato quelli che avevano il cuore spezzato e liberato gli schiavi (Isaia 61:1).

La morte di Gesù:

Benché innocente (Isaia 53:9), sarebbe stato tradito da un amico intimo (Salmo 41:9) per trenta sicli d'argento (Zaccaria 11:12). Sarebbe stato disprezzato e abbandonato (Isaia 53:3), percosso e insultato con sputi (Isaia 50:6), le sue mani e i suoi piedi sarebbero stati forati (Salmo 22:16) e alla fine sarebbe stato ucciso (Daniele 9:26).

La resurrezione di Gesù:

Egli sarebbe stato risuscitato (Salmo 16:10-11) e avrebbe stabilito un patto eterno con il popolo di Dio (Geremia 31:31-34). Poiché Egli avrebbe volontariamente portato i peccati di molti e interceduto per i colpevoli (Isaia 53:12), molti sarebbero stati resi giusti (Isaia 53:11) e sarebbe stato una luce per tutte le nazioni (Isaia 11:10).

Tutto ciò che riguarda Gesù sembrava impossibile, ma Dio è in grado di andare oltre ciò che noi possiamo immaginare. Quindi ricordati del Dio che servi e fatti animo: nulla può sorprenderLo. Egli conosce già la fine sin dall'inizio. I Suoi scopi non possono essere sviati. Il Suo carattere non cambierà mai.

Nulla è impossibile per Lui.

La Parola del 31 agosto 2024

Leggi e ascolta il Vangelo e la Parola del 31 agosto 2024

Sabato della XXI settimana delle ferie del Tempo Ordinario 

Prima Lettura

Dio ha scelto quello che è debole per il mondo.

Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corìnzi
1Cor 1,26-31
 
Considerate la vostra chiamata, fratelli: non ci sono fra voi molti sapienti dal punto di vista umano, né molti potenti, né molti nobili.
Ma quello che è stolto per il mondo, Dio lo ha scelto per confondere i sapienti; quello che è debole per il mondo, Dio lo ha scelto per confondere i forti; quello che è ignobile e disprezzato per il mondo, quello che è nulla, Dio lo ha scelto per ridurre al nulla le cose che sono, perché nessuno possa vantarsi di fronte a Dio.
Grazie a lui voi siete in Cristo Gesù, il quale per noi è diventato sapienza per opera di Dio, giustizia, santificazione e redenzione, perché, come sta scritto, “chi si vanta, si vanti nel Signore”.

Parola di Dio.
 

Salmo Responsoriale

Dal Sal 32 (33)

R. Beato il popolo scelto dal Signore.

Beata la nazione che ha il Signore come Dio,
il popolo che egli ha scelto come sua eredità.
Il Signore guarda dal cielo:
egli vede tutti gli uomini. R.
 
Ecco, l’occhio del Signore è su chi lo teme,
su chi spera nel suo amore,
per liberarlo dalla morte
e nutrirlo in tempo di fame. R.
 
L’anima nostra attende il Signore:
egli è nostro aiuto e nostro scudo.
È in lui che gioisce il nostro cuore,
nel suo santo nome noi confidiamo. R.

Acclamazione al Vangelo

Allelluia, alleluia.

Vi do un comandamento nuovo, dice il Signore:
come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri. (Gv 13,34)

Alleluia.

Il Vangelo del 31 agosto 2024

Sei stato fedele nel poco, prendi parte alla gioia del tuo padrone.

Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 25,14-30
 
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola:
«Avverrà come a un uomo che, partendo per un viaggio, chiamò i suoi servi e consegnò loro i suoi beni. A uno diede cinque talenti, a un altro due, a un altro uno, secondo le capacità di ciascuno; poi partì.
Subito colui che aveva ricevuto cinque talenti andò a impiegarli, e ne guadagnò altri cinque. Così anche quello che ne aveva ricevuti due, ne guadagnò altri due. Colui invece che aveva ricevuto un solo talento, andò a fare una buca nel terreno e vi nascose il denaro del suo padrone.
Dopo molto tempo il padrone di quei servi tornò e volle regolare i conti con loro.
Si presentò colui che aveva ricevuto cinque talenti e ne portò altri cinque, dicendo: “Signore, mi hai consegnato cinque talenti; ecco, ne ho guadagnati altri cinque”. “Bene, servo buono e fedele – gli disse il suo padrone –, sei stato fedele nel poco, ti darò potere su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone”.
Si presentò poi colui che aveva ricevuto due talenti e disse: “Signore, mi hai consegnato due talenti; ecco, ne ho guadagnati altri due”. “Bene, servo buono e fedele – gli disse il suo padrone –, sei stato fedele nel poco, ti darò potere su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone”.
Si presentò infine anche colui che aveva ricevuto un solo talento e disse: “Signore, so che sei un uomo duro, che mieti dove non hai seminato e raccogli dove non hai sparso. Ho avuto paura e sono andato a nascondere il tuo talento sotto terra: ecco ciò che è tuo”.
Il padrone gli rispose: “Servo malvagio e pigro, tu sapevi che mieto dove non ho seminato e raccolgo dove non ho sparso; avresti dovuto affidare il mio denaro ai banchieri e così, ritornando, avrei ritirato il mio con l’interesse. Toglietegli dunque il talento, e datelo a chi ha i dieci talenti. Perché a chiunque ha, verrà dato e sarà nell’abbondanza; ma a chi non ha, verrà tolto anche quello che ha. E il servo inutile gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà pianto e stridore di denti”».

Parola del Signore.

Il Vangelo del giorno
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La Parola del 31 agosto 2024
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San Nerses Snorhali (1102-1173)

patriarca armeno

Seconda parte, § 694-700; SC 203 (trad. cb© evangelizo)

Dammi la grazia di piacerTi col mio talento

Fui simile al cattivo servo, che non guadagnò nulla coi talenti affidatigli; e l'ho persino superato, perché ho perso il dono della grazia. Non ho raddoppiato il tuo talento, né quadruplicato i due, né decuplicato i cinque, così da regnare sulle dieci città. Ho nascosto sotto terra l'unico talento, coprendolo col velo dei vizi; non ho messo il denaro in banca di cui Tu chiedi l'interesse. (...) A Te, Salvatore della mia anima, voglio piangendo indirizzare queste parole: "Poiché posso ancora fare del bene, dammi la grazia di piacerTi per mezzo di quel talento". Così sentirò la sentenza gioiosa come il servo fedele: "Entra nella casa celeste, nella gioia del tuo Signore!"

PAROLE DEL SANTO PADRE

L’uomo della parabola rappresenta Gesù, i servitori siamo noi e i talenti sono il patrimonio che il Signore affida a noi. Qual è il patrimonio? La sua Parola, l’Eucaristia, la fede nel Padre celeste, il suo perdono… insomma, tante cose, i suoi beni più preziosi. Questo è il patrimonio che Lui ci affida. Non solo da custodire, ma da far crescere! Mentre nell’uso comune il termine “talento” indica una spiccata qualità individuale – ad esempio talento nella musica, nello sport, eccetera –, nella parabola i talenti rappresentano i beni del Signore, che Lui ci affida perché li facciamo fruttare. La buca scavata nel terreno dal «servo malvagio e pigro» (v. 26) indica la paura del rischio che blocca la creatività e la fecondità dell’amore. Perché la paura dei rischi dell’amore ci blocca. Gesù non ci chiede di conservare la sua grazia in cassaforte! Non ci chiede questo Gesù, ma vuole che la usiamo a vantaggio degli altri. Tutti i beni che noi abbiamo ricevuto sono per darli agli altri, e così crescono. È come se ci dicesse: “Eccoti la mia misericordia, la mia tenerezza, il mio perdono: prendili e fanne largo uso”. (Angelus, 16 novembre 2014)

Angelus di Papa Francesco del 16 novembre 2014